<table cellspacing="0" cellpadding="0" border="0" ><tr><td valign="top" style="font: inherit;"><meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=utf-8"><meta name="ProgId" content="Word.Document"><meta name="Generator" content="Microsoft Word 11"><meta name="Originator" content="Microsoft Word 11"><link rel="File-List" href="file:///C:%5CTemp%5Cmsohtml1%5C01%5Cclip_filelist.xml"><!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
</w:WordDocument>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156">
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><style>
<!--
/* Style Definitions */
p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal
        {mso-style-parent:"";
        margin:0cm;
        margin-bottom:.0001pt;
        mso-pagination:widow-orphan;
        font-size:12.0pt;
        font-family:"Times New Roman";
        mso-fareast-font-family:"Times New Roman";}
a:link, span.MsoHyperlink
        {color:blue;
        text-decoration:underline;
        text-underline:single;}
a:visited, span.MsoHyperlinkFollowed
        {color:#606420;
        text-decoration:underline;
        text-underline:single;}
p
        {mso-margin-top-alt:auto;
        margin-right:0cm;
        mso-margin-bottom-alt:auto;
        margin-left:0cm;
        mso-pagination:widow-orphan;
        font-size:12.0pt;
        font-family:"Times New Roman";
        mso-fareast-font-family:"Times New Roman";}
span.grigio-l
        {mso-style-name:grigio-l;}
@page Section1
        {size:21.0cm 842.0pt;
        margin:42.55pt 42.55pt 42.55pt 42.55pt;
        mso-header-margin:36.0pt;
        mso-footer-margin:36.0pt;
        mso-paper-source:0;}
div.Section1
        {page:Section1;}
-->
</style><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
        {mso-style-name:"Table Normal";
        mso-tstyle-rowband-size:0;
        mso-tstyle-colband-size:0;
        mso-style-noshow:yes;
        mso-style-parent:"";
        mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
        mso-para-margin:0cm;
        mso-para-margin-bottom:.0001pt;
        mso-pagination:widow-orphan;
        font-size:10.0pt;
        font-family:"Times New Roman";
        mso-ansi-language:#0400;
        mso-fareast-language:#0400;
        mso-bidi-language:#0400;}
</style>
<![endif]-->
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;" align="center"><b style=""><a href="http://blog.ilmanifesto.it/popocate/"><span style="" lang="IT">POPOCATÉPETL</span></a></b><b style=""><span style="" lang="IT"><o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;" align="center"><b style=""><span style="" lang="IT">La lava del Messico<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;" align="center"><i style=""><span style="" lang="IT">a cura di Gianni Proiettis<o:p></o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;" align="center"><span class="grigio-l"><span style="" lang="IT"><span style="font-style: italic;">1 luglio 2010</span><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;" align="center"><i style=""><span style="" lang="IT"><o:p> </o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;" align="center"><b style=""><span style="font-size: 24pt;" lang="IT"><a href="http://blog.ilmanifesto.it/popocate/2010/07/01/presos-politicos-%C2%A1libertad/">Presos
políticos ¡Libertad!</a><o:p></o:p></span></b></p>
<!-- /testata blog-->
<p style="margin-left: 18pt;"><span style="" lang="IT"><br></span></p><p style="margin-left: 18pt;"><span style="" lang="IT">Una
sentenza della Suprema Corte de Justicia de la Nación ha decretato oggi la
liberazione di 12 comuneros di Atenco, incarcerati nel maggio 2006 dopo una
brutale repressione e condannati a pene fra 31 e 112 anni. Il loro unico
delitto era stato quello di opporsi alla costruzione di un aeroporto sulle loro
terre.<br>
In un futuro Messico democratico, la lunga lotta di San Salvador Atenco sarà
ricordata nei libri di storia come un episodio esemplare di resistenza popolare
organizzata. Fino ad oggi, aveva riempito casse e cassetti di fascicoli
giudiziari, manteneva in carcere dodici innocenti, vessati e maltrattati, e
illustrava un caso particolarmente feroce di criminalizzazione della protesta e
abuso di potere.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-left: 18pt;"><span style="" lang="IT">Ridente
villaggio agricolo a una mezz’ora da Città del Messico, Atenco arrivò alle
prime pagine dei giornali quando, nell’ottobre 2001, Vicente Fox, che non aveva
ancora festeggiato il primo anno di presidenza ma aveva già ampiamente deluso
le aspettative dell’elettorato, decretò l’espropriazione di 5mila ettari di
