[Ezln-it] L’aggressione a Bosque Bonito per interferire col Festival de la Digna Rabia
Annamaria
annamariamar at gmail.com
Fri Jan 9 16:35:59 CET 2009
*La Jornada – Venerdì 9 gennaio 2009*
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*L'aggressione a Bosque Bonito è avvenuto per interferire con il Festival de
la Digna Rabia*
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*ZAPATISTI: I MALGOVERNI SONO COMPLICI DEGLI ABUSI DELLA ORCAO*
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*Hermann Bellinghausen*
*Ejido Morelia, Chis., 8 gennaio*. "I compagni non hanno usato violenza né
armi. Gli unici aggressori sono quelli della", dice il *comandante Zebedeo*,
accompagnato dai contadini zapatisti aggrediti lo scorso lunedì a Bosque
Bonito dai elementi dell'Organizzazione Regionale di Coltivatori di Caffè di
Ocosingo (Orcao); tra loroi ci sono tre feriti con le bende e le medicazioni
in testa e in faccia. Diego Sántiz López ha una vistosa fasciatura che gli
copre la guancia.
Con ironia *Zebedeo* si riferisce alla "doppia maschera" sul viso di Diego:
"quella della ferita e quella che lo identifica zapatista", e è il motivo -
ha detto - "della nostra indignazione" davanti al tentativo di quelli della
Orcao di "interferire" nel Festival della Degna Rabbia che finiva a San
Cristobal de las Casas lo stesso giorno dei fatti di Bosque Bonito.
"Questo dà ragione a quello che stiamo dicendo a proposito della rabbia.
Quello che i compagni vogliono è una vita dignitosa, il buon esercizio,
libero e autonomo, dei popoli indigeni".
Cede la parola ai suoi compagni, circa 15 contadini tzeltales. Raccontano
praticamente diffuso ieri dalla giunta di buon governo (JBG) dal
caracol *Torbellino
de nuestras palabras*, in cui denunciava, inoltre, che "i cosiddetti governi
non fanno niente contro questa gente della Orcao, e la Segreteria della
Riforma Agraria si rende complice perché queste persone che occupano la
terra, poi la cominciano a vendere e la trasformano in commercio. Quando non
ne hanno più nemmeno un pezzettino da lavorare per vivere, tornano ad
occupare un altro terreno".
Bisogna ricordare che dopo la rottura - sette anni fa - dell'accordo
collettivo con le basi zapatiste nella comunità Moisés Gandhi, quelli della
Orcao costruirono un caseggiato ai bordi della strada e lo chiamarono
"Jetjá". In tutti questi anni, il caseggiato, su terre "concesse" dal
governo di Pablo Salazar Mendiguchía, è rimasto semideserto.
Le autorità autonome hanno dichiarato ieri: "Non ci sarà nemmeno un
millimetro di terra per loro e sappiano che questo lo pagheranno molto caro,
perché il sangue non si compra né si vende. Nella proprietà dove lavoriamo
collettivamente, quelli della ORCAO sono venuti a disboscanre ed il
governatore Juan Sabines non fa niente".
La Orcao, "organizzazione che si definisce indipendente" che la JBG
identifica come "lopezobradorista", ha causato "caos" sulla strada San
Cristobal-Ocosingo facendo dei posti di blocco. "Ad ogni utente chiedono da
50 a 200 pesos; fanno questi blocchi per fare pressione sul suo papà governo
perchè gli assegni altri progetti, e siccome la risposta dei malgoverni è
negativa, chiudendo le porte anche alle briciole, i leccapiedi si offendono
e estorcono soldi agli utenti che sono anche loro poveri, ma a loro non
importa perché il leader della Orcao, José Pérez ed i suoi complici, hanno
imparato bene dalle corruzioni del presidente municipale (di Ocosingo,
Leonel Solórzano), dei governi statale e federale".
Citano come prova che il lunedì scorso "il problema si stava placando ed
hanno subito fatto un blocco nello stesso posto chiedendo 50 pesos per
automobile senza che Juan Sabines facesse qualcosa" perché "presto avrà
bisogno dei loro voti".
I giornalisti che nella notte sono arrivati all'incrocio di Cuxuljá hanno
trovato ubriachi ed aggressivi i tizi che facevano il blocco, ed è stato
meglio evitarli.
Secondo la JBG, nelle azioni di questa organizzazione si vedono chiaramente
i piani dei grandi impresari per tenerli sono controllo, istruiti a dovere,
trasformati in fannulloni ed addomesticati con i soldi facili; insegnando
agli indigeni a trasformare in un affare le risorse naturali, e con i pesos,
li stanno allontanando dal lottare per esercitare i loro diritti come
indigeni, e non parliamo di cercare una vita migliore.
"Ci spezza il cuore vedere indigeni farsi complici dei malgoverni nel
vendere la sovranità del nostro paese ad impresari stranieri. Nei nostri
territori zapatisti della zona Tzot'z choj ci sono diverse miniere che sono
disposti a vendere ad impresari stranieri, ed i venditori e distruttori
della natura e della nostra madre terra sono questa coppia di asini di
Felipe Calderón e Juan Sabines. Loro non pensano mai di consultare gli
indigeni, anche se questi sono dentro il PRI, il PAN ed il PRD; non li
prendono nemmeno in considerazione, e tanto meno noi".
La JBG ritiene che quelli della ORCAO sono dentro questo gioco senza
rendersene conto". E sottolinea: "La grossa minaccia alla nostra salute,
tranquillità, cultura e risorse naturali in questa zona è l'apertura
dell'autostrada San Cristobal-Palenque, non perché porta benessere e
sviluppo agli indigeni, al contrario, ci porterà la morte, il disprezzo ed
il totale saccheggio dei nostri beni.
"La trappola - aggiunge - è che stanno ottenendo l'apertura dell'autostrada
negoziando persona per persona, mano a mano che avanzano i lavori, per
passare su terreni ejidali senza tenere in considerazione la decisione delle
assemblee, e forse parleranno con i commisari dell'ejido ma che condividendo
l'osso che gli sta allungando Calderón e Sabines".
La situazione "da brivido" di esproprio di terre nella zona "e maggiormente
il programma del malgoverno di privatizzare le nostre ricchezze naturali,
sono la ragione della nostra resistenza, e soprattutto la virtù della degna
rabbia che è nazionale, la ragione per unirci ed unire le nostre voci perché
è necessario per evitare i saccheggi ed i furti che perpetrano ricchi".
La JBG avverte: "Sappiamo bene che quando noi denunciamo le trappole dei
malgoverni a loro non piace e cercano di reprimerci".
(Traduzione "*Maribel"* – Bergamo)
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