[Ezln-it] Documento del FPDT sul caso Atenco

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Sat Feb 14 20:24:22 CET 2009



http://www.autistici.org/nodosolidale/news_det.php?id=1044

dal sito del FPDT: http://atencofpdt.blogspot.com/

SIT-IN PER LA LIBERTA' DEI PRIGIONIERI E CONTRO L'IMPUNITA'

Grazie alla pressione popolare continua nel corso di quasi tre anni la
Corte d'appello di Toluca ha dichiarato che il reato di sequestro non
sussiste nel caso dei compagni prigionieri politici Jesus Adrian Espinoza e
Bernardino Cruz, per i fatti dell'8 febbraio e del 6 aprile 2006,
eliminando di fatto il maggior ostacolo al ritorno dei prigionieri dai
propri familiari e alla comunita' . Questo passo in avanti potrebbe avere
un impatto positivo anche sui casi dei compagni Pedro Reyes Flores,
Alejandro Pilón Zacate, Jorge Alberto Ordóñez Romero, Román Adán
Ordóñez Romero, Juan Carlos Estrada Cruces, Julio César Espinosa Ramos,
Inés Rodolfo Cuellar Rivera, Edgar Eduardo Morales, Oscar Hernández
Pacheco, Narciso Arellano Hernández reclusi nel carcere di Molino de
Flores a Texcoco, condannati a 31 anni, 10 mesi e 15 giorni di prigione;
Felipe Alvarez, Hector Galindo e Ignacio Del Valle Medina reclusi nel
penale de El Altiplano, ad Almoloya de Juarez, condannati a 67 anni e mezzo
e 112 anni e mezzo di carcere.

TUTTAVIA I COMPAGNI HANNO GIA' PASSATO QUASI TRE ANNI NELLE PEGGIORI
CONDIZIONI DI VITA DIETRO LE SBARRE SENZA LIBERTA', SENZA GIUSTIZIA, MENTRE
GLI SBIRRI VIOLENTATORI E I CRIMINALI CHE HANNO DECISO MORTE, TORTURA,
OLTRAGGI E TERRORE SE NE VANNO IN GIRO TRANQUILLAMENTE, OCCUPATI AD ANDARE
AVANTI NELLA PROPRIA CARRIERA, NEGOZIANDO IL "PIANO MESSICO" PER DECIDERE
ANCORA NUOVI SOPRUSI COME QUELLI DI ATENCO, OAXACA E MORELOS. IL COLMO E'
CHE PENA NIETO CONTINUA IL PROPRIO PERCORSO PER DIVENTARE PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA.

Lunedi' la Corte Suprema comincia a riesaminare il giudizio del Ministro
Jose de Jesus Gudino. Nonostante il giudizio riconosca che ci furono gravi
violazioni dei diritti umani lascia IMPUNITI i terroristi di stato.

INCONTRO DAVANTI ALLA CORTE SUPREMA PER ESIGERE CHE ESEGUA IL SUO COMPITO:
OTTENERE GIUSTIZIA H: 10.00 LUNEDI' 9 FEBBRAIO LIBERTA' E GIUSTIZIA PER I
PRIGIONIERI DI ATENCO!

BOLLETTINO STAMPA DEL FPDT SULLA SENTENZA DELLA SCJN (Suprema Corte de
Justicia de la Nacion) SUL CASO DI ATENCO
FRONTE DEI POPOLI IN DIFESA DELLA TERRA
San Salvador Atenco, 5 febbraio 2009.

In risposta alla decisione del Ministro Jose de Jesus Gudino Pelayo che
verrA' discussa dalla SCJN il 9 febbraio.     

*Il riconoscimento dell'esistenza di gravi violazioni ai diritti umani ad
Atenco appoggia l'impunita' ed evidentemente obbedisce ad una strategia di
Stato la cui origine e' la non-attenzione alle istanze sociali.    
*E' obbligo della SCJN segnalare le autorita' coinvolte in tali violazioni
e stabilire gli organi e le autorita'  competenti per prendere i dovuti
provvedimenti.

Il fatto che nella decisione elaborata dal ministro Gudino Pelayo si
riconosca che nei fatti del 3 e 4 maggio 2006 a Texcoco e Atenco furono
commesse gravi violazioni alle garanzie individuali e ai diritti
costituzionali e' una conseguenza logica derivata dall'esame delle prove
apportate dagli organismi pubblici e civili di diritti umani, di carattere
nazionale e internazionale, ed e' un dovere etico e morale della Corte
dichiararle come tali. Tuttavia il Ministro Gudino Pelayo emette una
conclusione che limita la portata della dichiarazione e garantisce
l'impunite' agli alti funzionari federali e statali nel caso che venga
approvata tale decisione, dichiarando che queste gravi violazioni non
ubbidirono a una strategia di Stato poiche' non ci sono prove di istruzioni
esplicite ne' di ordini illeciti degli alti funzionari - lasciando di fatto
tutta la responsabilita'  alla libera volonta' di alcuni poliziotti "mal
istruiti e indisciplinati"; mentre la stessa Commissione Investigatrice
stabili' che la notte del 3 maggio si riunirono Enrique Pena Nieto,
Wilfredo Robledo, Abel Villicana, Humberto Benitez Trevino, Eduardo Medina
Mora, Genaro Garcia Luna e Miguel Angel Yunes per decidere l'operazione
Atenco, cosa che implica una pianificazione e l'intenzione di terrorizzare
la popolazione e il tentativo di sterminare il FPDT.

