[Ezln-it] Andrea Cegna. messico al voto. Obrador favorito ma l'ombra del 2006 è ancora presente

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Fri Jun 8 13:33:01 CEST 2018


IL MESSICOAL VOTO

OBRADORFAVORITO, MA L’OMBRA DEL 2006 È ANCORA PRESENTE

di Andrea Cegna

8 giugno2018. Il 1 luglio prossimo si vota in Messicoper il presidente della Repubblica. Enrique Pena Nieto, uscirà di scena con il tristetitolo di presidente meno gradito della storia del paese. Andres Manuel Lopez Obrador,dopo i conclamati brogli del 2006, è dato come grande favorito.

Se dodici anni fa era il candidato delPartido de la Revolución Democrática (PRD), ora è leaderdi MoReNa, Movimento de Regenation National,che dalla sua nascita ad oggi ha coinvolto nelle sue fila parti della società civilemessicana e soprattutto pezzi del mondo del partito tradizionale.

Dal 1988 in poi, il 1 luglio ogni seianni è una data che non ha nulla di scontato. Per la prima volta 30 anni fa la vittoriadel Partido Revolucionario Institucional (PRI) non è più elemento scontato, tanto che nel 2000 enel 2006 il presidente è stato del Partido Acción Nacional(PAN). E la veridicità dei risultati è sempre elemento didiscussione.

Cosa accadrà? Sappiamo cos’è già accaduto.

DICIASSETTECOMUNITÀ INDIGENE HANNO DECISO CHE IL 1 LUGLIO NEI LORO TERRITORI NON SIVOTERÀ, FARANNO TUTTO QUELLO CHE POSSONO PER NON FAR INSTALLARE I COLLEGIELETTORALI.

Nella comunità ribelle di Cheran, inMichoacan, sarà la terza volta che l’autogoverno territoriale rifiuta elezioni epartiti e non permette che ci siano votazioni. A Cheran, dal 2011, si vota secondogli usi e costumi originari, e i partiti sono scomparsi.

Il Congresso National Indigenoha deciso che la proposta di AMLO di unirsi, con la portavoce Maria De Jesus Patricio(Marichuy), alla coalizione elettorale Juntos Haremos Historiafosse irricevibile, perché Obrador, Morena, e la coalizione sono parte del sistemacapitalista che è messo a critica.

L’EZLN NONHA PRESO PAROLA, MA È CHIARO CHE LA POSIZIONE ZAPATISTA RESTA QUELLA DI NONVEDERE NEI CANDIDATI IN CAMPO UNO SPAZIO D’ALTERNATIVA.

D’altra parte il percorso iniziato conil CNI e con Marichuy è quello della costruzione dal basso di una rete nazionalecapace di andare oltre alla politica tradizionale. In altri termini costruire contro-poterepartendo dall’autonomia di governo dei territori indigeni.

MARGHERITAZAVALA, SI È RITIRATA DALLA CORSA A PRESIDENTESSA DEL MESSICO.

E’ quindi già certo che non ci sarà laprima donna presidente nel 2018. A dire il vero le possibilità di Margherita eranopari allo zero, in un paese dove il sessismo l’ha definita solo ed esclusivamentecome la moglie dell’ex Presidente Calderon, la Zavala aveva raccolto le firme necessariea candidarsi come indipendente alla corsa alla presidenza del paese, ma i sondaggimolto negativi le han fatto cambiare idea. Tanto che nessuna donna era presenteal secondo dibattito tra candidati.

Jaime Rodriguez, detto “El Bronco” èil quarto nelle preferenze, secondo i sondaggi. La sua candidatura indipendenteè realtà solamente perchè il tribunale elettorale l’ha ammesso alla corsa, validandoalcune firme che l’Istituto Nazionale Elettorale aveva invece ritenuto false. Lariammissione del Bronco pare una delle mossa che il PRI sta mettendo in campo pertogliere voti a Obrador.

CONTROOBRADOR È SCESA IN CAMPO LA GRANDE INDUSTRIA DEL PAESE. L’ULTIMO IN ORDINE DITEMPO È IL MAGNATE DELL’ARGENTO E TERZO UOMO PIÙ RICCO DEL MESSICO, ALBERTOBAILLERES.

Secondo quanto riportato da Bloomberg il capo del Grupo Bal ha riunitotutti i suoi dipendenti e detto loro di votare per chi può sconfiggere Obrador,perché ogni altro candidato conserverà l’attuale sistema economico che garantisceal Gruppo Bal successo commerciale.

Intanto sono saliti a sette le vittimetra gli operatori dell’informazione dall’inizio dell’anno. La violenza è costantein alcuni stati del paese dove la saldatura tra polizie, esercito, politica, trafficantidi vario tipo, e aziende colpisce attivisti e attiviste, cronisti e croniste, oppositorie oppositrici.

Lo scrittore e giornalista messicanoJuan Villoro, ai microfoni di Radio Onda d’Urto hadichiarato: “I giornalisti non sono, per la maggior parte, assassinati dai capidel crimine organizzato – le mafie sono troppo occupate con i propri delitti perpreoccuparsi di come vengono presentati dalla stampa – chi sta più attento al lavorodei giornalisti sono i cittadini, apparentemente onorevoli, che fungono da facciataal crimine organizzato.”

E ha aggiunto: “E questo significa cheil Messico è diventato un narco-stato, vale a dire che le autorità sono collusecon i criminali e sono loro le supposte autorità che uccidono i giornalisti, perquesto è così grave.
Finché il governo non indagherà su se stesso, finché non depurerà la sua forma organizzativa,i giornalisti continueranno a correre un terribile rischio.”

Tra tensioni, paure, omicidi, minacce,a meno di un mese dal voto l’ultimo sondaggio di Reforma dice che il 52%dei votanti esprimerebbe la preferenza per Obrador, Ricardo Anaya (coalizione Por Mexico Al Frente – PAN-PRD-MC) al 26%, Jose AntonioMeade (coalizione Todos por Mexico – PRI-Verde-Panal)al 19%, e per chiudere al 3% El Bronco. http://www.qcodemag.it/2018/06/08/messico-elezioni-2018/

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