[Ezln-it] Fw: [UnionePlurale] Rosario Ibarra la cacciatrice di
desaparecidos.
nadiadarco
nadiadarco at alice.it
Tue Jul 29 19:02:08 CEST 2008
----- Original Message -----
From: "michele lastilla" <michele.lastilla at tiscali.it>
To: "unioneplurale" <unioneplurale at yahoogroups.com>
Sent: Tuesday, July 29, 2008 6:53 PM
Subject: [UnionePlurale] Rosario Ibarra la cacciatrice di desaparecidos.
> il manifesto
> Matteo Dean.
> CITT?? DEL MESSICO.
> Apre la porta Rosario Ibarra de Piedra.
> Ci accoglie a casa sua una mattina.
> Il nipotino e il figlio dietro a lei.
> La oggi senatrice del Fronte ampio progressista, ci conduce nella sua casa
> in centro a Cittá del Messico.
> Fotografie, quadri, oggetti, striscioni, manifesti, immagini riempono le
> pareti e i mobili.
> C'è appena lo spazio per passare e sedersi sul divano.
> Doña Rosario si siede di fronte e comincia a parlare.
> "Tutto è un ricordo per me in questa casa.
> Di là tengo le cose dei miei 33 anni di lotta, da questa parte - indica
> con
> la mano - la famiglia, gli affetti".
> Alle sue spalle, una fotografia: Jesus de Piedra Ibarra.
> Era il 18 aprile 1975 quando la polizia politica arrestò illegalmente il
> figlio di Rosario, Jesus, membro del gruppo armato Liga Comunista 23
> settembre.
> L'arresto si tramutò rapidamente in una scomparsa, una desapariciòn. A
> questo punto, va a Cittá del Messico a cercarlo.
> Vi rimarrá a vivere.
> Rosario aveva promesso al marito che lo avrebbe ritrovato.
> Non manterrá la promessa con il marito, ma non smetterá mai di lottare.
> "Nel 1977 cominciai a cercare le madri degli altri desaparecidos, ci
> riunimmo da tutto il paese e formammo il Comitato Eureka", racconta.
> E ricorda con orgoglio: "In un primo momento ciascuna cercava il proprio
> figlio, padre, fratello, ma in poco tempo tutte cercammo tutti". La
> tenacia
> di doña Rosario e delle altre madri, sorelle, figlie, ha portato ad
> eccellenti risultati nel corso degli anni. "Abbiamo fatto sette scioperi
> della fame, a partire dal 1978 ed alla fine ci diedero l'amnistia: 1.500
> prigionieri politici uscirono dal carcere, 2.000 ordini d'arresto vennero
> ritirati, 57 esiliati tornarono nel paese e 140 desaparecidos ci vennero
> restituiti... E' qualcosa".
> Rosario lotta e cerca i desaparecidos con instancabile desiderio.
> Non risparmia nessuno, si infiltra in una visita messicana a Giovanni
> Paolo
> II e gli consegna una denuncia del Comitato.
> Da quando ha cominciato, tutti i presidenti della repubblica l'han
> conosciuta. "Li perseguitavo, dovunque andassero andavo io, ad esigergli
> la
> restituizione dei nostri figli".
> Oggi parlare con il presidente in carica, Felipe Calderón, è difficile,
> non
> perchè non vi siano occasioni ma semplicemente perchè Rosario Ibarra de
> Piedra, è senatrice per quel Fronte amplio progressista che ha
> pubblicamente
> ripudiato Felipe Calderon all'indomani delle fraudolente elezioni
> presidenziali del 2006. L'ex presidente Vicente Fox Quesada, invece l'ha
> incontrato qualche volta. "Faceva come che non ci stava a sentire.
> Alla fine un giovane che veniva con noi gli disse "signor presidente,
> spero
> che non si stanchi mai di ascoltare il suo popolo, perchè il presidente
> che
> lo fa non sarà più presidente"".
