[Ezln-it] Aggressioni per rompere la tregua dell'EZLN

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Tue Jun 29 14:46:01 CEST 2010





La Jornada – Martedì 29
giugno 2010

 

Giornata di solidarietà con
le basi zapatiste del Chiapas

La
Rete di appoggio accusa: L'aggressione a El Pozo è avvenuta per rompere la
tregua dell'EZLN

HERMANN BELLINGHAUSEN

 

Di fronte ai
fatti di violenza contro le basi di appoggio dell'EZLN nella comunità tzeltal
Idi El Pozo, negli Altos del Chiapas, la Rete Contro la Repressione e per la
Solidarietà denuncia che questo dimostra che i governi federale, statale e
municipale vogliono provocare, attraverso l'aggressione, “la reazione dei
compagni per scatenare uno scontro che rompa il silenzio e la tregua degli
zapatisti”.

 

Annunciando che
convocherà “una giornata nazionale ed internazionale di solidarietà con le
comunità zapatiste del Chiapas”, la Rete ricorda che la giunta di buon governo
di Oventik ha denunciato l'aggressione subita dalle basi di appoggio dell'EZLN
a El Pozo (municipio ufficiale di San Juan Cancuc) il 21 giugno “da parte di
persone appartenenti al PRI ed al PRD che volevano obbligare nove famiglie
zapatiste del luogo a pagare i servizi di acqua ed elettricità, sapendo che i
nostri compagni sono in resistenza”.

 

Aggiunge che “gli
aggressori avevano raggruppato 240 persone armate di machete, pietre ed
attrezzi, incitate da alcool, droga ed appoggio governativo”.

 

L’aggressione ha
lasciato gravemente feriti Miguel Hernández, con frattura del cranio ed
esposizione di massa encefalica, ricoverato presso l’ospedale di Tuxtla Gutiérrez;
Manuel López Hernández, anche lui ferito alla testa e ricoverato nell’ospedale
di San Cristóbal, e molti altri feriti”.

 

La Rete, formata
da aderenti dell'Altra Campagna in diversi stati, aggiunge che si trovano in
carcere gli zapatisti Francisco Méndez Velasco, Sebastián Hernández Gómez e
Francisco Santiz Méndez, e dichiara: “La resistenza zapatista e la costruzione
delle sue autonomie non solo non sono capite dai malgoverni e dai loro lacchè,
ma ora neppure le tollerano e tentano di distruggerle arrivando all'aggressione
fisica. Gli zapatisti hanno dimostrato nei fatti il compimento della loro
parola di realizzare un movimento civile e pacifico, e l'hanno dimostrato in
questa occasione, poiché loro non sono stati gli aggressori, bensì gli aggrediti
ed hanno agito per legittima difesa della loro gente e della propria vita”.

 

La provocazione
di azioni violente tra indigeni “è il modo in cui i malgoverni vogliono
legittimare la presenza di militare e dei poliziotti statali nelle loro
comunità”.

 

Con questa azione
“si dimostra che gli attacchi provengono dai tre livelli di governo, che gli
aggressori sono parte di essi e che agiscono su ordine e per convenienza degli
interessi dei padroni del denaro, i veri padroni del potere”, sottolinea la
Rete. “Mentre i nostri compagni sono in carcere, gli aggressori sono liberi e
minacciano le famiglie zapatiste in altre comunità.”

 

L’organizzazione
invita l’Altra Campagna, la Zezta Internazional ed in particolare i membri
Della Rete stessa “a realizzare azioni di protesta, a far sentire la propria
voce in solidarietà con le basi di appoggio zapatiste e con l’EZLN, e a
denunciare gli attacchi dei malgoverni federale, statale  municipale”.

 

Ricordiamo che
nei fatti della settimana scorsa un indigeno priista ha perso la vita ed altri
sono rimasti feriti. Da parte loro, le famiglie zapatiste hanno dovuto cercare
rifugio nella capoluogo del municipio autonomo di San Juan Bautista Cancuc. http://www.jornada.unam.mx/2010/06/29/index.php?section=politica&article=018n1pol

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)




      
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