[Ezln-it] Lettera di saluto di Marcos all'Assemblea della Rete Todos los Derechos para Todos

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Mon Mar 21 12:31:01 CET 2011



ESERCITO
ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

MESSICO

Marzo 2011

Alla 41
Assemblea Nazionale della Rete Nazionale di Organizzazioni Civili “Todos los
Derechos para Todas y Todos”


Da: Subcomandante Insurgente
Marcos.


Signore e signori.


Vi mandiamo i nostri saluti.
Prima di tutto vogliamo ringraziare il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé
de Las Casas AC. per l'invito che ci hanno fatto di mandare un messaggio amico
alla vostra Assemblea Nazionale.

Ho il privilegio di conoscere
personalmente qualcun@ di voi, ma conosciamo la maggioranza in un modo
gratificante, cioè, per l loro lavoro. 

Per questo,
permettetemi di usare un tono colloquiale per questo messaggio-saluto. Se non
me lo permettete, basta saltare tutto quello che segue e dire solo "l'EZLN
manda un saluto". In ogni caso, ci sono sentimenti che non hanno ancora un
alfabeto che permetta di esprimerli.  

Se state
leggendo già queste righe, significa che mi avete concesso la forma
colloquiale, ergo, procedo.

_*_

Sono sicuro
che la maggior parte di voi, se non tutti, sapranno ascoltare in queste righe
non i pensieri del SupMarcos, bensì quelli degli uomini, donne, bambini ed
anziani dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.  

Nello stesso
modo in cui noi, zapatiste e zapatisti, abbiamo saputo vedere nelle azioni di
Don Samuel non solo quelle di un individuo, ma quelle di una collettività.

Ma oggi
ricordiamo che, è vero, ora manca un viandante, ma la strada è lì. E sappiamo
che chi la percorre collettivamente, riuscirà a trasformare il dolore in bandiera
e deciderà di non dimenticare, e nemmeno di fermarsi.

Noi pensiamo
che sia così perché, come nella storia di quest'assenza fisica, la sua strada
ed il suo passo è la sua collaborazione, la sua ragion d'essere, la sua vita.

So che qualche idiota (solo
maschi, bisogna ammetterlo) ha approfittato della scomparsa di Don Samuel per
mettere l'EZLN contro la diocesi, e Don Samuel contro il SubMarcos rispetto a
quello che accadde in queste terre quel Primo Gennaio 1994, per qualcuno ora
dimenticato (non sono pochi quelli che, considerando i contributi democratici e
sociali, saltano dal 1998 al 2006), o per vedere chi ha fatto o fa di più per i
popoli originari del Chiapas e del Messico.

Con
argomenti del tipo il "mio papa è più bravo", o ostentando la potenza
maschilista del "vediamo chi ce l'ha più grande" o "vediamo chi
arriva più lontano" o "vediamo chi fa più schiuma", questi
personaggi hanno voluto infangare la significativa assenza di Don Samuel.  

C'è stato
chi ha partecipato a questo gioco per bambini idioti o per politici (che sono
la stessa cosa). E così hanno rivisto la storia per coprire la loro ignoranza,
o per manipolare i nostri coscienti e premeditati silenzi. Arriverà il momento
in cui la nostra parola raggiungerà quegli angoli oscuri, che sono stati
occupati da chi vuole vincere questa contesa senza senso.

Noi no. Noi
zapatisti non contendiamo un credito che in realtà appartiene a chi da 500 anni
vuole uscire da un incubo che cambia regime politico o partito al potere, ma
che continua ad imporre la sua dose di sfruttamento, abuso, repressione,
disprezzo.  

Neppure
aspiriamo o aneliamo ad una nota a piè di pagina nel pesante libro della storia
contemporanea di questo angolo del mondo. 


L'unico
credito che ci riconosciamo è quello dei nostri errori e mancanze che, è vero,
non sono pochi né lievi, ma non comprendono l'incoerenza in nessuno dei suoi
ipocriti aspetti.

Chi ha fatto
o fa di più per le comunità indigene di questo angolo del Messico?  

Per quanto
riguarda l'EZLN, noi rispondiamo che abbiamo fatto poco o niente. Invece,
aggiungiamo umilmente che è molto, è tutto, quello che i popoli indios del
Chiapas e del Messico hanno fatto per noi. Niente meno che darci identità,
strada, direzione, destino, ragion d'essere. 


