[Cyber-rights] C'era una volta Strano Network

paolo b. vernaglione paolo.v2 at gmail.com
Tue Oct 6 16:49:09 CEST 2009


Non sono un iscritto della prima ora e anzi per lo più mi sono limitato,
dogliendomene, a leggere i post in lista senza intervenire. Avrei voluto
anche partecipare in qusti ultimi anni ad alcune iniziative ma non ho poi
mai avuto occasione...
Perchè in Italia no diritti digitali, ma direi perchè no una cultura
digitale e pirata, hacker e esodante con le tecnologie dalle pratiche del
dominio?
Direi in primo luogo perchè questo è un paese medioevale, in cui la politica
si riferisce o al Vaticano, nelle sue varie estensioni di pubblica funzione
e pubblica istruzione (quello che è ' rimasto); o allo stato-nazione che da
tempo ha fatto crack, sostituìto da un localismo razzista e securitario...
in cui la formazione tecnologica è appannaggio di pochi grandi gruppi
privati che la intendono come profitto e non come condivisione;  e poi
perchè i radicalismi sono tutti indistintamente chi più chi meno lavoristi e
considerano l' informatica e le sue applicazioni politiche e sociali come
l'otium riservato a pochi, emarginati, giovani, fannulloni etc...

Infine perchè tutto ciò che di avanzato c'è in questo luogo piccolo piccolo
è appannaggio di un potere miserabile, corrotto che già da tempo ha fatto
fuori il comune...
Bisogna dunque credo ripartire da lì, dal comune, da cosa significa e da
quale articolazione può comportare, oggi, visto che la crisi globale ha
determinato un riassetto non solo delle economie ma anche dell'allocazione
di risorse...
Bisogna credo ripartire (se se ne ha voglia) dal manifesto hacker, dalle
teorie di Meckenzie Wark e dai luoghi fisici di incontro di chi contesta il
potere dal basso delle reti informatiche, digitali, da chi fa azione diretta
col pc, da chi boicotta i brevetti e il copyright in rete nonchè i tentativi
dei governi di imporre leggi su internet.
Bisogna insomma smontare il modello di una cultura digitale verticale e
oltremodo discriminante, riappropriandosi, specie nelle scuole, di software
libero, cooperazione e potenzialità di formazione e di lavoro che le reti
hanno...

Mica solo cyber-rights finisce, guardiamo ad eseperienze come rekombinant o
anche liste più direttamente politiche...infine un' ultima osservazione che
è un appunto (non a cyber-right) ai luoghi di produzione di pratiche pirata:
per i newbies, gli adepti da poco non è un bel vedere la chiusura estrema
che certi siti producono ogniqualvolta si tratta di condividere pratiche di
sabotaggio del copyright piuttosto che delle licenze proprietarie. Esempio:
mi ha fatto capire di più OSX86 statunitense che la comunità italiana (da
cui ho ricevuto solo minacce di banned) su come fare certe cose...ovviamente
non si tratta solo di un caso personale, benchè si possono capire le ragioni
di tale comportamento che a mio avviso è uno sfregio alla netiquette pari a
chi fa domande etc etc etc...
Ma il punto è ovviamante politico, di politica, di movimenti, di idee in
circolazione..non so
queste sono le prime cose che mi vengono in mente, spiacevolmente colpito
dalle vs dichiarazioni di fallimento..

abbr

opossum3e

www.sofiaroney.org
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