[Ezln-it] Gustavo Esteva: Imparare (a vivere con) la guerra

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Tue Sep 8 15:21:49 CEST 2020


Imparare(a vivere con) la guerra

GustavoEsteva 8 Settembre 2020

Queglistrani indigeni delle montagne del sud-est messicano, quasi alla finedel secolo scorso, avevano deciso di coprirsi il volto. Indossavanoun passamontagna perché il mondo intero, che non aveva volutovederli per secoli, potesse finalmente vederli. Non brandivano laloro identità, affermavano il diritto alla dignità della vita. Perloro e per tutti. Chiunque,con il volto coperto, può essere Marcos,diceva il loro subcomandante. Nel 2011, poco prima di decidere discomparire, Marcosmostrava al mondo come su quegli indigeni si impone la paura e lavulnerabilità. Un’imposizione – scrive oggi Gustavo Esteva, chedegli zapatisti fu consigliere nelle trattative col governomessicano, al tempo della guerra sucia (sporca)del presidente Calderon – che oggi ha preso la forma-pandemia e haprovocato l’esercizio dell’obbedienza passiva più grande dellastoria umana. Serve a imporre condotte che dissolvono l’umano e ilconfinamento esaspera tutti gli individualismi. Il dispositivo disicurezza, la mascherina, poi, impedisce di vedere le personesorridere. Strano il destino delle maschere, no? Oltre vent’annifa, Marcos ci aveva avvertito che stava cominciando la Quarta guerramondiale, la guerra di tutti gli Stati contro tutti i popoli.Pensavamo fosse una metafora utile per capire meglio e invece era unavvertimento. Oggi, nelcaos chedomina il nostro tempo,è quasi impossibile trarre conclusioni analitiche, ma è più cheprobabile che latormenta segnalata dal subcomandante Galeano e dalle sentinellezapatiste siadiventata una vera guerra. Non possiamo continuare a comportarci comese non lo fosse o non ci toccasse. Non si distrugge fisicamente ilgenere umano, in questa guerra. Si distrugge la sua umanità, avevadetto il subcomandante. La guerra modifica le relazioni sociali e imodelli di vita e, tra le altre cose, fin dal secolo scorso ha creatouna nuova classe sociale: le persone di cui si può fare a meno,quelle che la classe dominante decide che non serviranno. Mai,nemmeno per essere sfruttate. Eppure, l’impero delle borsefinanziarie affronta e affronterà la ribellione (non simmetrica)delle borse della resistenza. Sono ancora parole di Marcos, cheaggiungeva: se l’umanità ha ancora speranze di sopravvivere, essesono riposte nelle borse che formano gli esclusi, gli avanzi, gliscartabili

Nonabbiamo voluto crederci. Ci aveva avvertito, oltre vent’anni fa, ildefunto subcomandanteMarcos,ma non abbiamo voluto dargli ascolto. Ci sembrò una metafora utileper l’analisi, non quel che era, un avvertimento. Siamodi fronte a una guerra. Non possiamo continuare a comportarci come senon lo fosse o non ci toccasse direttamente.

Laguerra ha aspetti apertamente criminali. IlMessico è già il paese più violento del mondo,in particolare per certe categorie di persone, come i giornalisti, idirigenti sociali e i difensori dei diritti umani. Con l’attualeamministrazione (quella progressista guidata da Andrés Manuel LópezObrador, AMLO, ndt), siverificano già quattro assassinii ogni ora.Zone sempre più ampie del paese vengono controllate con la forza. Inalcune di esse a farlo sono i cosiddetti “cartelli”, chedistribuiscono risorse o impongono il coprifuoco. In altre c’è laGuardia Nazionale, che ha un numero di effettivi tre volte superiorea quello della guerradi Calderón,oltre alle forze paramilitari e alle squadre d’assalto. Alcune diqueste sono una metamorfosi grottesca di organizzazioni sociali, comequelle che hannoappena attaccato lebasi di appoggio zapatiste; altre sono frammenti agguerriti uscitidai sindacati confederali, che controllano lo stesso opere pubblichee sistemi di trasporto. Nulladi tutto questo, naturalmente, si considera corruzione. Vieneconsentito e promosso dal governo.

