[Ezln-it] Ejidatarios di Bachajón denunciano l’ingerenza del governo

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Wed Dec 7 12:38:11 CET 2011


La Jornada – Mercoledì 7 Dicembre 2011
Gli
ejidatarios di Bachajón denunciano l’ingerenza del governo chiapaneco
HERMANN BELLINGHAUSEN
 
Dopo aver recuperare per due giorni la
proprietà del loro ejido in cui si trova la cabina di riscossione per
l'ingresso alle cascate di Agua Azul (il "centro ecoturistico" più
pubblicizzato dal governo del Chiapas), gli ejidatarios di San Sebastián
Bachajón aderenti all'Altra Campagna denunciano l'intervento del segretario di
Governo in persona, sabato scorso, che ha offerto denaro e minacciato di
ricorrere alla polizia per sgomberarli.
Gli ejidatarios hanno protestato con una
manifestazione sulla strada Ocosingo-Palenque, senza bloccare il traffico, per
denunciare il governatore Juan Sabines Guerrero ed il segretario di Governo,
Noé Castañón, come "complici" delle autorità ejidali filogovernative,
capeggiate da Francisco Guzmán Jiménez (Goyito), nell'esproprio delle terre di
proprietà collettiva.
Riferiscono che il 30 novembre, gli
ejidatarios aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona avevano
ripreso le installazioni e la cabina di riscossione "allo scopo di
recuperare quello che il commissario ufficiale, in complicità con gli enti del
governo, vogliono toglierci: più di 600 ettari di terra, falsificando un
provvedimento che non è neppure conforme al decreto presidenziale del 29 aprile
1980."
Per tale ragione, gli ejidatarios hanno
occupato il luogo per due giorni, "aspettando che arrivasse il commissario
ufficiale a spiegare quello che stava facendo senza il consenso del massimo
organo ejidale, poi, improvvisamente, è apparso l'interessato, 'l'angelo
custode' degli sporchi politici"; cioè, il segretario Castañón, "che
è intervenuto come se fosse un altro membro dell'ejido, perché Goyito gli ha
dato il 'permesso' di fare quello che vuole sulle nostre terre",
sostengono gli indigeni. Il quale ha detto loro che il recupero era un modo di
"provocare altra violenza".
Il funzionario "ha mostrato un accordo
già redatto, che non sappiamo nemmeno dove sia stato fatto, obbligandoci a
firmare, come se stessimo chiedendo la carità, mentre il nostro obiettivo era
recuperare le terre su cui hanno illegalmente costruito un centro di pronto intervento
con la presenza permanente della polizia preventiva".
Sostengono: "Non siamo spinti da
interessi economici, tuttavia ci hanno offerto dei soldi". Dicono che il
segretario li ha avvertiti che "se non accettavamo, la polizia ci avrebbe
sgomberato con la violenza".
Il commissario ufficiale si era impegnato a
convocare ad un'assemblea degli ejidatarios per domenica 4 dicembre ad Alan Sac
Jun, ma non l'ha mai fatto. Si è riunito solo col gruppo filogovernativo a
Pamalá ("tana di topi" lo chiamano), "come se fossero gli unici
proprietari", mentre gli altri aspettavano nella casa ejidale del Centro
Alan Sac Jun.
Gli indigeni affermano che in questo gruppo ci
sono "i veri responsabili di quello che sta succedendo nel nostro ejido,
in complicità col malgoverno che finanzia la morte, la violenza, l'abuso e la
repressione".
Ed avvertono: "Che sia chiaro chi sono i
responsabili, perché questa volta non cadremo nelle loro bugie e dimostreremo
chi siamo e che cosa vogliamo". Infine, annunciano che "in questi
giorni" occuperanno nuovamente la cabina di riscossione. http://www.jornada.unam.mx/2011/12/07/politica/024n1pol
(Traduzione "Maribel" - Bergamo)
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