[Ezln-it] Un complesso alberghiero nei Montes Azules
Annamaria
maribel_1994 at yahoo.it
Wed Jun 22 14:23:23 CEST 2011
La Jornada – Mercoledì 22
giugno 2011
La
Segreteria del Turismo (Sectur) autorizza la costruzione di un complesso
alberghiero nella riserva dei Montes Azules
Hermann Bellinghausen. Inviato. Ocosingo, Chis.,
21 giugno. Nella laguna
di Miramar, nella Riserva Integrale della Biosfera Montes Azules (RIBMA),
considerata dalle autorità ambientali prioritaria per la conservazione su scala
nazionale, sta per iniziare la costruzione di un grande complesso alberghiero.
Questo starebbe avvenendo "senza il consenso degli abitanti e senza
perseguire un vero sviluppo sostenibile per gli abitanti della regione",
secondo il rapporto confidenziale di un esperto dell'Istituto Nazionale di
Antropologia e Storia (INAH), che ha chiesto l'anonimato, e che è confermato
dalle testimonianze degli abitanti tzotziles e choles dell'area.
Nel 2010
funzionari federali della Segreteria del Turismo (Sectur) ed impresari hanno
negoziato con i coloni dell'ejido Emiliano Zapata, le cui terre confinano con
la bellissima laguna Miramar, "la concessione di quattro ettari per la
costruzione di questo complesso, così come il diritto di sfruttamento turistico
della laguna per i prossimi 30 anni".
Analisti,
giornalisti ed organizzazioni indigene ed ambientaliste presenti nella selva
Lacandona hanno ripetutamente denunciato che le misure di ricollocamento e
sgombero di popolazioni insediate nei Montes Azules successivamente al decreto
che creò la "riserva della biosfera", nel 1978, vogliono espellere
gli indigeni per sfruttare la zona turisticamente e commercialmente. Questo si
rivolge a località considerate "irregolari" in prossimità delle
lagune Suspiro, Ocotal e Ojos Azules, principalmente 6 de Octubre e Nuevo San
Pedro, a nord dei Montes Azules. Le altre comunità prese di mira sono Nuevo San
Gregorio, Nuevo Salvador Allende, Benito Juárez e Ranchería Corozal.
La costruzione, a
quanto pare imminente, del complesso turistico a Miramar conferma i piani
governativi ed industriali per privatizzare e subordinare le comunità. Secondo
il rapporto, in possesso de La Jornada,
le autorità "che hanno avallato la costruzione del presente complesso e
progetti simili, non vogliono coinvolgere le popolazioni locali nei benefici e
nelle responsabilità della conservazione, ma, con le loro azioni di fatto,
risultano corresponsabili dall'appropriazione di zone strategiche della selva
Lacandona". In questa concezione di sviluppo si iscrivono i centri di
turismo ambientale nelle mani di privati e la riconversione di ampie zone alla
monocoltura di palma africana e pinoli per produrre biocombustibili.
Una parte dei
coloni coinvolti racconta i precedenti della costruzione del complesso
alberghiero. Non stupisce che, come in tanti altri casi, risulti chiave la
divisione delle comunità per disattivare qualunque resistenza. Un dato
significativo è che la base militare di San Quintín si trova a poco più di un
chilometro da Emiliano Zapata, ejido fondato a metà del secolo XX e che ha
ottenuto il riconoscimento presidenziale nel 1969.
Così, il decreto
della RIBMA, che comprende parte dell'ejido, risulta successivo. Le terre della
comunità possiedono caratteristiche "relativamente adeguate" per la
produzione agraria e l'ecoturismo: terre pianeggianti, acqua abbondante ed
attrazioni turistiche. Vi abitano circa 850 choles e tzotziles. In questa
regione, la maggioranza di indigeni tzeltal sono agricoltori "milperos" che producono per
autoconsumo. L'unica produzione commerciale è quella del bestiame.
A completamento
del complesso alberghiero ci sarà una strada che faciliterà l'affluenza dei
turisti. In relazione agli studi di impatto ambientale e all'autorizzazione del
progetto da parte della Segreteria dell'Ambiente e Risorse Naturali, la
Segreteria del Turismo disse agli ejidatarios "che non dovevano
preoccuparsi al riguardo". Con loro sorpresa, riferiscono gli ejidatarios,
seppero che le autorità ambientali "avevano già effettuato gli studi"
per autorizzare il progetto, mentre altri loro progetti, più modesti, erano
stati respinti per presunte incompatibilità ambientali. http://www.jornada.unam.mx/2011/06/22/politica/025n2pol
(Traduzione
"Maribel" - Bergamo)
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