Laguerra modifica le relazioni sociali e i modelli di vita. Riduce lemodalità classiche della condizione operaia ed emargina ilsindacalismo, che negli Stati Uniti è già tornato ai livelli degliinizi del XX secolo.In Messico la guerra ha smantellato le nostre capacità produttivemediante il “libero commercio”, che fu siglato da Salinas (ilpresidente che allora AMLO indicava come “il capo di tutte lemafie”, ndt)e si è approfondito lo scorso anno (con AMLO presidente, ndt)con grande entusiasmo di Trump. I lavoratori del settoremanifatturiero si trovano soprattutto nelle maquiladoras,nelle quali prevalgono le donne, molte di loro indigene.

Daglianni Novanta la guerra ha creato una nuova classe sociale: gliscartabili, coloro che mai vorrà impiegare o usare il capitale. LaBanca Mondiale ha progettato, per loro, quelli che saranno di troppo,programmi che li manterranno sotto stretti livelli di sussistenza epermetteranno loro di compiere qualche funzione diconsumo. Nell’amministrazionedel governo di AMLO chiamano questo programmi sociali.

Giànel 2003, il defunto Marcos sembrava anticipare la forma-pandemia dipraticare la guerra, quando descriveva la nuova forma del complessoindustriale: “Alcunepecore si tosano e altre vengono sacrificate per ottenere alimenti,le “inferme” vengono isolate, eliminate e ‘bruciate’ perchénon contaminino il resto“.In questa guerra, “la dignità, la resistenza, la solidarietà,disturbano”. Non si distrugge fisicamente il genere umano, però losi distrugge “inquanto essereumano”. Non sono solo i funzionari etnocidi e i sicari a perdere lacondizione umana. Laperdono anche coloro che si attaccano a dispositivi elettronici cheli formattano e li controllano.Nel 2011, poco prima di morire, in una lettera a Luis Villoro, ildefunto Marcos mostrava come si impone la paura, l’incertezza e lavulnerabilità, una imposizione che da gennaio ha preso la formapandemia e ha provocato l’esercizio dell’obbedienza passiva piùgrande della storia umana, per imporre condotte che dissolvonol’umano. Il confinamento esaspera tutti gli individualismi. Lamascherina impedisce di vedere le persone sorridere.

Laguerra ha trasformato in nemici le persone di uno stesso settoresociale, nel quale si potevano condividere interessi, essere amici,compagni. Sono, in primo luogo, i desaparecidos chesi vedono obbligati ad agire come sicari, oppure coloro che nellavita non trovano altra opzione che una forma di delinquenza, ma sonoanche quelli che affidano le proprie illusioni all’apparizione diun qualche messia e poi trasformano in nemici quelli che non necondividono la fede. Altriancora formano le onde contrapposte di quello che oggi si chiama“polarizzazione” e che in paesi come gli Stati Uniti prende giàforme di guerra civile.

Findal 1997, però, lo scomparso Marcos aveva aperto la porta allasperanza. “L’impero delle borse finanziarie affronta laribellione delle borse della resistenza”, diceva. E aggiungeva: “Sel’umanità ha ancora speranze di sopravvivenza, di essere migliore,quelle speranze sono riposte nelle borse che formano gli esclusi, gliavanzi, gli scartabili”. (Per questa e tutte le citazioniprecedenti: Le7 tessere ribelli del rompicapo globale – La IV guerra mondiale ècominciata acura di Camminar Domandando).

Nel2019 quelle borse si stavano moltiplicavano già da ogni parte.Estese mobilitazioni hanno scosso molti paesi. Si sono formaticollettivi sempre più autonomi, che presto si consolideranno comenuclei molto solidi di resistenza. L’8di marzo di quest’anno la speranza ha acquisito un significatonuovo, dipeculiare radicalità. Ledonne hanno fatto il passo avanti. Hanno rotto coraggiosamente lapresunta “normalità” patriarcale, quella che per migliaia dianni ha “naturalizzato” la gerarchia maschile e il suo esercizioviolento e distruttivo. Con loro, dal basso e a sinistra, si tesseogni giorno il limite della guerra e si creano piccole isole di vitanelle quali entrano ancora il piacere e la speranza,sebbene intorno continuino a perseguitare la pandemia e la violenza,in questa guerra opprimente che sembra senza fine.

Fonte: LaJornada. Titolooriginale: Aprenderguerra- https://www.jornada.com.mx/2020/09/07/opinion/026a2pol

Traduzioneper Comune-info:Marco Calabria -https://comune-info.net/imparare-a-vivere-con-la-guerra/
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