[Ezln-it] L.H. Navarro: l’impronta di Zedillo

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Tue Sep 1 15:28:34 CEST 2009


La Jornada – Martedì 1 settembre 2009
 
Luis Hernández Navarro
Ritorno ad Acteal: l’impronta di Zedillo
 
Non è diffidenza. È il peso delle prove. Dopo che da molti anni il massacro di Acteal giaceva nel limbo politico e giuridico, improvvisamente il caso divenne un tema dell'agenda politica nazionale a partire dalle elezioni presidenziali del 2006. Si trattava di riscrivere la storia del crimine di Stato per discolpare davanti all'opinione pubblica i suoi responsabili intellettuali.
 
La sequenza dei fatti è incontrovertibile. Primo, nel 2006 si è firmata un'alleanza per appoggiare la candidatura presidenziale di Felipe Calderón e l'associazione politica Encuentro Social. Punto centrale di questo patto era "rivedere lo stato processuale degli atti relativi al massacro di Acteal."
 
Secondo, il direttore di Encuentro Social, Hugo Eric Flores Cervantes, professore del Centro de Investigación y Docencia Económicas (CIDE), pubblicò due articoli sulla rivista Nexos che diedero il via all'impresa di costruire una nuova versione del massacro. Quasi un anno dopo, la stessa rivista divulgò, come parte del suo progetto revisionista, una nuova cronaca dei fatti.
 
Terzo, nel dicembre del 2006 il CIDE informò di aver assunto la difesa di 75 dei detenuti di Acteal e chiese alla Corte Suprema di Giustizia della Nazione di stabilire nuovi parametri di attuazione.
 
Quarto, il 12 agosto 2009 la Corte Suprema ha ordinato la liberazione immediata di 20 dei paramilitari accusati del crimine, perché non fu concesso loro un giusto processo.
 
Uno degli attori chiave di questa storia è Hugo Eric Flores. Nel 1999 fu consulente del presidente Ernesto Zedillo, indicato come principale responsabile intellettuale del massacro. Benché egli lo neghi, in quello stesso anno si offrì agli avvocati dei detenuti di intercedere davanti al capo di stato ed al suo segretario personale.
 
Il 17 agosto 2009 il direttore di Encuentro Social ha dichiarato in un’intervista a Carmen Aristegui, che il suo interesse per il caso di Acteal deriva da una visita che egli fece nell'anno 2000 alla cappella dove avvenne il massacro. In questa il pastore evangelico Manuel Arias lo informò che persone innocenti si trovavano in carcere per il crimine, ed egli notò che le pareti di legno della cappella non presentavano segni di pallottole e seppe che non erano state cambiate. Lì nacque in lui l'interesse di investigare e documentare con prove peritali se veramente era successo quello che si diceva fosse successo. Da allora si è impegnato nella difesa dei detenuti.
 
Flores Cervantes ha dichiarato ad Aristegui che lui non ha mai affrontato il tema di Acteal col presidente Zedillo. "Ha mai parlato dell'argomento con Ernesto Zedillo prima, durante o dopo la sua decisione di investigare sul caso?", gli ha chiesto la giornalista. Lui ha risposto: "Mai". Ed ha assicurato di non aver mai affrontato il tema nemmeno con qualche membro del gabinetto.
 
Arturo Farela Pacheco ha una versione radicalmente diversa dei fatti. E le prove che la dimostrano. Afferma che dal 1999 Flores Aguilar si occupò del tema essendo consulente di Zedillo. Così disse il 24 agosto 2009 durante il programma Relieves, di Radio Educación, condotto da Lenica Ávila. Il dott. Farela sa di cosa parla. È stato membro della squadra legale della Confraternita Nazionale delle Chiese Evangeliche Cristiane (Confraternice), tra gennaio del 1999 e 2003 avvocato dei detenuti accusati di essere i responsabili del massacro ed una delle figure rilevanti di questo caso.
 
Secondo la sua testimonianza, nei primi mesi dell'ultimo anno dell'amministrazione di Zedillo, Hugo Eric Flores si avvicinò all'ufficio della confraternita per chiedere del caso Acteal. "Sapeva - narra - che l'ufficio di Confraternice portava avanti la difesa. Spiegammo una serie di violazioni al procedimento, abbondanti, e ci chiese di preparare una specie di sintesi da portare ad Ernesto Zedillo. A quel tempo Hugo Eric era suo consulente. Naturalmente, procedemmo a consegnargli subito tre o quattro cartellette che contenevano gli elenchi dettagliati e specifici delle violazioni al procedimento. Le prese e disse: 'le consegnerò immediatamente al dott. Zedillo e, a sua volta, anche, a Liébano Sáenz'. Ho l'impressione che lui ci disse che quello fu il tramite attraverso il quale arrivò ad essere consulente di Ernesto Zedillo.”
 
Confraternice diede a Flores Cervantes i documenti. Frequentemente gli avvocati gli domandavano se li avesse consultati. E, secondo Farela Pacheco, Hugo Eric Flores "diceva di sì, che il dott. Ernesto Zedillo aveva ricevuto le cartelle che noi gli avevamo dato con tutte le violazioni al procedimento, ma che alla fine aveva preferito non toccare più l’argomento perché stava lasciando la presidenza. Questi sono i fatti. Alla fine le informazioni che gli abbiamo dato gli sono state utili, in parte, per la pubblicazione del suo libro.”
 
In due occasioni precedenti l'intervento del CIDE, alla Corte Suprema fu chiesto di riprendere il caso. Il 16 gennaio 1998 l'avvocata dei diritti umani Mariclaire Acosta presentò la prima richiesta di riapertura; un mese dopo fu respinta. Più avanti, a causa di un appello, Confraternice chiese alla Corte la riapertura argomentando violazioni al procedimento penale. La richiesta fu nuovamente respinta.
 
Il CIDE ammette che furono Hugo Eric Flores ed Alejandro Posadas a coinvolgere le istituzioni nella difesa dei detenuti di Acteal, ma assicura che vennero a sapere della loro alleanza con Felipe Calderón "solo tempo dopo" (La Jornada, 28/8/08). Ovvero, che nella migliore delle ipotesi i dirigenti del centro di investigazione di eccellenza né leggono i giornali né sono in grado di valutare l'impatto politico delle avventure nelle quali vengono (o sono) coinvolti.
 
Chi difende il comportamento del CIDE e della Corte nel caso del massacro di Acteal e la liberazione degli assassini, assicura che la sua azione si basa su norme di legge. Nega il carattere politico del caso. Dice di basarsi su una legge che, come disse Anatole France, "nella sua magnifica equanimità, proibisce, tanto al ricco come al povero, di dormire sotto i ponti, mendicare per le strade e rubare il pane." http://www.jornada.unam.mx/texto/017a1pol.htm
 
(Traduzione “Maribel” – Bergamo  http://chiapasbg.wordpress.com )


      
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