From maribel_1994 at yahoo.it Wed Feb 10 12:25:54 2021 From: maribel_1994 at yahoo.it (Annamaria) Date: Wed, 10 Feb 2021 11:25:54 +0000 (UTC) Subject: [Ezln-it] =?utf-8?q?Accordi_di_San_Andr=C3=A9s=2C_autonomia_vs=2E?= =?utf-8?q?_neo-indigenismo?= References: <527070542.117578.1612956354852.ref@mail.yahoo.com> Message-ID: <527070542.117578.1612956354852@mail.yahoo.com> Accordi di San Andr?s, autonomia vs. neo-indigenismoLuis Hern?ndez Navarro Questo 16 febbraio segna il 25? anniversario della firma degli accordi di San Andr?s sui diritti e cultura indigeni. Molte cose sono cambiate da allora, anche se una rimane: l'indigenismo come politica di Stato. Indigenismo ? il nome dato alla politica istituzionale volta ad assistere la popolazione autoctona. ?, contemporaneamente, una teoria antropologica, un'ideologia di stato e una pratica di governo. Il suo obiettivo principale ? proteggere le comunit? indigene integrandole al resto della societ? nazionale, diluendo il loro carattere di popolo come soggetto storico. ? una politica dei non indios nei confronti delle popolazioni indigene, sebbene i suoi artefici possano appartenere a un gruppo etnico. Uno dei suoi principali promotori, Alfonso Caso, prevedeva che in 50 anni non ci sarebbero pi? stati gli indios: sarebbero stati tutti messicani. Era in buona compagnia. Molti pensatori, prima e dopo di lui, hanno visto nell'integrazione nella societ? nazionale meticcia il destino inesorabile dei popoli nativi. Sebbene la nazione messicana abbia avuto una composizione multietnica e multiculturale sin dalla sua fondazione, le sue costituzioni non hanno rispecchiato questa realt?. Cancellare l'indio dalla geografia della patria, renderlo messicano costringendolo ad abbandonare la sua identit? e cultura, rendendolo folcloristico, ? stata un'ossessione delle classi dominanti sin dalla Costituzione del 1824. L'intenzione di costruire uno Stato-nazione, di sbarazzarsi dell'eredit? coloniale, di resistere ai pericoli degli interventi stranieri, di combattere i poteri ecclesiastici e militari e di modernizzarsi, ha portato a privilegiare una visione di unit? nazionale che escludesse la realt? plurinazionale. Gli accordi di San Andr?s avevano lo scopo di celebrare i funerali dell'indigenismo e risolvere questo debito storico. Il loro punto centrale consisteva nel riconoscimento dei popoli indios come soggetti sociali e storici e nel diritto di esercitare la loro autonomia. L'autonomia ? uno dei modi per esercitare l'autodeterminazione. La sua pratica implica il trasferimento reale di poteri, funzioni e competenze, che oggi sono di responsabilit? di diverse istanze di governo, alle popolazioni indigene. Ai dialoghi di San Andr?s gli zapatisti invitarono come consigliere lo scrittore Fernando Ben?tez, che aveva dedicato 20 anni della sua vita alla difesa e allo studio dei popoli originari ed ? autore di cinque libri monumentali su di loro. Il giornalista accett? volentieri l'invito. Le sue motivazioni erano genuine. Cosa mi hanno insegnato gli indios? Si chiese Ben?tez alla fine della sua vita. E si rispose: mi hanno insegnato a non credermi importante, a cercare di avere una condotta impeccabile, a considerare sacri animali, piante, mari e cieli, a sapere in cosa consiste la democrazia e il rispetto dovuto alla dignit? umana. Anche a passare dal quotidiano al sacro (La Jornada, 5/7/95). Sebbene molti dei problemi che affrontavano fossero gli stessi, la prospettiva di lotta delle popolazioni indigene che partecipavano ai dialoghi era completamente diversa da quelle che Ben?tez descriveva dal 1960. L'autore di Los indios de M?xico li considerava le persone pi? miserabili, i contadini pi? poveri, quelli che viveva nelle terre peggiori in un paese con terre pessime, quelli che venivano invasi. Anticipava l'inevitabile destino a scomparire delle loro culture e la loro sostituzione con i disastri dell'industrialismo. E proponeva di salvare ci? che restava delle culture indigene prima che questo processo si concludesse. (https://bit.ly/3p50tRf). Ma non sono scomparsi. Al contrario. Sono pi? presenti che mai. Certamente, le popolazioni indigene convocate dall'EZLN, prima ai dialoghi e poi alla formazione del Congresso Nazionale Indigeno (CNI), subivano gli effetti del colonialismo interno e, quindi, provenivano da comunit? e regioni vessate da espropri, oppressione, sfruttamento e discriminazione simili a quelle descritte da Ben?tez. Tuttavia, lungi dal rappresentare culture sull'orlo della scomparsa, quei leader erano l'espressione vivente della formidabile capacit? di resistenza e reinvenzione delle tradizioni dei loro popoli. Ai colloqui di San Andr?s partecipavano i leader dei popoli originari sorti negli anni '70 ed emersi alla luce pubblica a seguito dell'insurrezione zapatista, insieme alle autorit? comunitarie tradizionali. Partecipavano anche importanti intellettuali indigeni che avevano preparato una ricchissima riflessione su come ricostituire i loro popoli. A 25 anni dalla firma degli accordi e dalla fondazione del CNI, alcune delle popolazioni indigene che vi hanno partecipato sono scomparse. Altre sono entrate nei ranghi dei governi di turno, dal PAN alla 4T. Tuttavia, il movimento nato da questo processo orientato alla costruzione dell'autonomia e alla lotta al capitalismo ? pi? vigoroso e solido rispetto a 25 ani fa. Una nuova generazione di centinaia di leader e decine di intellettuali (tra cui molte donne) ha raccolto il testimone. Due decenni e mezzo dopo da che sono stati concordati, lo Stato messicano continua a violare gli accordi di San Andr?s. In aggiunta, il movimento indigeno autonomista subisce l'assassinio dei suoi leader e l'impulso, da parte del governo federale, di un neo-indigenismo assistenziale che va di pari passo con la promozione di megaprogetti sui loro territori (https://bit.ly/3oXetMs).Testo originale: https://www.jornada.com.mx/2021/02/09/opinion/017a1pol?s=09 Traduzione ?Maribel? - Bergamo -------------- parte successiva -------------- Un allegato HTML ? stato rimosso... URL: