[Ezln-it] Paramilitari in azione a Cintalapa
Annamaria
maribel_1994 at yahoo.it
Wed May 16 14:03:08 CEST 2012
La Jornada – Mercoledì 16 maggio
2012
■ Dicono che
oggi verranno a prenderle e ad ucciderle se non avranno lasciato la comunità
Minacce
dei paramilitari alle donne di Cintalapa se non lasceranno le loro case
HERMANN BELLINGHAUSEN
San Cristóbal de Las Casas, Chis., 15 maggio. "I paramilitari hanno
minacciato di venire il 16 maggio ad uccidere le compagne che non avranno
lasciato la comunità", denuncia Armando Méndez Núñez, originario della
comunità Cintalapa, municipio di Ocosingo, rappresentante di un gruppo di
famiglie sfollate dal villaggio da marzo del 2007. Le minacce sono state
pronunciate lo scorso 10 maggio da Herlindo López Pérez e Domingo Gutiérrez
Hernández, leader priisti membri della Organización para la Defensa de los
Derechos Indígenas y Campesinos (Opddic).
"Hanno
detto alle compagne che se non lasciano le case, mercoledì arrivano e le
portano in montagna per ucciderle", aggiunge il campagnolo tzeltal,
appartenente ad un gruppo di 13 famiglie sgomberate dalla Opddic degli ejidoso
Cintalapa e Busiljá, i quali si dichiarano aderenti all'Altra Campagna.
A Busiljá, a
luglio del 2011 è stata sequestrata, e risulta ancora desaparecida, la bambina
Gabriella Sánchez Morales. L'ultima notizia era che si trovava in condizioni di
schiavitú a casa di un altro membro di Opddic, organizzazione indicata come
paramilitare in molte comunità della zona nord dello stato e nel nord della
selva Lacandona.
Armando
Méndez Núñez, lui stesso ex “prigioniero politico”, ha chiesto inoltre la
liberazione di Amílcar Méndez Núñez, di Cintalapa, in carcere dal dicembre del 2008,
e di Elías Sánchez Gómez, di Busiljá, arrestato a dicembre del 2011. Entrambi si
trovano nel carcere N. 17 di Playas de
Catazajá “ingiustamente”, sostiene.
Settimane
fa, il 24 marzo, gli abitanti di Busiljá denunciarono che i paramilitari erano
"entrati in ogni casa, andando poi fino alla sorgente, ci hanno aggrediti
lanciando pietre e ci hanno molto spaventato perché erano armati, indossavano
divise e giubbotti antiproiettile."
Poi sono
scesi in strada "con l'intenzione di uccidere qualche autotrasportatore
per poi accusare di questo il nostro compagno Elías Sánchez Gómez (padre), ma
hanno fermato un veicolo privato su cui viaggiavano dei militari". I
paramilitari "hanno iniziato a sparare ed i militari hanno risposto
ferendo un paramilitare, Enoc Gómez Gutiérrez". Dopo questi fatti, i
soldati hanno trovato due armi a canna lunga ed una motocicletta di colore
rosso di proprietà dei paramilitari dell'ejido Busiljá.
Le famiglie
sfollate avvertono del pericolo che corrono le loro compagne che sono rimaste
nelle loro case, chiedono l'arresto dei loro aggressori, saccheggiatori e
invasori impuniti da 5 anni, e garanzie per lasciare l'esilio e potere
ritornare nelle proprie comunità.
"Chiediamo
la punizione dei paramilitare di questi ejidos che sono i responsabili del
sequestro e di tutti i reati già denunciati ai pubblici ministeri di Palenque,
Ocosingo e San Cristóbal de las Casas”.
(Traduzione "Maribel" -
Bergamo)
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