[Ezln-it] Frayba: In Chiapas prosegue la strategia contrainsurgente

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Fri May 28 14:14:05 CEST 2010





La Jornada – Venerdì 28
maggio 2010

CENTRO
FRAY BARTOLOME DE LAS CASAS: IN CHIAPAS PROSEGUE LA STRATEGIA CONTRAINSURGENTE

Elio Henríquez. San Cristóbal de Las Casas, Chis.,
27 maggio. Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé
de Las Casas (CDHFBC) afferma che “è documentato e provato” che in Chiapas, 16 anni
dopo la sollevazione zapatista, continua ad essere applicata la strategia contrainsurgente.

“Si utilizzano
ampiamente risorse politiche, sociali, giudiziarie, psicologiche e mediatiche
per giustificare il suo operato e la sua implementazione”, denuncia nella sua
relazione annuale l'organizzazione fondata e presieduta dal vescovo emerito di San
Cristóbal, Samuel Ruiz García.

Sostiene che in
Chiapas la Iniciativa Mérida ha
contribuito ad acuite il conflitto armato non risolto e sebbene la “strategia contrainsurgente derivata dal ‘piano’ sia
tramata dalle cupole della Segreteria della Difesa Nazionale, in coordinamento
col Centro di Investigazione e Sicurezza Nazionale, in questo ultimo periodo si
è consolidata come politica di Stato”.

Questa strategia,
continua, si è focalizzata “nell’indebolimento delle basi sociali sulle quali
si sostiene l’insurrezione armata, oltre che legittimare gli atti arbitrari dei
governi federale e statale di fronte alla sfiducia generale della popolazione”.

Le facce della contrainsurgencia, sostiene, sono
configurate da una gamma di attori il cui intervento sullo scenario di guerra ha
svelato il loro vero ruolo, come istituzioni governative di intelligenza civile
e miliare, forze armate e di polizie miste, gruppi paramilitari, operatori
politici di governo, enti ufficiali e mezzi di comunicazione di massa.

Il rapporto
presentato da Ruiz García, Diego Cadenas, direttore dell’organismo, e da
Agnieszka Raczynska, segretaria esecutiva della Rete Messicana Tutti i Diritti
per Tutti, afferma che l'incremento della repressione e criminalizzazione
evidenzia l'incapacità delle autorità di rispondere alle espressioni di
dissenso della società civile.

“Il governo
sostituisce il dialogo e l'accordo per azioni di persecuzione, minacce, tortura
e privazione illegale della libertà contro i difensori di diritti umani,
comunità e popoli”, afferma.

Il CDHFBC dichiara
inoltre che l'intrusione del governo messicano negli spazi sociali per
esercitarne il controllo ed il suo interesse nell’appropriazione del territorio
dei popoli, si devono ad interessi concreti volti a creare benefici alle alte
sfere del potere politico ed economico. “Per questo il governo implementa una
politica che ha sviluppato attraverso la strategia contrainsurgente e le azioni repressive sui versanti politici,
culturali, sociali, giudiziari e psicologici”.

La logica del governo,
segnala, consiste nel criminalizzare le persone, i movimenti sociali o le comunità
che si organizzazione e si oppongono al sistema economico.

Inoltre: “In
Chiapas l'imposizione di questo sistema di esclusione si è tradotto in morti
violente, sgomberi forzati, perquisizioni illegali ed incursioni militari e di
polizia in comunità, tentativi di vincolare attivisti e leader sociali a
presunte organizzazioni criminali”.

Secondo il Centro
de las Casas, difendendo la propria autonomia, territorio e risorse naturali,
le comunità e le organizzazioni rappresentano un ostacolo agli interessi del
governo messicano che vuole implementare progetti che considera di "grande
respiro", come il progetto México 2030 che contempla la
privatizzazione dell'energia, dell'acqua, dei minerali e perfino delle zone
riserva della biosfera.

Ruiz García ha
detto che “bisogna accompagnare coloro che subiscono violazioni delle loro
garanzie affinché ci sia non solo il riconoscimento di quei diritti, ma il
cambiamento delle situazioni all'interno delle quali questi sono violati”.

Ed ha aggiunto: “non
è solo la constatazione di cose che sono accadute e si sono subite, bensì
l'aspettativa del cambiamento nel denunciare queste violazioni. Speriamo in
questo modo di continuare a contribuire poco a poco alla costruzione di una
nuova società dove ci siano giustizia, verità e fraternità”.

(Traduzione “Maribel” - Bergamo)




      
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