[Ezln-it] INFO RAGAZZA MEX FERITA IN ECUADOR

Alessandro Romaniello alexpelox at yahoo.it
Sun Mar 16 16:02:43 CET 2008


SONO ALCUNE INFORMAZIONI X FARE UN PO DI KIAREZZA SULLA RAGAZZA MESSICANA FERITA IN ECUADOR...
   
  el link para el blog es

http://estereofonico.wordpress.com/

Son dos notas una que dice Algo sobre Lucia Morett y otra de Chilenos que estaban en el campamento de las FARC

  La siguiente es la carta 

¿Cuál es el delito de Lucía Morett?

La Comisión Ecuménica de Derechos Humanos (CEDHU) y la Fundación Regional de
Asesoría en Derechos Humanos (INREDH, ante la situación por la que atraviesa
la ciudadana mexicana Andrea Lucía Morett Álvarez, expresan lo siguiente:


1.       A través de una serie de informaciones, incluida un comunicado
oficial de la Universidad Autónoma de México (UNAM), se tiene la certeza de
que Andrea Morett terminó sus estudios en esta universidad y prepara su
tesis de grado; además coordina la cátedra de "Estudios Bolivarianos", lo
que le llevó a realizar una investigación sobre los movimientos sociales en
América Latina.

2.       Andrea Morett, junto a cuatro compatriotas mexicanos de la misma
universidad, llegó al campamento de Raúl Reyes horas antes del bombardeo,
para realizar una serie de entrevistas que le permitan consolidar sus
investigaciones sobre la dinámica social latinoamericana.

3.       Como investigadora social, le asiste el legítimo derecho de buscar
fuentes de información para fundamentar su trabajo, así también lo han hecho
otros grupos de estudiantes que visitaron el campamento de Raúl Reyes, como
el grupo de estudiantes chilenos que abandonaron el campamento tres días
antes del bombardeo.


4.       Andrea Morett ingresó al Ecuador de forma legal, con una visa
otorgada en la Embajada de Ecuador en México.

5.       No existen indicios de que Andrea Morett sea integrante de las
Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (FARC), tampoco de que haya
estado portando armas en territorio nacional, ni que haya cometido delito
alguno en el país.


6.       Según datos de prensa, el campamento bombardeado constituía un
centro de encuentro para negociaciones políticas. El mismo día del
bombardeo, y sin saber de esta acción militar, una delegación francesa se
encaminaba al lugar para negociar la liberación de Ingrid Betancourt.


7.       La serie de informaciones circuladas en los medios de comunicación
respondieron en su momento a los intereses políticos de dos actores en
conflicto, lo que desvirtuaron la verdadera identidad y actividad de Andrea
Morett, cuya única responsabilidad en estos hechos es el haber estado en un
lugar y en un momento inoportuno.


8.       Por las razones expresadas, CEDHU e INREDH consideran que no existe
razón alguna para iniciar un proceso judicial en su contra, así como tampoco
existen razones para proceder a su deportación o extradición a otro país.
Creemos que existen razones suficientes como para temer por la integridad
física de Andrea Morett si se accede a cualquier pedido del gobierno
colombiano para llevarla a su territorio. Por esta razón, CEDHU e INREDH
exhortan al gobierno del Ecuador y al Sistema Judicial a no iniciar proceso
alguno en su contra y facilitar el traslado de Andrea Morett a un país de su
elección.


9.       Finalmente, CEDHU e INREDH llama la atención al gobierno nacional
sobre las condiciones de incomunicación que se la ha impuesto a Andrea
Morett y le comunican que asumen oficialmente la vigilancia sobre su
situación jurídica y, de ser el caso, asumirán su defensa.



Quito, 10 de marzo de 2008



Hna. Elsie Monge
Luis Ángel Saavedra

CEDHU
INREDH





INREDH

Fundación Regional de Asesoría en Derechos Humanos

República 192 y Almagro - Edificio Casa Blanca - Dto. 2-C

Telefax: 593 2 2526365

www.inredh.org


Annamaria Pontoglio <maribel_1994 at yahoo.it> ha scritto:
    La Jornada – Sabato 15 marzo 2008
  http://www.jornada.unam.mx/2008/03/15/index.php?section=politica&article=014n1pol
   
   
  - Nessuno possiede elementi “per autodichiararsi prigioniero politico”, afferma il governatore Sabines
   
  Da dieci giorni in sciopero della fame nove indigeni rinchiusi nel carcere di San Cristóbal
   
