[Ezln-it] Paraguay: polizia massacra e assedia contadini

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Tue Jun 19 20:09:11 CEST 2012


Un'operazione di polizia per sgomberare i contadini da una 
proprietà si è trasformata in un massacro in cui almeno 18 persone hanno
 perso la vita e altre ottanta sono state ferite durante la sparatoria


Carlos Aznares

Non soddisfatti del massacro generato dalle forze di polizia durante 
lo sgombero dei contadini di Caraguaty, il governo di Fernando Lugo ha 
inviato e ordinato alle forze militari di unirsi alle centinaia di 
poliziotti che pattugliano la zona. I militari, opportunamente incitati 
dalla stampa gialla paraguayana e dalle organizzazioni padronali della 
destra, continueranno a fare quello che è stato abitualmente negli 
ultimi due anni: militarizzare sempre più i territori abitati dai 
contadini più poveri dell’America Latina. Tutto ciò per difendere gli 
interessi economici dei multimilionari come il latifondista Blas 
Riquelme, dirigente del partito Colorado e uno dei capoccia dell’Asociación Rural del Paraguay.
 Quella stessa istituzione che ieri notte esigeva che Lugo ordinasse ai 
“paracadutisti di lanciarsi sulla zona per sterminare gli assassini dei 
nostri poliziotti”.


Questa è, un’altra volta, la cronaca di una tragedia annunciata. 
Proviamo a ricordare: quando l’ex sacerdote Lugo doveva arrivare al 
governo supplicava i voti dei contadini e, come sono soliti fare i 
politicanti, promise di tutto: riforma agraria, abitazioni dignitose, 
salute e istruzione per i figli dei più umili. Poi, una volta insediato 
sulla poltrona, ha dato priorità alle relazioni con la destra, con i 
manager della soia, con il latifondo spudorato che concentra nelle mani 
di dieci famiglie il 90 per cento delle terre del Paraguay.

Per proteggere i suoi soci, il “progressista” governo paraguaiano ha 
aumentato le misure repressive, ha varato la legge antiterrorista e 
dato, in diverse occasioni antecedenti quest’ultimo massacro di 
Caraguaty, carta bianca ai vertici militari nello spargere il terrore 
tra la popolazione contadina del nord e delle zone confinanti con il 
Brasile.

Tuttavia, la miseria non lascia molte altre alternative. Come direbbe il
 leader contadino recentemente assassinato Rubén Villalba “o lottiamo in
 piedi o l’oligarchia latifondista continuerà ad ucciderci giorno dopo 
giorno. Loro ci vogliono in ginocchio e che gli lecchiamo le mani, ma 
noi ci siamo rotti di tanta prepotenza”. Villalba, come il suo compagno 
Espíndola, sono uomini molto amati nella zona, martiri militanti del 
sudore agrario che erano stanchi della povertà e dell’abbandono prodotto
 da questa casta oligarchica stronista (da Alfredo Stroessner,
 ndr), da decenni diffusa in tutte le istituzioni del Paraguay come una 
cisti. Per questo hanno continuato e continueranno ad occupare terre, 
per questo hanno difeso con la loro vita la dignità di moltissimi, che 
li accompagnavano nell’occupazione.

Mentre Lugo e le sue comparse si riempiono la bocca di lusinghe e 
cordoglio per i massacratori in uniforme, mentre per loro tutto è 
attenzione, elicotteri per il trasporto veloce nei migliori ospedali e 
persino copertura mediatica il cui risultato è un clima di linciaggio 
contro quegli “invasori di terre” (come piace dire agli scrivani del ABC
 Color), i corpi dei contadini, trafitti dal piombo della polizia, 
marciscono al sole. A qualcuno, volgarmente, piantano sfilze di 
proiettili nel petto sanguinante, ad altri rivolgono sputi ed insulti. 
In realtà, continuano a maltrattarli adesso che sono morti come lo 
facevano fino a ieri quando sopravvivevano.

Non è più tempo di insinuare la stessa tiritera: “se si critica il 
governo (e le su atrocità) si fa il gioco della destra”. Lo stesso 
Presidente si è messo in questo labirinto quando pochi giorni dopo 
l’insediamento firmò accordi di collaborazione con le forze di polizia 
colombiane, così che i sicari di Uribe Vélez addestrassero le truppe 
militari paraguiane che si stavano già preparando ad interrompere a 
fucilate le occupazioni di terre.

Non è sbagliato dire che la destra governa già in Paraguay, sebbene 
alcuni “progressisti” abbienti, che godono di cariche e buoni stipendi, 
continuino a difendere il Presidente ogni volta che questi scappa in 
avanti a forza di repressione.

Adesso, davanti a questo massacro, non c’è spazio per le mezze misure
 né per le sfumature. O si sta con quelli che assassinano, torturano e 
imprigionano, o si esce a raddoppiare la solidarietà nazionale e 
internazionale con quanti e quante lottano per la terra e una vita un 
po’ più dignitosa dell’inferno a cui sono stati condannati 
dall’oligarchia e dai suoi complici.

Noi non abbiamo dubbi su dove schierarci e per questo invitiamo ad 
appoggiare le organizzazioni contadine paraguaiane e ad esigere la fine 
della violenza militare e di polizia. È anche indispensabile che si 
aiuti una commissione neutrale ad investigare “in situ” le dinamiche dei
 fatti di venerdì [15 giugno 2012, ndr]. A questa iniziativa potrebbero ben partecipare gli inviati dell’associazione Gremial de Abogados
 (i quali di solito difendono i militanti contadini paraguaiani e che 
hanno già dichiarato di partire per Asunción nelle prossime ore) e 
certamente le organizzazioni locali dei diritti umani, come la Coordinadora de Derechos Humanos (Codehupy).

Quello che non può accadere è che continuiamo ad essere indifferenti 
davanti a questo nuovo tentativo di sterminio dei settori più coscienti e
 combattivi della popolazione contadina paraguaiana, per mano dello 
stronismo e dei suoi eredi.

fonte: http://desinformemonos.org/2012/06/militarizacion-y-asedio-luego-de-la-masacre-de-campesinos-en-paraguay/

(traduzione a cura di rebeldefc at autistici.org - http://www.caferebeldefc.org) 		 	   		  
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