E' evidente che nella decisione si distinguono le garanzie costituzionali
violate, poiche' da un lato si riconosce ragionevolmente che furono violati
il diritto alla vita, all'integrita'  della persona, alla liberta' 
sessuale, alla non discriminazione di genere, all'inviolabilita' del
domicilio, alla liberta'  personale, al diritto a un processo giusto, al
trattamento degno dei detenuti e alla giustizia; inoltre, le gravi
violazioni alla costituzione coinvolgono anche i diritti politici di
manifestare liberamente le proprie idee, di riunione, di esprimere istanze
sociali e di protesta. A differenza di quanto esprime la decisione nel
riportare una serie di fatti descrittivi come contesto, l'origine del
conflitto fu la mancata attenzione alle istanze sociali avanzate dal FPDT,
la cui richiesta chiedeva al municipio di Texcoco il permesso di vendere
fiori ad un gruppo ridotto di persone il 3 maggio 2006. In altre parole,
cio' che era un fatto irrilevante di carattere municipale si trasformo' nel
giro di ore in un grave caso di violazione di diritti umani, con
l'intervento dei tre livelli di governo, la cui coordinazione (per logica
elementare) puo' solo essere avvenuta previa pianificazione ed elaborazione
di una strategia di controllo della popolazione elaborata da Enrique Pena
Nieto e dal Gabinetto di Sicurezza Nazionale di Vicente Fox, e non di
alcuni poliziotti indisciplinati che torturarono e usarono le donne come
bottino di guerra per violentarle.

Oltre a questo, il metodo di investigazione stabilisce conclusioni errate e
contraddittorie in base a un proprio regolamento, che si desume
dall'articolo 97 secondo paragrafo costituzionale, dove la regola 21
stabilisce che non si giudichera'  la legalita'  delle precedenti
verifiche, processi o di altri procedimenti davanti ad un altro organo per
i fatti gia'  avvenuti, ne' se ne cercheranno i responsabili. Questo grazie
al fatto che il Ministro Gudino Pelayo nella sua sentenza non solo esonera
i poliziotti statali dalla responsabilita'  per la morte del nostro
compagno Javier Cortes, suggerendo che un'altra persona esterna ai corpi di
polizia si e' macchiata dell'assassinio; cosi' questo processo non solo
lascia impuniti i responsabili materiali e intellettuali, ma addirittura
colpevolizza le vittime della repressione.
Allo stesso modo stabilisce che non ci sono prove per dimostrare che Alexis
Benhumea mori' per l'impatto di una granata di gas lacrimogeno.

Questi due casi sono la dimostrazione della portata dell'investigazione
realizzata: i dati su cui si basa furono raccolti dalle indagini precedenti
senza determinare i responsabili, cioe' l'esecutivo dello stato del Messico
ricopre il ruolo del giudice e dell'imputato per mezzo della Procura di
Giustizia dello stato, e sta a lui stesso investigare i fatti di cui lo si
accusa. Anche se la sentenza stabilisce che si violarono le garanzie di
sicurezza giuridica, di legalita'  e di udienza dei governati, come
successe nel caso delle denuncie per tortura e violenza presentate dalle
nostre compagne, per semplice logica le indagini aperte per i due omicidi
citati partono da vizi all'origine. Allo stesso modo, pubblicando la
sentenza omettendo i nomi di vittime, autorita'  e agenti di polizia, e
incorporando i punti risolutivi della dichiarazione non si protegge la
parte lesa, poiche' le nostre denuncie sono state pubbliche, ma si alimenta
il sospetto dell'impunita'  per i funzionari di alta carica, la cui
responsabilita'  sembra constare, in questa sentenza, in un eccesso
dell'uso della forza e non nella violazione di diritti umani, lasciando la
responsabilita'  politica nell'ordinamento posteriore.

Per noi la discussione che si terra' in sede della SCJN e' importante
perche' non solo si tratta di riconoscere che nei fatti di 3 e 4 maggio
2006 sono state commesse gravi violazioni dei diritti umani, ma anche che a
conseguenza di tali violazioni si commettono tuttora gravi violazioni in
maniera continua e permanente. Dal momento che Pedro Reyes Flores,
Alejandro Pilón Zacate, Jorge Alberto Ordóñez Romero, Román Adán
Ordóñez Romero, Juan Carlos Estrada Cruces, Julio César Espinosa Ramos,
Inés Rodolfo Cuellar Rivera, Edgar Eduardo Morales, Oscar Hernández
Pacheco, Narciso Arellano Hernández sono reclusi nel carcere di Molino de
Flores, a Texcoco, condannati a 31 anni, 10 mesi e 15 giorni di carcere;
Felipe Alvarez, Hector Galindo e Ignacio Del Valle Medina reclusi nel
penale di El Altiplano, ad Almoloya de Juarez, condannati a 67 anni e mezzo
e 112 anni e mezzo di prigione, cosi' come i nostri 3 compagni prigionieri
stanno chiedendo liberta'  e giustizia, perche' in maniera ingiusta sono
stati accusati di reati inventati mentre i poliziotti violentatori e i
responsabili politici sono tuttora liberi.

Come stabilito nella regola 24 dell'articolo 97, secondo paragrafo
costituzionale, e' necessario segnalare le autorita'  coinvolte in tali
violazioni e determinare gli organi e autorita'  competenti per prendere i
dovuti provvedimenti, poiche' regolamentare l'uso della forza per i casi
futuri non ci servira'  a nulla se non sara'  fatta giustizia per Atenco;
questa si otterra'  solamente se la Corte sara'  capace di toccare gli
interessi dei governanti responsabili delle gravi violazioni ai diritti
umani, e se questo non avverra'  questi funzionari finiranno nella lunga
lista di repressori che godono di impunita'  mentre avanzano nella scalata
per la carriera politica.

Tradotto da Nodo Solidale - http://www.autistici.org/nodosolidale/






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