[Ezln-it] EZLN: 17 anni di resistenza e autonomia

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Sat Jan 1 14:23:18 UTC 2011





La Jornada –
Venerdì 31 dicembre 2010

Le
domande non sono state soddisfatte, denunciano le comunità in resistenza dal
1994

Dopo 17
anni dalla comparsa sulla scena dell’EZLN, il governo continua a sostenere una
guerra occulta

Nonostante la strategia contrainsurgente,
gli indigeni hanno sviluppato un’autonomia pacifica

Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las
Casas, Chis. 30 dicembre. L’insurrezione armata dell’Esercito di
Liberazione Nazionale (EZLN) compie 17 anni senza che, a giudizio delle
comunità indigene in resistenza dal gennaio del 1994, le sue richieste siano
state soddisfatte da quattro successivi governi federali e sei amministrazioni
statali. Nonostante questo, ed una prolungata strategia contrainsurgente,
le comunità e regioni ribelli portano avanti una significativa esperienza di
autonomia pacifica, chiaramente nazionale, che è risultata efficace anche a
difesa della sovranità territoriale messicana in tempi in cui questa non
brilla.

Arrivarono nei quartieri periferici di questa città la notte
del 31 dicembre 1993. Chi li vide apparire moltiplicandosi nell'ombra ne contò
dapprima centinaia. Verso mezzanotte erano già migliaia, armati e in divisa. Si
concentrarono nell'anello periferico, vicino al viale Juan Sabines Gutiérrez,
dopo aver occupato la piazza di San Ramón ed il Puente Blanco, accesso alla
città provenendo dagli Altos.

Dall'altro estremo, all'uscita per Comitán, il quartiere di
San Diego ed Avenida Insurgentes, altre truppe indigene avanzavano verso il
centro. Nel corso dell'alba, i nuovi insorti presero il palazzo municipale, la
piazza centrale e, di fatto, la città. La stessa cosa succedeva a Ocosingo, Las
Margaritas, Altamirano e Huixtán.

A quell'ora era ormai sovvertito in maniera irreversibile
tutto il territorio indigeno del Chiapas, ancora ignoto alla maggioranza dei
messicani, compreso il governo del presidente Carlos Salinas de Gortari e dei
governatori Patrocinio González Blanco Garrido ed Elmar Setzer. I popoli maya
dl Chiapas iniziarono una guerra di liberazione tuttora in corso. Il grido di
"Ya Basta!" che la mattina seguente attraversò il mondo è una pietra
miliare nella storia moderna del Messico.

Da allora, il movimento indigeno zapatista è un attore
chiave nella lotta politica del paese. Sebbene i ribelli decretarono una
tregua, dopo 12 giorni di combattimento nel gennaio del 1994, la guerra non è
finita. Non sono state soddisfatte le domande che diedero origine alla
sollevazione, riconosciute come legittime dai governi di Salinas de Gortari,
Ernesto Zedillo e Vicente Fox. Inoltre, i governi successivi hanno sviluppato
un'incessante guerra irregolare, "di bassa intensità", contro le
comunità organizzate con l'EZLN, suoi simpatizzanti, ed oggi anche gli aderenti
all'Altra Campagna.


In un contesto nazionale di diffusa militarizzazione e
combattimenti irregolari, frequentemente oscuri, ci si dimentica che le
montagne del Chiapas continuano ad essere la regione più militarizzata del
paese, e quella che sembra una "pace relativa" è in realtà una guerra
occulta. Con le armi come appoggio (numerose truppe federali occupano decine di
comunità sul suolo indigeno), il governo sta portando avanti una sofisticata
guerra economica, sociale (a volte mascherata come "religiosa") e
psicologica.


Durante questo periodo le comunità ribelli non solo hanno
resistito e sono sopravvissute, ma si sono percettibilmente trasformate. Nel
dicembre del 1994 stabilirono circa 40 municipi autonomi, dando inizio alla
ribellione autonomista più lunga ed efficace dell'era moderna nel mondo. Tre
lustri dopo, lo zapatismo ha cinque giunte di buon governo che, in mezzo ad una
guerra contrainsurgente contro di loro, rappresentano un fattore ineludibile di
governabilità e legalità, letteralmente a dispetto delle politiche governative.

Gli zapatisti non solo hanno applicato una riforma agraria
ugualitaria che ha elevato i livelli di vita, dignità e libertà di migliaia di
contadini indigeni, ma attraverso autentiche "scuole" di governo
(inteso come servizio), le giunte dei cinque Caracoles, dove operano dal
2003, hanno costruito sistemi alternativi di educazione, salute, giustizia,
produzione e commercializzazione di prodotti agricoli. Inoltre, sono tre lustri
di relazioni solidali e politiche con lotte ed organizzazioni del resto del
paese, America ed Europa.

Nel 2010, attivi ed in lotta sulle montagne del sudest, gli
zapatisti hanno mantenuto un pertinace silenzio, occasionalmente rotto per
denunciare aggressioni paramilitari, poliziesche e militari quando queste
raggiungono livelli intollerabili, cosa che non toglie che succedano
costantemente. http://www.jornada.unam.mx/2010/12/31/index.php?section=politica&article=011n1pol

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)




      
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