> Doña Rosario ha recentemente accettato la proposta fatta dall'Epr -
> Esercito
> popolare rivoluzionario - perchè assieme ad altre riconosciute figure
> della
> societá civile medi per la liberazione dei due militanti di quel gruppo
> armato, Edmundo Reyes Amaya e Gabriel Alberto Cruz Sánchez, desaparaecidos
> un anno fa.
> Ma Rosario ha anche altre denunce da fare.
> "Vi sono molti altri desaparecidos. I lavoratori dell'industria del
> petrolio, per esempio, sono almeno quindici quelli che abbiamo
> documentato.
> Curiosamente questi lavoratori scompaiono il 16 maggio 2007, e il 20
> scompaiono i due militanti dell'Epr. Non so se i due episodi abbiano a che
> vedere tra loro, ma questi del governo son così maliziosi che..." sospende
> la parole.
> Riesce ancora a sorridere, nonostante tutto.
> "Non ho mai avuto la tentazione della vendetta - racconta -. Mio padre ci
> ha
> insegnato a non odiare nella lotta, così come faceva Josè Martí, una rosa
> bianca a tutti.
> Per fortuna quest'atteggiamento si è diffuso anche tra le donne del
> Comitato". Poi con tono calmo e chiaro racconta un episodio.
> "Andavamo davanti alle caserme e c'era una compagna che gridava "vi
> maledico
> tutti" e noi le dicevamo "non dire queste cose, questi sono il popolo in
> uniforme, vedrai che verranno dalla nostra parte". I colpevoli veri sono
> altri, quelli che governano e decidono.
> Quel che chiedo sempre al governo è "perchè non avete dato l'opportunità
> della giustizia ai nostri figli?"".
> Doña Rosario è stata per oltre dodici anni un' amica del subcomandante
> Marcos. Fino alla campagna elettorale del 2006.
> "Lo conobbi quando Marcos mi chiese di liberare due militanti nel nord del
> paese.
> Li andai a liberare e li riportai nella selva.
> Poi vi sono stata in decine di altre occasioni.
> Peró dopo, quando cominciai ad appoggiare la candidatura di López Obrador
> per le presidenziali del 2006, Marcos mi mandò a dire che non voleva più
> saperne di me". E spiega la rottura "Io non posso dire di López Obrador
> quel
> che non penso". Le piace, non lo nasconde.
> E dice di lui: "Credo che sia una persona con prinicipi, una persona
> onesta".
> Del futuro parla poco.
> Oggi è coinvolta dal dialogo con l'Epr e dalla campagna di resistenza al
> tentativo di privatizzare l'industria del petrolio.
> Poi osserva la invadente e crescente militarizzazione del paese.
> "Giustificano tutto con la lotta al narco-traffico, ma la gente continua a
> morire e pochi sono gli arresti.
> Cercano di abituare la popolazione alla presenza militare per le strade.
> Fanno in modo che la gente esiga questa presenza, con l'illusione di
> risolvere il problema dell'insicurezza.
> In realtá temo che il prossimo passo saranno gli escuadrones de la muerte.
> Dopo oltre un'ora di conversazione, ci congediamo dalla Senadora Rosario
> Ibarra de Piedra.
> La ringraziamo per il tempo che ci ha concesso e risponde: "Di niente, in
> realtà sto solo adempiendo al mio dovere di madre, nada más".
>
> ad una moderna democrazia occidentale si sta sostituendo in italia
> l'esaltazione della Voce del Principe, Parlamento
> asservito alla volontà dell'Esecutivo, istituzioni di garanzia ridotte ad
> silenzio,
> compagnie di comici ingaggiate per allietare i vertici internazionali,
> magistrati definiti come "metastasi" del Paese, veline dal sorriso di
> cartapesta
> investite di incarichi ministeriali: quale tela del dialogo" si può
> tessere
> in un simile status quo? Cosa c'è di "normale" nel regno del Caimano? La
> risposta
> è: nulla, nemmeno l'opposizione.
>
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