[Ezln-it] EZLN: Un Tetto Comune
Annamaria
emmaz07 at libero.it
Thu Nov 27 17:03:47 CET 2025
UN TETTO COMUNE
Una costruzione nella montagna. Una vocazione alla cura. Una tecnica di muratura. Migliaia di mani e di volontà, incluse alcune venute da oltre i mari. Colori, altezze, lingue, culture e modi diversi, e un tetto in comune.
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La gettata di calcestruzzo deve essere fatta tutta in una volta. Non si può a pezzi, perché il tetto verrebbe male. È lì che bisogna lavorare tutt* assieme, ma ben organizzati. La gettata di un tetto è come un ballo: ciascuno sa il proprio posto, ciò che deve fare e con chi farlo. Se piove, allora sì che è tutto da buttare. Bisogna quindi chiedere ai più esperti, stare attent*, pront*. Finché si decide “quel giorno”, si raduna la gente, si distribuiscono i compiti. Si fa presto, perché altrimenti il caldo diventa insopportabile e ti ritrovi come uno scarafaggio dopo la fumigazione. Quando si finisce, ridiamo e beviamo pozol. A pranzo c’era carne di manzo che abbiamo condiviso. Non c’è festa fuori, ma nel cuore sì. “È nostro”, pensiamo. E sappiamo che è di tutt* e di nessuno. Una sala operatoria vuol dire un luogo dove chi sa come usare un coltello ti toglie il male come si strappa un cattivo pensiero. Ci vuole tempo e ti lascia un po’ malridotto, ma così è la vita: ci mette tempo e ti lascia malridotto, però arriva il momento in cui lagettata è fatta. E non c’è festa fuori, ma nel cuore sì. Costruire è come lottare: lo fai perché un giorno ne avrai bisogno. Tu o i tuoi, che non vuol dire proprietà, ma la tua famiglia, i vicini, le compagne e i compagni.
Sì, manca chi ne capisca di elettricità, perché ci saranno certe apparecchiature non sono per tutt*. Monofase, bifase, trifase e la messa a terra e chissà quante altre cose. Terra ne abbiamo, ma bisogna saperci fare con l’elettricità, perché altrimenti gli apparecchi si rompono e allora è tutto inutile. È come se durante un ballo si spegne la musica: resti con la cumbia a metà. Immagina che ti stanno operando la pancia e salta la luce e resti con le budella che penzolano come uno straccio vecchio. Per questo il passo successivo è trovare un elettricista. Bisogna trovarne uno disposto al comune. Gli elettricisti si ammalano? Si ammalano, e hanno bisogno anche loro. Manca questo. E mancano finestre e porte, ma non una finestra o porta qualsiasi. Dottoresse e dottori? C’è già, per così dire, una squadra. Ma sicuramente ne arriveranno altri. Perché se hai coltello, machete, motosega, trapano, ma non c’è chi ti apre la pancia, allora è inutile, come diciamo qui. Alcuni dottori sono già venuti a vedere. Io non mi sono fatto vedere perché, vai a sapere, magari mi guarda e vuole già cominciare a praticare. E poi non c’è ancora l’elettricità speciale. Meglio aspettare. Però il tetto c’è.
Sì, mancano ancora molte cose, ma ora ha un tetto, e un tetto è importante per la vita. Per questo gli dei crearono il cielo, affinché il mondo avesse il suo tetto.
Sì, manca quel che manca.
Speriamo facciano i tamales. Sì, speriamo che non siano crudi.
Dalle montagne del Sud-Est Messicano.
El Capitán.
Novembre 2025
https://vimeo.com/1140903893?fl=pl&fe=vl
Immagini dei Terci a s Compas Zapatistas
Musica di El Cañón del Sonidero «Reina de Cumbias / La cumbia sobre el Río»
Traduzione a cura di 20ZLN
Testo originale: https://enlacezapatista.ezln.org.mx/2025/11/26/un-techo-comun/
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