[Ezln-it] San Andres Larrainzar: 13 anni dopo - Parte II/II
Annamaria
annamariamar at gmail.com
Fri Feb 27 16:00:03 CET 2009
*La Jornada - 27 febbraio 2009*
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*Jaime Martínez Veloz / II*
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*San Andrés Larráinzar: 13 anni dopo*
In retrospettiva è possibile affermare che la tappa che culmina con la firma
degli accordi di San Andrés fu la più fruttiuosa del dialogo, nonostante i
disaccordi, le provocazioni e la lentezza con le quali si avanzò.
In contrasto con quello che succedeva nel contesto del processo di dialogo
tra il governo federale e l'EZLN, nell'ambito nazionale la crisi si notava
già in tutta la sua grandezza. Non si era ancora toccato il fondo, ma già si
diceva che era la crisi più grave degli uiltimi tempi.
In effetti, fino ad ottobre del 1995 si era registrata un'inflazione
superioire al 40% ed il tasso di disoccupazione era il più alto dal 1987. In
quei mesi si persero 780 mila posti di lavoro. Gli esperti segnalavano che,
per la prima volta, l'economia informale occupava più messicani di quella
formale.
La caduta del PIL nel secondo semestre del 1995 era del 10%, la più grave
degli ultimi 50 anni. Davanti a questo panorama, tra gennaio e giugno di
quell'anno erano usciti dal paese più di 10 mila milioni di dollari.
Le banche naufragavano e già si presentava il caso del Fobaproa. Questo
fondo dava con facilità alle banche contributi miliardari e senza che si
vedesse alcun chiaro miglioramento della loro situazione. I partiti di
opposizione criticavano il funzionamento del fondo ed il modo in cui erano
state privatizzate le banche.
In questo contesto, a San Andrés Larráinzar si incontrano due linguaggi o,
meglio ancora, vari linguaggi. Quello dell'EZLN è incisivo e diffidente.
Nonostante ciò, dialoga e negozia.
Il linguaggio del governo federale è incerto, schivo e cerca sempre di
coprirsi di una veste istituzionale che nei fatti non ha. La delegazione
negozia senza sapere dove sta andando la barca e tenta di riprendere lin
mano 'iniziativa che nei fatti hanno sempre avuto gli zapatisti. Nonostante
tutto, anch'essi negoziano.
Ci sono anche gli altri linguaggi. I legislatori della Commissione di
Concordia e Pacificazione (Cocopa) ad ogni passo cercano di mettere da parte
le loro differenze di partito ed i loro interessi ed affinità personali, per
arrivare prima a raggiungere consensi interni, e poi servire da ponte tra le
parti. Costa molto lavoro, ma ci riescono.
Così, il linguaggio della Cocopa e della Conai si costruisce passo, passo
per costituirsi nel tentativo delle due istanze di tradurre nel linguaggio
della pace le sfide di ognuna delle due parti.
L'EZLN insisteva sul fatto che San Andrés includesse tutti i problemi
nazionali. In principio, la delegazione governativa aveva opposto
resistenza. Si deve solo concordare la pace, poi si potrà includere quello
che si vuole. Come si può raggiungere la pace senza considerare le cause che
hanno portato all'esplosione del conflitto?
Le cause profonde del conflitto armato in Chiapas sono le stesse di molte
dimostrazioni di dissenso pacifico che esistono in tutto il paese: ingiusta
distribuzione della ricchezza; misere condizioni di vita ed un sistema
politico escludente ed autoritario. Nel caso delle comunità indigene, i
poveri tra i poveri, si aggravano perché si aggiunge l'oppressione razzista
verso le loro forme culturali e perfino verso la loro stessa esistenza
etnica.
Per i membri della Cocopa di quei tempi, la soluzione del conflitto passava
e passa dalla spinta alla riforma democratica dello Stato che è, alla fine,
lo scenario nel quale gli accordi che si stabiliscono tra le parti si
possono trasferire sul terreno dei fatti.
Sotanzialmente, l'EZLN chiede lo stesso di molti altri milioni di messicani:
democrazia, pace con dignità, giustizia ed uno sviluppo economico e sociale
includente. Le agende del conflitto e della riforma democratica dello Stato
sono gemellate. Per questo la proposta della Cocopa di includere l'EZLN nel
dialogo nazionale non solo era auspicabile, ma anche indispensabile. La
storia del Messico contemporaneo ha dimostrato che l'EZLN è un attore
politico irrinunciabile. Le dirigenze dei partiti ed il governo di Zedillo
fecero di tutto per far fallire questo sforzo sincero.
Il grido di "*mai più un Messico senza di noi*" si spiega con le comunità
indigene sottomesse ad un'oppressione centenaria, durante la quale hanno
perso terre e diritti, anche se non si è riusciti ad annichilirle né a
spogliarle della loro ricchezza cultura, che è parte delle radici della
nostra patria.
Per questo gli accordi di San Andrés Larráinzar siglati tra il governo
federale e l'EZLN 13 anni fa sono l'espressione di una delle costruzioni
politiche più importanti degli ultimi venti anni e sono un riferimento
fondamentale nella costruzione del Messico democratico al quale aspiriamo.
Non c'è né può esserci progresso democratico in Messico senza il loro
compimento.
Le forze politiche messicane hanno il dovere di mettere in campo tutti gli
strumenti politici e le attibuzioni repubblicane competenti per
concretizzare l'aspirazione e gli aneliti dei popoli indios del Messico
concordati 13 anni fa tra il governo federale e l'EZLN a San Andrés
Larráinzar.
(Traduzione “*Maribel*” – Bergamo)
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