E non solo a
noi. Anche a molti distanti e distinti nei calendari e nelle geografie del
Messico e del mondo.  

Il posto che
Don Samuel ha avuto ed ha tra le comunità indigene è quello che si è guadagnato
nel suo cammino. Non solo lì, certo, ma ora parlo solo di quello che ho conosciuto
di prima mano. E questo non dipende dalle qualità banali che, nei funesti
giorni della sua scomparsa fisica, hanno condito gli interventi, articoli ed
interviste di chi copre con le chiacchiere la sua mediocrità ed opportunismo.

_*_

Uno dei
meriti di Don Samuel, gli dissi una volta, è che potendo scegliere se essere
Onésimo Cepeda, scelse di essere Don Samuel Ruiz García.  

Proprio come
tutte e tutti voi potevate scegliere di essere un'altra cosa rispetto a cosa
siete ora, tuttavia avete scelto di essere, nei vostri rispettivi calendari e
geografie, difensori promotori dei diritti fondamentali dell'essere umano.

E scegliendo
questa identità, nello stesso tempo comune e differente (comune nel suo
spirito, differente nella sua storia, luogo e tempo), non avete scelto la
strada più facile, la più comoda, quella con più privilegi e maggiori compensi,
ma una delle più difficili, scomode, ingrate. 


Perché, chi
difende i diritti umani delle/dei difensori dei diritti umani?  

Infine, voi
potevate scegliere, per fare un esempio, se essere Diego Fernández de Cevallos
(chiedo scusa per le parolacce) e trasformare la gestione perversa delle leggi
in una fonte di ricchezza e potere.  

O potevate
scegliere di lavorare agli ordini di chi viola i diritti umani, cioè, con
governi statali o federali, e nascondervi dietro il fragile alibi del “cambiare
le cose dall'interno” o “attenuare le arbitrarietà dei governanti”.

Ma voi,
meglio di nessun altro conoscete le mille e una forma, alibi, pretesti e
giustificazioni per fare o per smettere di essere quello che ora siete (e che è
quello che motiva questa Assemblea ed il nostro saluto), cioè, la vostra
identità.  

In sintesi:
voi potevate scegliere di essere altre, di essere altri, tuttavia avete scelto
di essere quello che ora vi convoca e vi riunisce

Ognuno ha la
sua storia privata e personale di come è nata questa decisione, questo cammino,
ed il fatto fondamentale, l'essere ora ostinati viandanti per un mondo
migliore, non dipende da regali, articoli sui media, aneddoti in dibattiti o
incontri, o capacità di stimare il valore umano in centimetri.  

Ed il
riconoscimento di questa decisione non viene solo da chi vi persegue, vi
minaccia, vi calunnia, vi colpisce, vi imprigiona, vi assassina o cerca di
convincervi ad arrendersi, a cedere, a vendersi. Cioè, non viene solo dai molti
governi di diverso colore.

Il riconoscimento per quello che
avete scelto di essere, può venire anche da chi non ha i diritti elementari o
li vede calpestati da chi ha la forza perché non ha la ragione. Da chi ha
trovato nei vostri progetti, nei vostri passi, l'accompagnamento nella domanda
del diritto fondamentale. Il diritto di avere tutti i diritti e di esercitarli.

_*_

A noi
zapatisti hanno sempre suscitato ammirazione e rispetto le persone che, potendo
scegliere di stare sopra, scelgono di stare sotto e con quelli che stanno
sotto.  

Notare che
non sto parlando di filiazione politica o di credo ideologico, ma di una
posizione, di qualche chiara e semplice risposta alle domande “dove?”, “con
chi?”, “di fronte a chi?” 

E notare
anche che, messe così, queste domande mettono in ridicolo le domande “chi è il
migliore?”, “chi fa di più?”, “chi vince?”

Forse per
qualcuno di lì la cosa importante saranno le risposte alle domande competitive.
Non lo mettiamo in discussione. Ognuno fa uso del suo tempo secondo le sue
possibilità… ed amicizie.  

Quello che
voglio dire è che sono le vostre domande alle domande che danno identità,
quelle che si riconoscono qua in basso. Dove, in basso, con chi, con chi lotta,
contro chi, contro chi opprime.  

Questo
riconoscimento che viene dal basso nessuno lo può contendere, né aspetta la
certificazione di chicchessia delle geografie politiche, da un estremo
all'altro.  

