[Ezln-it] Maderas del Pueblo accusa la Oppdic di vessare gli ejidatari di Bachajon

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Mon Feb 14 14:17:46 UTC 2011



La Jornada – Lunedì 14
febbraio 2011

Maderas
del Pueblo accusa la Oppdic di vessare gli ejidatari di Bachajón e chiede la
fine degli aiuti governativi a questa organizzazione

Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de
las Casas, Chis., 13 febbraio. L'organizzazione
ambientalista Maderas del Pueblo del Sureste ha denunciato che “le azioni di
vessazione e provocazione” contro gli ejidatari di San Sebastián Bachajón
(Chilón), che “sono culminate con l'esproprio violento del botteghino di ingresso
alle cascate di Agua Azul, sono state perpetrate impunemente da gruppi
filogovernativi, appartenenti all'Organizzazione per la Difesa dei Diritti
Indigeni e Contadini (Opddic)”, o vincolati ad essa.

L'organizzazione
civile chiede la “sospensione immediata” di ogni “appoggio e copertura”
governativa agli ejidatari filogovernativi ed ai membri della Opddic, e
sottolinea: “Non possiamo slegare le azioni repressive del governo statale
dagli interessi nazionali e transnazionali per il possesso dei territori
indigeni chiapanechi, ricchi di risorse naturali strategiche”. La loro
intenzione è “privatizzarle per il lucro miliardario di impresari e politici
associati”. Questo “affare” è mascherato “dall’ingannevole schema di 'pagamento
per servizi ambientali’”.

Maderas del Pueblo
sostiene che, anche se negato dalle autorità, “il bottino conteso è l'acqua e
la bellezza paesaggistica di questa zona”, la ragione di “queste aggressioni
impuni”, adducendo “un falso 'ecoturismo' (in realtà un turismo elitario
d'avventura)”, e sotto la copertura “legale ma illegittima” di Area Naturale
Protetta.

L'analisi ricorda
la Dichiarazione di Comitán, elaborata dall'ex governatore Roberto Albores
Guillén e firmata nel 2006 davanti al notaio pubblico dall'allora candidato
perredista Juan Sabines Guerrero, che si impegnava ad includerla nel suo piano
di governo. Detta dichiarazione si pronunciava per “costruire una nuova Cancun”
nel nord del Chiapas, perché il governo federale “deve impegnarsi a sviluppare
nei prossimi anni un programma turistico integrale che comprenda Palenque, Agua
Azul, Misol-há, Toniná, Yaxchilán, Bonampak e Playas de Catazajá”.

Nella sua analisi
documentale, Maderas del Pueblo riassume che lo scorso 3 febbraio sono stati
fermati “in maniera arbitraria” 117 indigeni aderenti all'Altra Campagna, e
sono stati oggetto “di gravi irregolarità durante la loro cattura e durante il
loro arresto, subendo minacce e maltrattamenti”. Quel giorno, mentre gli
ejidatari erano riuniti per concordare una risposta da dare al governo statale “sull'offerta
di un tavolo di dialogo”, un gran numero di poliziotti statali “hanno eseguito
un operativo a sorpresa con il risultato dell'arresto in massa, inseguendo
perfino quelli che cercavano rifugio nelle case dei vicini”.

Felícitas Treue,
del Collettivo Contro la Tortura e L’Impunità (CCTI) ritiene che “sono stati
violati i diritti all'integrità personale, alla presunzione di innocenza, al
giusto processo, garanzie giudiziarie e protezione legale”, e denunciando la “privazione
arbitraria della libertà degli ejidatari”, segnala che “tra altre irregolarità,
non hanno avuto un avvocato né un interprete qualificato, e sono stati
minacciati da poliziotti statali e vessati dal Pubblico Ministero”.

Il CCTI specifica
che il 5 febbraio scorso la Procura Generale di Giustizia dello Stato ha
liberato 107 ejidatari, ed il giorno 11 è stato decretato l'arresto per dieci
di loro, e condivide la preoccupazione per gli ejidatari tzeltales con la
Segreteria Internazionale dell'Organizzazione Mondiale Contro la Tortura (La Jornada, 13-02-11).

Il giorno 6, il
governo del Chiapas aveva annunciato un tavolo di de dialogo “tra le parti”, senza
la presenzia degli ejidatari dell’Altra Campagna, che sostengono che non è
stato rispettato il processo di dialogo interno in corso per la decisione
comunitaria. Oltre ad essere stati “violentemente derubati del botteghino da un
gruppo di ejidatari filogovernativi”, la polizia occupa le loro terre e dieci
indigeni, tra loro un minorenne, sono in carcere nel Centro Statale di
Reinserimento Sociale N. 17, con le accuse di omicidio aggravato, tentato
omicidio, attentato contro la pace e l'integrità fisica e del patrimonio dello
Stato (Istruttoria penale 39/2011) http://www.jornada.unam.mx/2011/02/14/index.php?section=politica&article=019n1pol

(Traduzione
"Maribel" - Bergamo)




      
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