[Ezln-it] La Brigata Europea accusa i media di criminalizzare il movimento
Annamaria
maribel_1994 at yahoo.it
Sat Jul 17 15:03:11 CEST 2010
La Jornada - Sabato 17 luglio 2010
Brigata
Europea: Resistenza al capitalismo, scuola di libertà zapatista
Accusa la
"magigornaza dei media" di criminalizzare il movimento
Conferma la strategia “ai
più alti livelli” per distruggere le comunità ribelli
Hermann Bellinghausen. San Cristóbal de las Casas, Chis.,
16 luglio. “Rinunciando ad egemonizzare ed omogeneizzare la società, gli
zapatisti hanno saputo trasformare la resistenza al capitalismo nella scuola
della loro libertà, attraverso la costruzione dell'autonomia che si declina in:
organizzazione politica, salute, educazione, agroecologia, comunicazione, lotta
per la terra e il territorio e per i diritti delle donne”.
In questo termini caratterizza l'esperienza delle comunità
ribelli la Brigata Europea di Solidarietà con gli Zapatisti, che oggi conclude
il suo viaggio nei cinque caracoles. Per questo, "insieme queste
affrontano aggressioni talmente simili che non resta altro che confermare
l'esistenza di una strategia globale, elaborata ai più alti livelli del potere
politico, strettamente legati agli interessi dell'economia capitalista
internazionale" per distruggere la resistenza.
Dopo aver visitato anche comunità minacciate o aggredite, la
brigata ha riscontrato che "la costruzione di un sistema autonomo di
salute ha permesso di ridurre la mortalità infantile e materna; si dà molta
importanza al recupero della medicina tradizionale ed alla prevenzione e
vaccinazione", nelle comunità.
Nel caracol di La Realidad opera un ospedale generale
equipaggiato per interventi chirurgici, ultrasuoni ed analisi di laboratorio.
La clinica della donna Comandanta Ramona, a La Garrucha, dal 2008
"è un riferimento per quanto riguardai diritti delle donne".
L'educazione, "obbligatoria fino alla vecchiaia",
rappresenta un processo di cui la scuola fa parte, così come "condividere
e lavorare nella comunità per tutta la vita". A Morelia, per esempio,
quest'anno esce la prima generazione dalla secondaria tecnica "i cui
studenti assumeranno incarichi nell'educazione o in altri settori, secondo la
necessità della loro comunità e la loro volontà".
Un rappresentante dello stabilimento balneare El Salvador,
ad Agua Clara, ha detto ai brigatisti: "Non abbiamo vergogna perché non
stiamo rubando, ma lavorando la terra. Non abbandoneremo mai la lotta". Ha
sottolineato che la terra non si vende. "Tutto quello che prendiamo dalla
terra, lo dobbiamo restituire. Il contrario di quanto fa il capitalismo che
esige sempre di più dalla terra senza restituirle niente".
Così, "l'autonomia zapatista si costruisce sul
principio fondamentale ed ancestrale dell'attenzione alla terra e alle risorse
naturali. La sovranità alimentare dipende dai principi dell'agroecología, dal
rifiuto de prodotti chimici e dalla conservazione dei semi nativi per non
dipendere dalle multinazionali".
Nel caracol di Oventic è stato spiegato alla brigata
"come usare prodotti organici sostenibili e non chimici, perché provocano
problemi di salute alla terra".
E' stato anche apprezzato il lavoro collettivo delle radio
comunitarie e delle squadre di cineasti. Solo a Roberto Barrios la commissione
video lavora dal 1998 ed ha pubblicato diversi documentari.
Gli osservatori europei rilevano che, in mezzo a tutto
questo, "assistiamo in tutti le zone zapatiste ad uno scenario che
presenta lo stesso sviluppo, dove l'azione governativa occupa un posto
centrale". Le misure istituzionali sono state "insufficienti"
per dividere le comunità, "cosicché lo Stato conta su altri alleati",
come gruppi religiosi di diverse chiese.
La maggioranza dei mezzi di comunicazione, aggiungono i brigatisti
nella loro relazione finale, "contribuiscono al tentativo di isolamento
del movimento zapatista" attribuendogli "comportamenti
criminali", e criminalizzandolo "si cerca di isolarlo dall'appoggio
popolare". Sommando le manovre clientelari dei partiti politici,
"disponiamo del quadro completo di un'azione combinata di
destabilizzazione".
Tutto ciò poggia su "minacce istituzionali": la
presenza militare massiccia con pattuglie quotidiane e "le irruzioni
improvvise di poliziotti nella zona zapatista, col pretesto di cercare armi o
droga o di reprimere strumentali 'conflitti intercomunitari' ".
Al di là di questi interventi governativi, "la parte
più violenta delle pressioni è esercitata dai gruppi paramilitari che
moltiplicano le azioni in completa impunità", aggiungono gli osservatori.
Il tentativo di "ridurre" il movimento zapatista
risponde "a due obiettivi essenziali del potere: il controllo della
popolazione attraverso le città rurali sostenibili e concretizzare la
privatizzazione della terra a beneficio di investimenti multinazionali".
(Traduzione
"Maribel" - Bergamo)
-------------- next part --------------
An HTML attachment was scrubbed...
URL: http://lists.ecn.org/pipermail/ezln-it/attachments/20100717/bee4c447/attachment.html
More information about the Ezln-it
mailing list