Ed a volte
questo riconoscimento prende la forma di un saluto, come in questo caso in cui,
attraverso le mie lettere, le comunità indigene zapatiste vi mandano un
abbraccio col pretesto di questa Quarantesima Assemblea Nazionale.

_*_

Quarantuno
assemblee sono molte, è vero, ma sembra che quella di quest'anno si svolga in
tempi particolarmente delicati.  

Delicati per
la violenza diffusa su tutto il territorio nazionale, e delicati per la
violazione/negazione dei diritti umani che è la conseguenza di quella violenza
esercitata fondamentalmente dallo stato.

Difficilmente
si potrà trovare un altro calendario in cui la violazione e negazione dei
diritti umani abbraccia tutta la geografia nazionale… e dove la difesa di
questi diritti sia tanto pericolosa.  

Perché gli
attentati ai diritti fondamentali (vita, libertà, beni, verità) ora vengono
subito non solo dai settori sociali cosiddetti "vulnerabili".  

La violenza
dilagante, col governo federale guidato dalla macabra brigata, non solo si
estende su tutto il territorio nazionale e distrugge tutti gli ambiti della
vita quotidiana. Ora 
"democratizza" il suo arbitrio facendo vittime in tutti gli
strati sociali.

Un oltraggio
così nazionale e così attuale dovrebbe provocare una reazione di uguale
estensione in identico tempismo, ma si vede che il calendario tracciato
dall'alto, quello elettorale, impone altre priorità.   

Anche per
questo questi tempi delicati. Perché lassù vogliono prendere posizione nella
falsa alternativa elettorale. Non c'è bisogno che mi dilunghi nei pericoli che,
per la strada che avete intrapreso, rappresentano questi appelli all'emergenza.

Chi lavorano
sul serio nella difesa dei diritti umani sa bene che i diversi simboli politici
al potere si contendono con entusiasmo solo la sistematica violazione dei
diritti fondamentali.  

Noi
confidiamo in coloro che hanno saputo ascoltare e guardare, e di conseguenza,
hanno cercato di comprendere.  

Perché così
come per noi il loro impegno è fuor di dubbio, così lo è anche la loro
intelligenza e la loro capacità di analisi.

_*_

Bene, non
voglio disturbare oltre. Ho visto l'agenda preliminare della vostra Assemblea e
so che avete molto da fare… e solo un pranzo in 3 giorni (cosa che chiaramente
è una violazione al diritto di fare pausa). 


Con
l'abbraccio che vi mandiamo, va anche il nostro augurio di una buona assemblea.  

Come tutte
le decisioni che realmente sono importanti e che fanno la differenza, quelle
che voi prenderete in questi giorni non avranno eco né conseguenze immediate,
ma saranno fondamentali per la geografia ed il calendario che sceglierà la
vostra identità.  

Perché chi
cammina sa che ogni passo conta, benché il percorso si renderà visibile solo
giunti a destinazione.  



Salve e che,
senza che importino rischi e maldicenze, si mantenga la vostra identità.  

Dalle montagne del
Sudest Messicano

Subcomandante Insurgente
Marcos

Messico, Marzo 2011


P.S. - Mi dispiace che la mia
firma, e la data che scrivo in calce, contraddica le dicerie apparse su
twitter, notizie e comunicati governativi sul mio stato di salute. Benché,
bisogna dirlo, la cosa dell'enfisema polmonare e del cancro abbia provocato che
non mi mandano più tabacco, questa è un chiara manovra contrainsurgente. Quindi
è ufficiale. Non ho quello che dicono che ho… o non ancora. Dunque non temete e
mandate tabacco, ed avrò cura di coprire la scritta che recita. "Fumare è
causa di cancro ed enfisema polmonare. Fumare in gravidanza aumenta il rischio
di parto prematuro e di neonato sotto peso (ovvero non potrò più dire "fat
is beatifull"?) ed altri rischi riproduttivi" (cioè, non potrò
vincere al concorso di "vediamo chi ce l'ha più grande"? bah, io ero
già in fondo alla lista). In ogni caso, mandate tabacco.


Ora sì. Vale de nuez.


Dalle montagne…
cof…cof…cof…arghhh…cof…cof…puah!…

Oh,oh… cos’è questo, un pezzo di
polmone o di zucca non digerita?

Il Sup, che alimenta i
pettegolezzi.

 

(Traduzione "Maribel" -
Bergamo)




      
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