[Ezln-it] Risposta nulla della solidalietà internazionale di fronte alle aggressioni agli zapatisti - La Jornada 18dic07

Annamaria annamariamar at gmail.com
Wed Dec 19 10:34:39 CET 2007


*La Jornada – Martedì 18 dicembre 2007*

L'EZLN annuncia ripiegamento davanti all'ondata di aggressioni
 L'Esercito ed i paramilitari stanno preparando un nuovo Acteal, denunciano
gli intellettuali

Blanche Petrich ed Hermann Bellinghausen (Inviati)

*San Cristóbal de las Casas, Chis., 17 dicembre*. I partecipanti
all'Incontro Internazionale in memoria di Andrés Aubry, tra loro gli
scrittori John Berger, Naomi Klein, il sacerdote belga Francois Houtart,
decine di attivisti e studiosi, in un documento sottoscritto ieri,
denunciano che i 56 accampamenti militari, unità di forze speciali e la
riattivazione dei gruppi paramilitari, come quello dell'Organizzazione Per
la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic), aggrediscono e
minacciano dai mesi le comunità zapatiste. E avvertono: "Non si può
permettere un nuovo Acteal in terre messicane. Non si possono costringere le
comunità a difendersi dalla violenza con la violenza".

In risposta alla dichiarazione resa la sera di domenica dal *subcomandante
Marcos*, che ha lanciato l'allarme per le aggressioni che stanno subendo le
comunità zapatiste e "le nostre compagne e compagni", i firmatari, tra i
quali ci sono Pablo González Casanova, Sylvia Marcos, Enrique Dussel, Jorge
Alonso, Carlos Rojas Aguirre e Jean Robert, chiedono al governo federale e
statale "che fermino queste aggressioni che violano qualsiasi rispetto dei
diritti umani".

A pochi giorni dal decimo anniversario del massacro negli Altos del Chiapas,
in questa dichiarazione si afferma: "Con le comunità zapatiste ci impegniamo
a vigilare sullo sviluppo degli avvenimenti ed invitiamo tutti gli uomini e
donne di buon cuore, del Messico e del mondo, ad essere attenti su quanto
possa qui accadere ed a manifestare apertamente la loro solidarietà con
queste e questi indigeni che hanno rinnovato la speranza che un altro mondo
è possibile".

Ieri sera, il *subcomandante Marcos* ha pronunciato il suo ultimo intervento
da titolo "Sentire il rosso; il calendario e la geografia della guerra".
Sottolineando il suo carattere di capo militare dell'EZLN, "che è un
esercito, molto altro, ma sempre un esercito", ha annunciato: "Per me questa
è l'ultima volta, almeno per un bel po' di tempo, che usciamo per attività
di questo tipo; mi riferisco ad incontri, tavole rotonde, conferenze, oltre
a, ovviamente, interviste.".

Ha spiegato perché: "Come non accadeva da tempo, le nostre comunità, le
nostre compagne e compagni, sono aggrediti. Era già successo prima, certo.
Ma è la prima volta da quell'alba di gennaio del 1994 che la risposta
sociale, nazionale ed internazionale è stata insignificante o nulla. È la
prima volta che queste aggressioni provengono sfacciatamente da governi di
presunta sinistra, o che si perpetrano con l'appoggio senza sotterfugi della
sinistra istituzionale.".

Ha aggiunto: "Chi ha fatto la guerra sa riconoscere le strade sulle quali si
prepara ed avvicina. I segnali di guerra all'orizzonte sono chiari. La
guerra, come la paura, hanno odore. Ed ora si comincia a respirare il suo
fetido odore nelle nostre terre".".

Il comunicato dei partecipanti all'incontro rivolto al popolo del Messico ed
ai popoli del mondo, ricorda: "Dal 10 gennaio 1994 l'EZLN si è impegnato con
la società civile messicana, in maniera unilaterale, ad interrompere
qualsiasi attività bellica. A 14 anni da quella decisione, l'EZLN,
nonostante la presenza sobillatrice dell'esercito federale messicano che
tanto danno ha fatto alla vita delle comunità indigene chiapaneche,
nonostante la formazione di gruppi paramilitari, nonostante il massacro di
Acteal, nonostante tutto, ha onorato la sua parola. In questo tempo,
mettendo in pratica il comandare obbedendo, ha costruito una delle
esperienze più promettenti del mondo: le giunte di buon governo, che sono
riuscite a migliorare il livello di vita delle basi di appoggio zapatiste e
realizzare l'esercizio di governo che è ormai un faro nella lotta per
l'emancipazione umana, il suo esempio di lotta pacifica è universale".



(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)
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