[Ezln-it] Il leader evangelico denuncia il Frayba, ejidatarios di Mitzitón e Bellinghausen
Annamaria
maribel_1994 at yahoo.it
Wed Aug 12 18:14:17 CEST 2009
La Jornada – Domenica 9 agosto 2009
Il dirigente chiede all’Istituto di Migrazione di verificare la “situazione migratoria” dell’inviato de La Jornada
Il leader evangelico denuncia il Frayba e gli ejidatarios di Mitzitón
Hermann Bellinghausen - Inviato
San Cristóbal de las Casas, Chis., 8 agosto. Il dirigente della chiesa evangelica Alas de Águila e dell’Ejército de Dios, Esdras Alonso González, ha sporto denuncia alla Procura Generale della Repubblica (PGR) contro il direttore del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (CDHFBC) e contro gli ejidatarios della comunità di Mitzitón.
In maniera rivelatrice ha dichiarato: "Hanno fatto lo stesso ad Acteal nel '95, '96 e '97 (sic), quando hanno portato la nostra gente in prigione accanendosi contro di loro, per questo riterremo responsabile il Frayba di qualsiasi cosa possa accadere ai nostri fratelli; non è un fatto isolato", ha detto Alonso González questo venerdì ai giornalisti nella piazza di questa città, accompagnato dal pastore Refugio Díaz Ruiz.
Il dirigente che nel 1988 fu uno dei primi difensori dei paramilitari detenuti, insieme al pastore Arturo Farela (essendo il primo, d'ufficio, Pedro Raúl López, oggi ombudsman statale degli avvocati dei diritti umani, e non "un praticante di 19 anni", come sostengono i suoi nuovi difensori mediatici), approfittando del fatto che la metà dei detenuti per il massacro di Acteal potrebbero uscire liberi, ha comunicato, quale consulente legale degli evangelici di Mitzitón, che la PGR ha aperto la causa APPR6/CHIS/SC/III/075/2009 contro Diego Cadenas Gordillo, direttore del CDHFBC; gli indigeni Silviano Pérez Díaz, Juan Díaz Heredia e Manuel López Heredia, ed il giornalista Hermann Bellinghausen, "perché ci stanno colpendo attraverso Internet con bugie contro noi". I reati contestati nella denuncia sono "attacco alle vie di comunicazione, contro la pace e la sicurezza delle persone, la biodiversità e violazione di domicilio".
Sostiene che gli evangelici di Mitzitón vengono aggrediti fin dal 1999 "dai cattolici tradizionalisti". Ricorda l'esistenza di 11 indagini preliminari "nascoste" presso la Procura degli Altos, dove "purtropo sono state mandate perché di competenza indigena". Lo stesso Alonso González era stato accusato di promuovere il possesso di armi per il gruppo evangelico Guardián de tu Hermano (antecedente L’Ejército de Dios) nel quartiere La Hormiga.
Nell'intervista per la radio sancristobalense XEWM, l'ex pastore "ha chiesto" al governo ed a l'Istituto Nazionale di Migrazione di verificare "la situazione migratoria" dell'inviato di La Jornada e che, "come straniero", che cosa fa in Chiapas e Mitzitón. Lo stesso ha chiesto per Cadenas Gordillo, che accusa di "introdurre stranieri nelle comunità".
Da parte sua il governo del Chiapas ha diffuso un comunicato sugli avvenimenti di Mitzitón, citando la sua Legge Contro la Discriminazione ed il suo pronunciamento alle giunte di buon governo zapatiste (2008).
In quanto al progetto dell'autostrada San Cristóbal-Palenque, denunciato come origine del conflitto che ha causato già la morte di un ejidatario che si opponeva alla sua realizzazione sulle sue terre, dice che, "sebbene sia reale, non è ancora un progetto esecutivo", e "si sta ancora studiando il suo tracciato, data l'estrema attenzione al coinvolgimento di terre comunitarie o collettive, zone archeologiche, impatti ecologici e per evitare la divisione trai comunità".
Riferisce che la Segreteria pr lee Comunicazioni e Trasporti "non ha terminato il progetto, né il governo del Chiapas ha conoscenza del tratto definitivo", ma assicura che l'autostrada "non passa per Mitzitón, quindi nessuno in questa comunità deve farsi ingannare da chi non ha convenienza per i suoi interessi particolari e per la pace duratura che viviamo in Chiapas dalla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona dell'EZLN".
Chiede "l'apertura di un tavolo di discussione e accordo per Mitzitón, nella sede di Governo di San Cristóbal", considerando che i problemi "agrari, religiosi e sociali" devono essere "dipanati" per "garantire la convivenza sociale ed armonica della comunità". Per questo chiede "rispettosamente" al querelato CDHFBC "la volontà di intervenire per cooperare alla mediazione tra le parti discordi". Invita inoltre la presidenza municipale di San Cristóbal, le autorità della comunità "ed ai rappresentanti dei diversi gruppi religiosi".
Questa "decisione unilaterale" del governo di Chiapas (che non menziona l'indigeno morto ed i cinque feriti del 21 luglio), "è la dimostrazione della volontà permanente per la distensione dei conflitti sociali attraverso l'apertura al dialogo". http://www.jornada.unam.mx/2009/08/09/index.php?section=politica&article=007n1pol
(Traduzione “Maribel” – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )
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