[Ezln-it] il marciapiede e' di chi ci lavora

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Il marciapiede è di chi ci lavora

La notte di lunedì 25 Gennaio, circa 50 lavoratrici sessuali hanno
manifestato nella Calzada de Tlalpan per reclamare i loro spazi lavorativi
minacciati dal programma di spostamento forzato del governo di Città del
Messico di Marcelo Ebrard.

Gridando in coro: "Totale rispetto al lavoro sessuale!" e "il battonaggio
unito non sarà mai vinto" le e i manifestanti hanno chiamato l'attenzione
degli automobilisti e dei passeggeri della metro.

La manifestazione è una delle varie azioni pianificate a favore della
causa, inclusa una manifestazione delle lavoratrici sessuali della Merced,
a sua volta coinvolta nel piano di spostamento forzato.

"Vogliamo Lavorare" ha detto una rappresentante della Rete Messicana del
Lavoro Sessuale. "Non ce ne andremo dalle strade. Il marciapiede è di chi
ci lavora"

"Sappiamo che da più di 3 anni il governo del Distretto Federale persegue
i venditori ambulanti, i lavavetri, e tutt* noi del centro città in modo da
lasciarla all'uomo più ricco di tutti, Carlos Slim. Vogliono "pulire"
Tlalpan ed i dintorni prima dei festeggiamenti del Bicentenario", ha
spiegato David Avendaño (Krisna) della Brigata di Strada (Brigada
Callejera).

Le/i manifestanti hanno accusato il direttore generale del "Programma di
Delegazione" e "Riordino della Via Pubblica" del Distretto Federale, Hector
Serrano Cortes, uomo di fiducia di Marcelo Ebrard, di essere un picchiatore
ed un assassino per aver minacciato le lavoratrici sessuali di rappresaglie
se non accettano il programma di derubricazione.

Esigono che si rispettino gli spazi di lavoro e non si criminalizzino le
lavoratrici che stanno difendendo i loro posti. Sono favorevoli affinché si
applichi tutto il peso della legge contro gli sfruttatori dei minori però
esigono che la Procura della Giustizia del DF e la Segreteria di Sicurezza
Pubblica non usino il pretesto di agire contro le tratte di donne, bambine
e bambini per fare una pulizia sociale a Tlaplan ed in tutto il Distretto
Federale.
 

Articolo di Carolina,
tradotto da Nodo Solidale - 
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