[Ezln-it] Luce e Forza per il Messico che si prepara al 2010

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Tue Nov 17 08:37:44 CET 2009


Dalla rivista LATINOAMERICA - Venerdì 13 Novembre 2009
http://www.giannimina-latinoamerica.it/archivio-notizie/498-luce-e-forza-per-il-messico-che-si-prepara-al-2010
 
Luce e Forza per il Messico che si prepara al 2010
 
Per il fiume di popolo che questa settimana è tornato a scendere in piazza a Città del Messico e in 35 altre città del paese ci sono in ballo ben più dei 44.000 posti di lavoro della compagnia elettrica “Luz y Fuerza del Centro” (LyFC), liquidata come un ferro vecchio dal presidente Felipe Calderón lo scorso 10 ottobre e che da allora sono in resistenza. 
Mentre i lavoratori dell’elettricità senza stipendio da un mese resistono all’idea di trasformarsi in padroncini di una giungla di microimprese deregolamentate, così come vuole il governo, il grande popolo di quelli che stanno pagando un prezzo troppo duro nel Messico neoliberale, dove il presidente Calderón è solo a metà del mandato, è sceso in piazza come passo indispensabile verso uno sciopero generale da molti evocato ma difficilissimo da realizzare soprattutto per le debolezze, divisioni ed opportunismi della classe politica.
Dallo Stato del Messico a Puebla, da Morelos a Hidalgo a Michoacán, dal Chiapas a Jalisco fino a Oaxaca, che ha vissuto una manifestazione particolarmente partecipata, fino ovviamente allo Zócalo di Città del Messico il Sindacato Messicano degli Elettricisti ha vinto la prova della solidarietà in una delle più grandi manifestazioni sindacali della storia del paese. C’erano tutti, dagli altri sindacati agli studenti e i docenti dell’UNAM e delle altre Università della capitale, ai militanti vicini ad Andrés Manuel López Obrador, ai partiti di sinistra, ai movimenti sociali, alla otra campaña zapatista.
Intanto il governo ha approvato la finanziaria 2010 che prevede un generalizzato aumento delle tasse per i redditi medio bassi. È un passo fatto con leggerezza per un governo ultraliberale che vuole completare la liquidazione del Messico del XX secolo, quello priista dove, nonostante mille fallacie ed ignominie, lo Stato nato dalla Rivoluzione contribuiva a perequare le enormi ingiustizie del paese.
Così il Messico stato fallito si prepara al 2010. Crisi economica, aumento delle tasse, carestia nelle campagne alla fame, narcotraffico rampante che controlla intere zone del paese come fossero in Italia. Addirittura l’ONU valuterebbe, poi smentisce, se mandare i caschi blu a Ciudad Juárez, la città di frontiera con il Texas dove si sono già superati i 2.000 morti ammazzati quest’anno in una delle più sanguinose guerre criminali della storia.
Già: il 2010, l’anno fatale dal quale molti messicani si aspettano un nuovo inizio per veder rinascere un paese che da decenni si sta avvitando in una crisi di sistema. Nel 1810 vi fu il “Grito de independencia”. Era finito il Messico coloniale e nasceva il Messico indipendente. Il 1910 fu l’anno della Rivoluzione zapatista. Moriva il porfiriato e le masse degli esclusi entravano nella storia del paese. Non ci vuole Nostradamus per capire che anche alla vigilia del 2010 un modello di Messico è finito e qualcosa deve succedere.


      
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