[Ezln-it] Abusi in Oventic durante un operativo per smantellare una banda di ladri d’auto

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Mon Feb 4 20:09:24 CET 2008


La Jornada - 3 febbraio 2008
Autorità proteggono militanti dei partiti che commettono illeciti
Abusi in Oventic durante un operativo per smantellare una banda di ladri 
d’auto 
Arrestano e torturano psicologicamente due indigeni che si rifiutano di 
consegnare denaro - In Magdalena la Paz trattengono l’automobile di un 
abitante con le carte in regola
Hermann Bellinghausen - Inviato

San Cristóbal de las Casas, Chis., 2 febbraio - La giunta di buon governo 
(JBG) di Oventic ha denunciato gli abusi commessi dalla forza pubblica 
mercoledì scorso, durante un molto appariscente operativo dell’Esercito 
federale e di diverse corporazioni di polizia in comunità del municipio 
ufficiale di Aldama (e autonomo, Magdalena La Paz),  per “smantellare” una 
banda di ladri d’auto che operava nei dintorni, “in complicità e/o con la 
protezione delle autorità locali, municipali, statali e pure federali; per 
questo le autorità ufficiali non fanno nulla per evitare e controllare la 
compra, l’uso e la circolazione di veicoli illegali, come non fanno nulla 
contro la semina, il traffico ed il consumo della droga”.

La JBG Corazón Céntrico de los Zapatistas delante del Mundo documenta due 
casi di abitanti, basi d’appoggio dell’EZLN, che hanno subito furti, 
arresto, colpi e torture psicologiche da parte di agenti della polizia. Il 
30 gennaio è iniziato questo operativo nelle comunità di Xuxch’en, 
Cotsilna’m e Xulumo’, tutte “appartenenti al municipio autonomo Magdalena de 
la Paz” - precisa la giunta. “L’obiettivo di questo operativo era il 
recupero di veicoli rubati e il rancho San Isidro, invaso da un gruppo di 
persone, però non è successo solo questo, perché sono stati fermati alcuni 
compagni”.

Così, “quando è arrivato l’operativo a Xuxch’en, si sono presi il veicolo 
Nissan, modello 2004 di Mateo Pérez Hernández, base d’appoggio dell’EZLN”. 
Quanto questi è arrivato “per dimostrare che il suo veicolo è legale, con 
tutti i documenti necessari (fattura, carte di circolazione e patente), 
oltre alla registrazione ed al permesso della JBG”, i poliziotti “non gli 
hanno fatto caso; lo hanno obbligato a salire sulla loro camionetta e se lo 
sono portato via all’Unità Amministrativa (UA), in San Cristóbal”.

Dopo varie ore nell’Unità Amministrativa, l’ndigeno zapatista ha richiesto 
che gli venissero restituiti i documenti del suo carro. “Gli hanno risposto 
che non c’era la persona che gli poteva rispondere e che quindi non poteva 
far altro che aspettare, finchè alla fine gli hanno detto che poteva 
andarsene e che doveva cercarsi un avvocato per recuperare il suo carro”. 
Nel Ministero Pubblico (MP) gli hanno detto “che non sapevano nulla 
dell’operativo e che poteva ritornare il giorno dopo”. Nell’UA gli hanno 
detto che il suo veicolo era stato portato a Tuxtla Gutiérrez.

Altri casi

Questo comportamento del Ministero Pubblico - dice la giunta - “è lo stesso 
di tutte le autorità governative che non si preoccupano di fare giustizia e 
delle persone innocenti, ma solo fanno loro perder tempo e spendere il 
denaro alla gente povera”. Durante lo stesso operativo “hanno preso altre 
due basi d’appoggio dell’EZLN, in Xulumo, in un sentiero che portava alle 
loro case”. Venivano dal vicino San Andrés. Si sono incontrati con 
l’operazione di polizia e dell’Esercito federale, “senza che avessero 
commesso nulla”.

“Dato che camminavano a piedi, hanno ordinato loro l’alt ed hanno puntato 
contro di loro le armi”. Poi li hanno interrogati e perquisiti “per vedere 
se portavano armi, però non hanno trovato nulla”. A Alfredo Pérez Hernández 
ed a Marcos Pérez Hernández, “hanno trovato 300 pesos in moneta e glieli 
hanno portati via. A parte, Marcos aveva 280 pesos in biglietti e glieli 
volevano prendere, ma lui si è rifiutato di farseli portar via; la polizia 
si è incazzata e l’hanno spintonato sotto il camion per fargli del male”.

In diversi veicoli sono stati portati a San Cristóbal de las Casas. Alfredo 
Pérez Hernández “sdraiato nel camion della polizia”. Marcos, che era in un 
altro camion, è stato obbligato a “sdraiarsi e gli hanno detto di non 
sollevare la testa. Dato che lui la sollevava gli hanno coperto la faccia 
con una coperta”.
Insieme con altri arrestati durante l’operativo, li hanno portati a Tuxtla 
Gutiérrez. “Hanno patito fame e sete perchè sono stati varie ore detenuti 
illegalmente. I poliziotti si sono comportati da prepotenti e si facevano 
forti delle loro armi e delle loro divise per intimidire. Era una tortura 
psicologica” – precisa la JBG.

Dopo varie ore, sono stati liberati, per intervento del Centro dei Diritti 
Umani Fray Bartolomé de Las Casas. “Non avevano nessuna accusa contro di 
loro perché non hanno nulla a che vedere con i veicoli illegali, né con la 
invasione del predio San Isidro. Consideriamos una violazione dei diritti 
umani arrestare innocenti in un operativo, in cui si dovrebbero arrestare 
solo le persone che realizzano attività illecite come comperare ed usare 
veicoli illegali o rubati”.

La JBG sottolinea: “Da vari anni sono state date istruzioni da tutte le 
comunità, i municipi e territori zapatisti, con la proibizione totale di 
queste attività illecite. Nella nostra zona Altos ci sono coloro che non 
rispettano queste istruzioni. E sono in aumento i veicoli illegali, la 
semina ed il traffico di droga da parte delle persone affiliate ai 
differenti partiti politici. Agiscono in complicità o con la protezione 
delle autorità”.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)




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