[Ezln-it] Il futuro dei campesinos è il turismo

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Tue Oct 13 11:41:24 CEST 2009


La Jornada – Domenica 11 ottobre 2009
 
Il piano vuole convincere che essere contadino non ha futuro e che bisogna entrare nel turismo
Gli studi statali dell’autostrada per Palenque contengono considerazioni di carattere militare
Hermann Bellinghausen - Inviato
 
San Cristóbal de las Casas, Chis., 10 ottobre. Studi e prospezioni elaborati da diversi enti del governo statale hanno accompagnato il progetto dell'autostrada San Cristóbal de las Casas-Palenque. Fin da subito sono predominanti le considerazioni turistiche e sulle vie di comunicazioni, ma ce ne sono anche riguardo la riconversione agricola, l'impatto ambientale, agrarie, esplorazione ed estrazione di altre risorse naturali che non siano quelle paesaggistiche. Ed infine, ma non come ultime, ci sono considerazioni militari.
 
La Segreteria per le Campagne (Secam) ha inserito la sua parte attraverso l'Istituto per la Riconversione Produttiva ed Agricoltura Tropicale (IRPAT), prospettando coltivazioni alternative per quella che definisce "zona di influenza" dell'autostrada. Dall'aprile scorso, l'Istituto di Promozione dell'Agricoltura Tropicale (IFAT), sempre della Secam, lavora su un preciso scenario in termini di ettari, ripartizione economica e flusso commerciale.  
  
Quattordici sono i municipi presi in considerazione. Abitati da indigeni in ejidos, terre comunali, terre recuperate, riserve. Non considera i capoluoghi municipali. Tutto questo è percepito come normale, e desiderabile, come parte dello sviluppo.
 
Non è esattamente quello che storicamente chiedono i popoli. Il piano non è stato concepito per loro; in realtà, disturbano. C'è bisogno di "gestirli". Per il momento, dovranno seminare frutti esogeni, di poco valore nutrizionale per loro, e che in alcuni casi degraderanno rapidamente il suolo (gomma e palma, per esempio).  
  
Le coltivazioni per le quali si prevedono maggiori investimenti, territorio e valore commerciale sono la palma da olio, gomma, rambután (pianta della famiglia del litchi) e lime. Con alcune varianti, perché il tracciato va dalla montagna alla pianura, attraverso selve e gole. Altre coltivazioni programmate sono noci di macadamia, litchi, avocado Haas e frutti tropicali, come guanabana e mamey.
 
Le previsioni di "flusso commerciale" della IRPAT sono che in un'area stimata di 24 mila 908 ettari, 12 prodotti di valore commerciale dovranno generare 1.738 milioni di pesos, indirizzati su tre "scenari": regionale, Puerto Chiapas e Penisola dello Yucatan. Il primo è solo una sesta parte. La maggior parte andrà all'esportazione o al settore turistico della Riviera Maya.
 
Un piccolo capitolo che appare per ogni municipio è riservato "all'agricoltura protetta", che si riferisce alle coltivazioni degli stessi contadini, cose di minore importanza, come mais, fagioli ed altri prodotti che nessuno esporterebbe. Si tratta, infine, di penetrarli col libero mercato, e spingerli verso esso. Una concezione di Stato che si conforma ai trattati di libero commercio ed agli impegni in essi contenuti.
 
È convinzione generalizzata nel governo che il turismo è "la soluzione". Si tratta di convincere le comunità indigene che conviene loro esportare dolci orientali e servire colazioni ai turisti, e che non hanno futuro come contadini.  
  
Un altro aspetto di questa concezione è quello di "città rurale" che salverà "dall'isolamento" le comunità e le concentrerà in ghetti urbanizzati affinché cambino stile di vita e lavoro, e dipendano ancora di più dall'assistenza pubblica e dalla beneficenza dalla Banca Mondiale.
 
La priorità sono le automobili ed il flusso commerciale. Nel suo recente annuncio che il progetto dell'autostrada San Cristóbal-Palenque è pronto, e senza menzionare i 12 municipi intermedi sul tragitto, il governo ha sostenuto che "la strada ridurrà i rischi per gli automobilisti e farà risparmiare due ore di strada tra i due municipi, percorso che attualmente si percorre in circa sei ore" (in realtà quattro e mezza).  
  
Ed ha aggiunto che "risponde ad una domanda sociale, di fronte alle frequenti proteste degli utenti che denunciano che l'attuale strada è in pessime condizioni" (e di chi è la competenza?). Ed ha dichiarato che "chi utilizza il progetto dell'autostrada come bandiera di lotta, inganna il popolo". http://www.jornada.unam.mx/2009/10/11/index.php?section=politica&article=018n1pol
(Traduzione “Maribel” – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com)


      
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