[Ezln-it] Paraguay: polizia massacra e assedia contadini
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pablecito48 at hotmail.com
Tue Jun 19 20:09:11 CEST 2012
Un'operazione di polizia per sgomberare i contadini da una
proprietà si è trasformata in un massacro in cui almeno 18 persone hanno
perso la vita e altre ottanta sono state ferite durante la sparatoria
Carlos Aznares
Non soddisfatti del massacro generato dalle forze di polizia durante
lo sgombero dei contadini di Caraguaty, il governo di Fernando Lugo ha
inviato e ordinato alle forze militari di unirsi alle centinaia di
poliziotti che pattugliano la zona. I militari, opportunamente incitati
dalla stampa gialla paraguayana e dalle organizzazioni padronali della
destra, continueranno a fare quello che è stato abitualmente negli
ultimi due anni: militarizzare sempre più i territori abitati dai
contadini più poveri dell’America Latina. Tutto ciò per difendere gli
interessi economici dei multimilionari come il latifondista Blas
Riquelme, dirigente del partito Colorado e uno dei capoccia dell’Asociación Rural del Paraguay.
Quella stessa istituzione che ieri notte esigeva che Lugo ordinasse ai
“paracadutisti di lanciarsi sulla zona per sterminare gli assassini dei
nostri poliziotti”.
Questa è, un’altra volta, la cronaca di una tragedia annunciata.
Proviamo a ricordare: quando l’ex sacerdote Lugo doveva arrivare al
governo supplicava i voti dei contadini e, come sono soliti fare i
politicanti, promise di tutto: riforma agraria, abitazioni dignitose,
salute e istruzione per i figli dei più umili. Poi, una volta insediato
sulla poltrona, ha dato priorità alle relazioni con la destra, con i
manager della soia, con il latifondo spudorato che concentra nelle mani
di dieci famiglie il 90 per cento delle terre del Paraguay.
Per proteggere i suoi soci, il “progressista” governo paraguaiano ha
aumentato le misure repressive, ha varato la legge antiterrorista e
dato, in diverse occasioni antecedenti quest’ultimo massacro di
Caraguaty, carta bianca ai vertici militari nello spargere il terrore
tra la popolazione contadina del nord e delle zone confinanti con il
Brasile.
Tuttavia, la miseria non lascia molte altre alternative. Come direbbe il
leader contadino recentemente assassinato Rubén Villalba “o lottiamo in
piedi o l’oligarchia latifondista continuerà ad ucciderci giorno dopo
giorno. Loro ci vogliono in ginocchio e che gli lecchiamo le mani, ma
noi ci siamo rotti di tanta prepotenza”. Villalba, come il suo compagno
Espíndola, sono uomini molto amati nella zona, martiri militanti del
sudore agrario che erano stanchi della povertà e dell’abbandono prodotto
da questa casta oligarchica stronista (da Alfredo Stroessner,
ndr), da decenni diffusa in tutte le istituzioni del Paraguay come una
cisti. Per questo hanno continuato e continueranno ad occupare terre,
per questo hanno difeso con la loro vita la dignità di moltissimi, che
li accompagnavano nell’occupazione.
Mentre Lugo e le sue comparse si riempiono la bocca di lusinghe e
cordoglio per i massacratori in uniforme, mentre per loro tutto è
attenzione, elicotteri per il trasporto veloce nei migliori ospedali e
persino copertura mediatica il cui risultato è un clima di linciaggio
contro quegli “invasori di terre” (come piace dire agli scrivani del ABC
Color), i corpi dei contadini, trafitti dal piombo della polizia,
marciscono al sole. A qualcuno, volgarmente, piantano sfilze di
proiettili nel petto sanguinante, ad altri rivolgono sputi ed insulti.
In realtà, continuano a maltrattarli adesso che sono morti come lo
facevano fino a ieri quando sopravvivevano.
Non è più tempo di insinuare la stessa tiritera: “se si critica il
governo (e le su atrocità) si fa il gioco della destra”. Lo stesso
Presidente si è messo in questo labirinto quando pochi giorni dopo
l’insediamento firmò accordi di collaborazione con le forze di polizia
colombiane, così che i sicari di Uribe Vélez addestrassero le truppe
militari paraguiane che si stavano già preparando ad interrompere a
fucilate le occupazioni di terre.
Non è sbagliato dire che la destra governa già in Paraguay, sebbene
alcuni “progressisti” abbienti, che godono di cariche e buoni stipendi,
continuino a difendere il Presidente ogni volta che questi scappa in
avanti a forza di repressione.
Adesso, davanti a questo massacro, non c’è spazio per le mezze misure
né per le sfumature. O si sta con quelli che assassinano, torturano e
imprigionano, o si esce a raddoppiare la solidarietà nazionale e
internazionale con quanti e quante lottano per la terra e una vita un
po’ più dignitosa dell’inferno a cui sono stati condannati
dall’oligarchia e dai suoi complici.
Noi non abbiamo dubbi su dove schierarci e per questo invitiamo ad
appoggiare le organizzazioni contadine paraguaiane e ad esigere la fine
della violenza militare e di polizia. È anche indispensabile che si
aiuti una commissione neutrale ad investigare “in situ” le dinamiche dei
fatti di venerdì [15 giugno 2012, ndr]. A questa iniziativa potrebbero ben partecipare gli inviati dell’associazione Gremial de Abogados
(i quali di solito difendono i militanti contadini paraguaiani e che
hanno già dichiarato di partire per Asunción nelle prossime ore) e
certamente le organizzazioni locali dei diritti umani, come la Coordinadora de Derechos Humanos (Codehupy).
Quello che non può accadere è che continuiamo ad essere indifferenti
davanti a questo nuovo tentativo di sterminio dei settori più coscienti e
combattivi della popolazione contadina paraguaiana, per mano dello
stronismo e dei suoi eredi.
fonte: http://desinformemonos.org/2012/06/militarizacion-y-asedio-luego-de-la-masacre-de-campesinos-en-paraguay/
(traduzione a cura di rebeldefc at autistici.org - http://www.caferebeldefc.org)
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