[Ezln-it] Si aggrava l'assedio paramilitare di San Patricio

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Fri Sep 30 14:52:24 CEST 2011


La Jornada – Venerdì 30
settembre 2011
Si
consolida l’assedio paramilitare della comunità di San Patricio
Hermann Bellinghausen
 
La giunta di buon
governo (JBG) Nueva semilla que va a
producir, del caracol zapatista Que habla para todos, di Roberto
Barrios, ieri ha allertato su nuove "minacce di morte, massacri, furti,
danni, saccheggi ed abusi" contro le basi di appoggio dell'EZLN della
comunità chiapaneca di San Patricio, municipio autonomo ribelle La Dignidad, da
parte del gruppo armato che tiene sotto assedio il villaggio.
Le continue
aggressioni sono "guidate dai malgoverni ed eseguite dai loro paramilitari
di Paz y Justicia e Uciaf". Questi gruppi erano attivi nella zona nord tra
il 1995 e il 1997, rendendosi "colpevoli di molte morti e sgomberi delle
comunità" nella regione chol e nella selva nord.
I
filogovernativi, che hanno fatto irruzione lo scorso 10 settembre, continuano a
seminare danni ai beni delle famiglie zapatiste. "Il giorno 15 hanno
distrutto le recinzioni" dove si allevano gli animali in forma collettiva,
mettendo così in pericolo il bestiame. Gli invasori, racconta la JBG,
costruiscono case ed occupano gli spazi "con l'intenzione di cacciare i
nostri compagni". Queste persone "non hanno alcun rispetto, sono
violenti, aggressivi, e fanno uso di droga; in passato sono stati
assassini", anche se "il malgoverno non ha mai fatto giustizia".
Il 17 settembre, gli
invasori hanno dichiarato che i danni provocati sarebbero stati risarciti dalla
presidentessa municipale di Tila, Sandra Luz Cruz Espinosa, "perché è
stata lei ad ordinare loro di restare nel podere". Minacciano di
appropriarsi di tutti i beni degli zapatisti e di "uccidere tre dei nostri
compagni". Quel giorno "è passato in sella al suo cavallo José Vera
Díaz, della comunità Moyos (Sabanilla), con due armi", si è unito agli
invasori e li ha "diretti". Il giorno 23 è arrivata un'altra persona
armata. "E' chiaro che si stanno armando e preparando per compiere le loro
minacce di morte e massacro".
La JBG indica i
capi degli invasori: Mario Vásquez Cruz, Alfredo Cruz Martínez e Samuel Díaz
Díaz. "Reclutano le persone con 500 pesos e con l’inganno dicono loro di
aver già ottenuto la terra".
Inoltre, secondo
la JBG, Paz y Justicia sta preparando altri gruppi a Unión Hidalgo (Sabanilla),
guidati da Hipólito Ramírez Martínez (Abelino), Rodolfo Guzmán Ramírez e dal
militare Germán Gómez Guzmán, "del quale ignoriamo il plotone al quale
appartiene". Assicurano che “per il 7 ottobre massacreranno i compagni”.
Proseguono i
furti e l'uccisione degli animali. Il giorno 25 "hanno mietuto 220 piante
di mais, che equivalgono a 13 mila 200 chili". Hanno sottratto yucca,
canna, patate dolci, palme commestibili, peperoncini, arance e banani, mentre
"proseguono incessanti spari e movimenti notturni in stile militare con
armi da fuoco". La notte del 27, verso le 21, "sono avanzati in
colonne a 30 metri da dove si trovano i compagni, e sono rimasti lì fino alle 3
del mattino".
Di giorno entrano
nella comunità "ad esplorare e segnalare le case dei compagni".  
I bambini hanno
diarrea, vomito, infezioni, dolori ossei e febbre. E la cosa più preoccupante,
"ci sono compagne incinta, vicine al parto"
L'autorità
autonoma accusa i "capoccia locali" di essere "gli autori
intellettuali di questa manovra governativa": il sindaco Cruz Espinoza ed
il suo direttore delle opere pubbliche Carlos Clever González Cabellos; Genaro
Vázquez Pérez, consigliere comunale di Sabanilla, e l'ineffabile Mario Landeros
Cárdenas, veterano scissionista e leader fantasma della Xi'nich ufficiale al
servizio dei governi. La JBG lo ritrae così: "Bugiardo, baro, venduto,
senza scrupoli, è un insolente che usa le persone che si fanno ingannare".
Di fronte
all'invasione armata di San Patricio, i governi federale, statale e municipali
"hanno avuto un atteggiamento disumano; invece di risolvere il problema,
proteggono e coprono i criminali, negoziando e facendo accordi con loro".
La JBG avverte: "Pensano di demoralizzarci e così farci arrendere. Gli
zapatisti non si arrendono. Non negozieremo le terre che abbiamo recuperato con
il sangue dei nostri compagni caduti nel 1994. Se servirà altro, siamo pronti a
versarlo". http://www.jornada.unam.mx/2011/09/30/politica/024n1pol
Comunicato della JBG
 
(Traduzione "Maribel" - Bergamo)
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