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<p class="MsoNormal" style="text-align: center;" align="center"><i style=""><span style="" lang="IT">La Jornada- Venerdì 18
febbraio 2011</span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;" align="center"><b style=""><span style="font-size: 20pt;" lang="IT"><a href="http://chiapasbg.wordpress.com/2011/02/18/donne-sostengono-gli-arrestati/%20%E2%80%8E">Le
donne del Chiapas sostengono gli indigeni arrestati dell'ejido di San Sebastián
Bachajón</a></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><i style=""><span style="" lang="ES">Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de
las Casas, Chis., 17 febbraio</span></i><span style="" lang="ES">. </span><span style="" lang="IT">Collettivi di donne
indigene organizzate della zona nord dello stato, comprese le appartenenti agli
ejidos San Sebastián e San Jerónimo Bachajón, hanno manifestato il loro
appoggio ai 10 arrestati di<span style=""> </span>San Sebastián
Bachajón accusati di crimini che assicurano non aver mai commesso, ed hanno
rivolto un eloquente messaggio al governo statale per chiedere la loro
immediata liberazione.</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="" lang="IT">"Non
vogliamo centri turistici sulle nostre terre", dicono. "Non vogliamo
la privatizzazione della terra e delle risorse naturali, né minacce e
repressione nelle nostre comunità. Non vogliamo divisioni e scontri per colpa
vostra, e neanche la vostra compassione, ma il vostro rispetto. Non potete
cacciarci dalle nostre terre, le coltiviamo e le difenderemo perché ci danno da
mangiare e da vivere".</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="" lang="IT">Appartenenti ai
collettivi Las Gaviotas, Las Golondrinas, Las Palomas, Las Colibrí, Mujeres de
Johosil, ed all’Altra Campagna e donne comuni, le donne tzeltales e choles hanno
dichiarato: "Sappiamo degli incidenti del 2 febbraio tra gruppi dell'Altra
Campagna e del PRI (e PVEM) per la presa del botteghino per l'ingresso alle
cascate di Agua Azul, e del morto, dei molti feriti e 117 fermati, dei quali 10
ora sono in carcere nella prigione di Playas de Catazaja".<span style=""> </span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="" lang="IT">Respingono
"la grave repressione contro i nostri compagni e compagne dell'Altra
Campagna, e sappiamo che l'obiettivo del governo è comprare tutti e tutte,
dividerci e impadronirsi delle nostre terre, ma non lo permetteremo".</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="" lang="IT">Avvertono il
governo del Chiapas che continueranno ad organizzarsi "come donne nella
difesa della nostra terra e della nostra dignità". E gli dicono:
"Deve capire che noi viviamo di quello che coltiviamo e la terra è la
radice di una vita degna per noi e le nostre famiglie. Vogliamo una proprietà
familiare e che le autorità siano del popolo, che rispettino quello che decide
il popolo e la sua maniera di organizzarsi”.</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="" lang="IT">In riferimento ai
problemi legati alla situazione attuale, che hanno causato la repressione
contro gli ejidatarios di San Sebastián perché si oppongono ai progetti di
sviluppo turistico e riconversione produttiva, le donne organizzate dicono:
"Non vogliamo più l'alcolismo nella nostra comunità, perché genera
violenza verso le donne; non vogliamo che il governo dia il permesso di vendere
alcool nelle comunità. Esigiamo rispetto e giustizia per i nostri popoli
indigeni. Che la smetta di farci firmare accordi per la privatizzazione della
terra. Sappiamo che abbiamo dei diritti e li difenderemo. Che smetta di
dividerci. Sappiamo che i progetti e i programmi di governo servono per
dividere le nostre comunità, affinché tra noi, uomini e donne indigene ci
scontriamo".</span></p>
<p class="MsoNormal"><i style=""><span style="" lang="IT">La Jornada</span></i><span style="" lang="IT"> ha potuto osservare un'alta incidenza di
alcolismo e tossicodipendenza nel centro Alan Sacum, uno dei villaggi di San
Sebastián Bachajón, dove il gruppo filogovernativo tiene le famiglie sotto la
paura, e nei giorni scorsi ha obbligato molte di esse a firmare i verbali che
hanno permesso al governo di ottenere un "accordo" sul botteghino di
ingresso alle cascate di Agua Azul, cosa che contravviene la volontà degli
ejidatarios aderenti all'Altra Campagna.</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="" lang="IT">I collettivi
chiedono il rispetto per le loro forme di organizzazione e decisione: "Non
vogliamo che la Procura Agraria ci imponga le autorità nell'ejido. Vogliamo un
commissario che rispetti la lotta per la difesa della nostra terra, perché
anche i compagni dell'Altra Campagna stanno lottando per difenderla dalla
privatizzazione".</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="" lang="IT">Chiedono che si
garantisca il rispetto del diritto delle donne alla terra: "Che si ascolti
la nostra parola nelle assemblee, perché la terra è anche nostra: l'abbiamo
ereditata dai nostri nonni e nonne ed abbiamo il diritto anche di decidere
riguardo ad essa, perché la coltiviamo. Che si fermi la repressione, le vessazioni
e la violenza verso uomini e donne, non vogliamo più la presenza di militari e
poliziotti nelle nostre comunità. Vogliamo dire al governo che come donne siamo
organizzate, siamo forti e non saranno né le minacce né i progetti a
fermarla".<span style=""> </span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="" lang="IT">Hanno manifestato
per la liberazione dei prigionieri di San Sebastián anche altre organizzazioni
comunitarie, quali Pueblos Unidos por la Defensa de la Energía Eléctrica a Tila
ed il Consejo Regional Autónomo de la Región Costa, tra gli altri. </span><span style="" lang="ES"><a href="http://www.jornada.unam.mx/2011/02/18/index.php?section=politica&article=024n1pol">http://www.jornada.unam.mx/2011/02/18/index.php?section=politica&article=024n1pol</a></span></p>
<p class="MsoNormal"><i style=""><span style="" lang="ES"><a href="http://chiapasbg.wordpress.com/">(Traduzione
"Maribel" - Bergamo)</a></span></i></p>
</td></tr></table><br>