terre coltivate, al lato dell’antico sistema lacustre di Texcoco, per
costruirvi un nuovo aeroporto, senza consultare minimamente gli abitanti.<br>
Quello che era stato progettato come un succoso business dal nuovo presidente e
alcuni amici si scontrò con la recisa opposizione di tutta una comunità, erede
da tempi ancestrali – e con documenti di epoca coloniale che lo comprovano – di
quelle terre fertilissime.<br>
Più offensiva ancora della ridicola indennizazione proposta (7 pesos, meno di
mezzo euro al metro quadro), sembrò la pretesa di sloggiare dalle sue terre
tradizionali una comunità che viveva da tempi immemoriali – comunque da più di
cinque secoli – in un ecosistema lacustre, rispettandolo e conservandolo.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-left: 18pt;"><span style="" lang="IT">I
machete che gli Atencos brandirono come simbolo della loro resistenza entrarono
nell’iconografia del villaggio globale e riscossero tanti appoggi e simpatie da
costringere il governo a fare marcia indietro. Ma Atenco, da allora, entrò
nella lista nera del potere.<br>
Il 3 maggio 2006, quando il sessennio di Fox stava per concludersi, a partire
da una provocazione poliziesca contro alcuni venditori di fiori nel mercato di
Texcoco, si scatenò una gigantesca operazione di polizia contro San Salvador
Atenco e i suoi abitanti.<br>
La ferocia di migliaia di agenti, che uccisero due giovani, ferirono e
torturarono decine di persone, violentarono o abusarono sessualmente di
cinquanta donne, arrestarono duecento manifestanti, distrussero e saccheggiarono
tutte le case, era stata evidentemente ordinata dall’alto.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-left: 18pt;"><span style="" lang="IT">Dodici
degli arrestati furono sottoposti a un processo pieno di irregolarità, false
imputazioni, testimonianze guidate. Il leader, Ignacio del Valle, fondatore del
Frente de Pueblos en Defensa de la Tierra, un’organizzazione nata al calore
della lotta, stava scontando dal maggio 2006 una condanna a 112 anni in un
carcere di alta sicurezza. Due dirigenti dell’organizzazione avevano avuto
sentenze di 67 anni. Gli altri nove – fra cui uno solo era militante del Fpdt –
avrebbero dovuto passare i prossimi trent’anni in galera, secondo i giudici
ordinari.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-left: 18pt;"><span style="" lang="IT">Ma la
prima sala della corte suprema ha determinato, con quattro voti contro uno, che
gli atenchensi furono accusati di delitti – assalto alle vie di comunicazione e
sequestro equiparato – che non commisero e condannati sulla base di prove
false. Uno dei magistrati, Juan Silva Mesa, si è riferito al caso come “una
forma mascherata di criminalizzare la protesta sociale”.<br>
Va detto che a reputazione della corte suprema aveva toccato recentemente il
suo punto più basso, con una sentenza che non indicava responsabili per
l’incendio di un asilo infantile di Hermosillo in cui erano morti 49 bambini. Ora
la liberazione degli Atencos, grande vittoria di un movimento popolare che si è
rafforzato in questi quattro anni, permette alla corte un certo recupero di credibilità
dopo vari scivoloni (come quando liberò, nell’agosto scorso, una ventina di
omicidi confessi della strage di Acteal).<br>
Resta da vedere se lo Stato assumerà le proprie responsabilità per i due
giovani uccisi dalla polizia nella sanguinaria incursione ad Atenco, se ci sarà
una riparazione del danno, se si farà giustizia per le donne violentate, i
torturati, gli imprigionati, i furti e i danni.<br>
Se si indennizzeranno i quattro anni che i dodici oggi liberati hanno passato
ingiustamente in prigione.<br>
Mentre la popolarità del governatore dello stato di Messico, Enrique Peña
Nieto, che si sentiva già in tasca la candidatura presidenziale, è in ribasso,
si festeggia nel movimento per la liberazione dei prigionieri di Atenco, che ha
raccolto un’enorme solidarietà, manifestazioni in più di venti città in tutto
il mondo e l’appoggio di undici premi Nobel per la pace.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-left: 18pt;"><span style="" lang="IT">Un
solo neo: non è ancora chiara la sorte di América del Valle, la giovane e
combattiva figlia di Ignacio, che ha vissuto gli ultimi quattro anni in
latitanza.<br>
Una settimana fa, América si è rifugiata nell’ambasciata del Venezuela a Città
del Messico chiedendo asilo politico. Si saprà nei prossimi giorni se la
richiesta, che era all’esame del governo venezuelano, non ha più ragion
d’essere.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="" lang="IT"><o:p> </o:p></span></p>
</td></tr></table><br>