  - Le autorità penitenziarie si rifiutano di fornire informazioni sulla protesta dei reclusi
   
  - In totale, compresi gli altri tre istituti penali in Chiapas, sono 37 le persone in sciopero della fame a tempo indeterminato
   
  Hermann Bellinghausen (Inviato)
   
  Los Llanos, Chis., 14 marzo. Dietro le mura della prigione nei boschi di San Cristóbal de las Casas, dal lato di Huixtán, risuonano gli spari. "Pratica di tiro", risponde la guardia nella guardiola interrogato al riguardo. Dietro queste mura da dieci giorni sono in sciopero della fame i nove detenuti de La Voz de los Llanos che si sono uniti all'azione iniziata dai loro pari nella prigione di Cintalapa; il 12 febbraio da Zacario Hernández, il 25, la Voz del Amate ed altri ancora.  
    
  Nel Centro Statale di Reinserimento Sociale dei Condannati (il significato di "Cereso" da queste parti), numero 5, chiedono la loro liberazione e si dichiarano "prigionieri politici" Tiburcio Gómez Pérez, Pedro Guadalupe Enríquez Santiz, Julio César Méndez Luna, José Luis Gómez Morales, Diego Rodríguez Hernández, Guadalupe Gómez Cruz, Manuel Ruiz Hernández, Antonio Ruiz Pérez e Mario Jiménez López
   
  Poliziotti armati, anche se gentili, sono l'unico sportello al quale il giornalista ha potuto accedere questo venerdì. Alla richiesta di informazioni sulle persone in sciopero della fame, le autorità della prigione, attraverso agenti in divisa, si dichiarano non autorizzate a parlare. Nemmeno ad ammettere esplicitamente che là dentro è in corso uno sciopero della fame di cui si parla ogni giorno sempre di più.  
    
  Attraverso l'etere entrano ed escono dal Cereso 5 chiamate radio in codice. Con sollecitudine, a domanda si risponde. Lo stesso tempo che ci vuole per ordinare un panino nel chiosco di fronte ai tribunali della prigione, pagarlo ed ascoltare un paio di barzellette piccanti mentre la donna del chiosco infila qualche peperoncino nel panino che lei chiama "piscia di gatto". Dall'area di accettazione esce un ufficiale di polizia con un block notes pieno di geroglifici, qualcosa di simili all'alfabeto etiope; qui riporta la domanda che una volta scritta risulta illeggibile. Gli spari continuano. Nessuno si scompone, nemmeno una donna chamula ed i suoi cinque figli piccoli che vanno a visitare qualche recluso.
   
  L'unico sportello al quale si può inoltrare la domanda è quello del segretario di Pubblica Sicurezza dello stato, Juan Jesús Mora y Mora, nei suoi uffici di Tuxtla Gutiérrez. "Telefono?" "No, non abbiamo il numero", si giustifica l'ufficiale. Ma dal suo illeggibile block notes decifra l'indirizzo: Tercera Poniente Sur 157, tra viale Central ed Octava Sud.  
    
  Interpellato ogni giorno da organizzazioni civili, vescovi, collettivi ed organizzazioni sociali, il governo di Juan Sabines oggi ha pubblicato su alcuni giornali locali una risposta che incomincia dicendo che "nessuno ha argomenti per autonominarsi 'prigionieri politico' ". A meno non "per quanto riguarda la presente amministrazione". Annuncia che esaminerà 360 richieste di scarcerazione di "prigionieri politici", alle quali risponderà "entro e non oltre un mese".
   
  Da un mese e un giorno non mangia, nel Cereso 14, El Amate, il catechista di Tres Cruces, San Juan Chamula, Zacario Hernández. Ed in tre carceri del Chiapas sono ormai 37 i detenuti in sciopero della fame a tempo indeterminato, più altri dieci in digiuno solidale. Più della metà sono dell’Altra Campagna, come la Voz de los Llanos, che ieri ha inviato un messaggio all’Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca, agli abitanti di Atenco ed ai detenuti di Playas de Catazajá.
   
  A questi mandano a dire: "Ci fa piacere scrivervi sapendo che avete cominciato lo sciopero della fame in resistenza al malgoverno. Vogliamo solo dirvi di essere forti e non lasciarsi umiliare dalle autorità, anche se ricevete minacce, poiché in questa lotta incontriamo sempre ostacoli. Vogliamo anche dirvi che, anche se siamo lontani, non siete soli".
   
  (Traduzione Comitato Chiapas “Maribel ” – Bergamo)
    
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