[Ezln-it] Fw: [UnionePlurale] In un film le violenze razziali a
Sucre, l'ex capitale che si oppone al presidente Morales
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Sat Aug 23 09:03:58 CEST 2008
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Sent: Saturday, August 23, 2008 6:09 AM
Subject: [UnionePlurale] In un film le violenze razziali a Sucre, l'ex
capitale che si oppone al presidente Morales
Caccia all'indio
di Chiara Andreola
In un film le violenze razziali a Sucre, l'ex capitale che si oppone al
presidente Morales
Aveva fatto ben sperare l'elezione di un indio alla presidenza della
Bolivia: in un Paese dove gli indigeni hanno avuto vita dura sin dai tempi
coloniali, Evo Morales sembrava il simbolo del riscatto. Ma la strada verso
l'integrazione è lunga. Gli indios costituiscono quasi il 75 per cento della
popolazione rurale: un popolo di contadini, i cui interessi si sono sempre
mal conciliati con quelli dei bianchi e dei meticci delle città. E le
violenze razziali continuano, come testimonia il documentario 'Umiliati e
offesi' dell'attore e regista teatrale argentino César Brie.
GUARDA IL VIDEO: Umiliati e offesi
http://espresso.repubblica.it/multimedia/home/2760470
Il video è stato girato a Sucre, ex capitale che con la sede del governo ha
perso anche il benessere. Il conflitto storico tra città e campagna ha lì
assunto la duplice forma del razzismo verso gli indios e dell'opposizione al
Mas, il partito di Morales, che governa la provincia grazie ai voti dei
campesinos.
Come confermato dal referendum dello scorso 10 agosto, il presidente gode di
ampi consensi nella regione di La Paz, ma è inviso al ricco sud-est del
Paese. I sucrensi, inoltre, non hanno mai smesso di rivendicare per la città
il titolo di capitale, facendo un unico fascio di indios, Mas e La Paz, con
la benedizione dell'opposizione: mentre nella campagne il partito del
presidente arriva al 95 per cento dei voti, in città non va oltre il 30 per
cento.
Negli ultimi tempi il malcontento verso il presidente è degenerato in
violenza verso i campesinos: picchiati, obbligati a marciare seminudi, a
inginocchiarsi e bruciare le bandiere indigene. E questo Brie ha documentato
nel suo film. "L'atmosfera", spiega il regista, "aveva cominciato a farsi
tesa già nel 2006, con l'insediamento dell'Assemblea costituente. La nuova
Costituzione avrebbe dovuto riunire tutto il Paese: invece i rappresentanti
di La Paz hanno voluto escludere il tema della capitale, tra le proteste dei
sucrensi".
Dietro alle violenze, secondo Brie, ci sarebbe il Comité Interinstitucional:
un organo non elettivo, formato da rappresentanti di varie associazioni, che
di fatto controlla Sucre. Ne sono membri il sindaco, il presidente del
consiglio comunale e il rettore dell'università. "Il Comité", aggiunge,
"controlla i media locali. È composto soprattutto da politici sconfitti alle
urne, che hanno scatenato la repressione contro gli oppositori: alcune
persone sono state esiliate da Sucre, e manifesti con le loro foto appesi in
città per additarle come persone non gradite". Sarebbe stato il Comité a
istigare le violenze sia a novembre, quando tre persone persero la vita
nell'assalto alla caserma dove si era riunita l'Assemblea costituente, sia
lo scorso maggio, quando "si è scatenata la caccia all'indigeno".
Il video mostra le immagini di questa caccia e sta suscitando reazioni
indignate sia in patria sia all'estero. I sucrensi, invece, se la prendono
col regista: "Ho ricevuto querele, insulti, minacce, accuse di aver montato
i fatti". Gli indios non hanno avuto giustizia: "Anche se il Comité
inizialmente si è scusato, ha poi accusato prima il governo e infine
monsignor Mora, direttore della Fondaciòn Cultural Loyola, di aver fomentato
i disordini". Brie lascia tuttavia spazio alla speranza: "Dopo il
referendum, anche a Sucre l'opposizione parla di dialogo. Il popolo
boliviano è maturo per seguire questa strada".
(22 agosto 2008)
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Caccia-allindio/2038075/11
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