[Ezln-it] Gli zapatisti fondano il villaggio Comandante Abel
Annamaria
maribel_1994 at yahoo.it
Mon Aug 6 13:03:50 CEST 2012
La Jornada – 6 agosto 2012
A seguito delle aggressioni paramilitari, gli zapatisti fondano il villaggio Comandante Abel
Hermann Bellinghausen. Enviado. San Cristóbal de las Casas, Chis., 5 agosto. A seguito delle aggressioni dei paramilitari, la comunità zapatista San Patricio, del municipio autonomo La Dignidad (caracol Roberto Barrios), nel maggio scorso ha deciso di spostarsi su un altro podere di terre recuperate dall'EZLN nel 1994 e fondare il nuovo villaggio Comandante Abel.
Lo Spazio di Lotta contro l'Oblio e la Repressione, in coordinamento con la Rete contro la Repressione e per la Solidarietà in Chiapas, ha presentato un rapporto delle brigate di osservazione a San Patricio il quale descrive il cambiamento risultato di un processo di dignità di lotta delle famiglie basi di appoggio zapatiste che costantemente, e impunemente, subiscono la persecuzione paramilitare.
Nel 1994 la mobilitazione della società civile fermò la guerra, ma il governo messicano l'ha continuò con altri mezzi con il Piano Campaña Chiapas 94, la cui fase offensiva ordinava testualmente, "spostamento forzato della popolazione sotto influenza zapatista verso rifugi o zone di rifugio ufficiali; neutralizzazione della diocesi di San Cristóbal; cattura di messicani aderenti all'EZLN; espulsione di stranieri perniciosi; uccisione o controllo del bestiame equino e vaccino; distruzione di campi e raccolti ed uso della 'autodifesa civile' per rompere il rapporto di sostegno tra la popolazione ed i trasgressori della legge".
Nella regione chol (Tila, Tumbalá, Sabanilla, Salto de Agua, Palenque e Yajalón), la strategia si realizzò attraverso Desarrollo, Paz y Justicia, organizzazione paramilitare formata, finanziata, addestrata e protetta da strutture di governo, che non è mai stata disarmata, e le cui armi fornite direttamente dallo Stato, 18 anni dopo continuano a minacciare l'integrità delle basi di appoggio zapatiste. Tra il 1995 e 1997 i paramilitari sfollarono migliaia di persone. Controllavano le strade, sequestravano, torturavano, violentavano, facevano sparire le persone, assassinavano, bruciavano le case, rubavano i raccolti, gli animali, i beni. Ora, col ritorno del PRI alla presidenza della Repubblica e di Manuel Velasco Coello, del Partito Verde Ecologista (l'altra faccia della medaglia del PRI) al governo dello stato, le condizioni favoriscono il gruppo paramilitare, sostiene il rapporto.
Lo schema di contrainsurgencia è vigente in tutto il territorio zapatista. Basta guardare le azioni contro le comunità dei diversi caracoles: Nuevo Paraíso, San Marcos Avilés, Bolom Ajaw o San Patricio. Il Piano Campaña Chiapas 94 è ancora in atto: uccisione o controllo del bestiame, distruzione di campi e raccolti, impiego dell'autodifesa civile (paramilitari).
San Patricio viene fondato nel 1995. Per anni le famiglie zapatiste saranno vessate dal gruppo Paz y Justicia che crea sfiducia e divisioni. Di fronte alla resistenza dei ribelli, il gruppo paramilitare agisce con alcune famiglie del PRI con l'obiettivo di far fallire il processo autonomistico. Nel maggio scorso, i coloni hanno deciso di spostarsi in un altro spazio di terra recuperata, con l'appoggio di oltre 200 basi zapatiste di altre regioni, nel podere La Lámpara (precedentemente invaso per un mese e mezzo dai paramilitari di Paz y Justcia, ora Uciaf). Così nasce la comunità Comandante Abel. "Hanno lasciato quello che avevano costruito per creare una nuova comunità in onore della volontà, disciplina, amore e convinzione dello scomparso comandante dell'EZLN, che era incaricato della regione tzeltal e chol della zona nord".
Gli osservatori riferiscono di spari e ricorrenti minacce di sgombero. Durante il trasferimento degli zapatisti (il 16 e 28 maggio) ci sono stati spari e nuove minacce. Ora la comunità resiste e costruisce. A causa dell'invasione a San Patricio nel settembre del 2011, gli indigeni persero i raccolti. Ora, dopo essere stati spogliati dei propri beni, in forma collettiva costruiscono le case, seminano i campi; i lavori collettivi e le cooperative vanno avanti e così la scuola e il sistema di salute autonomi. http://www.jornada.unam.mx/2012/08/06/politica/016n1pol
(Traduzione "Maribel" - Bergamo)
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