Care/i compagne/i,<br><br>vi invio queste brevi valutazioni sulle
mobilitazioni organizzate per l'"anniversario" del movimento 15M,
conosciuto meglio in Italia come "indignados" che si sono tenute in
tutto lo Stato spagnolo dal 12 Maggio al 15 dello stesso mese. Ho
tentato di fare ripercorrere un poco le tappe tanto del movimento come
delle dinamiche istituzionali e legislative dello Stato. Sperando ancora
una volta che questi "appunti" possano contribuire alla comprensione
degli avvenimenti qui in Spagna e arricchire il dibattito del moviemento
in Italia, vi invito alla sua massima diffusione.<br>
Invio anche alcune immagini.<br><br>saluti comunisti<br><br>
<p class="MsoNormal" style="text-align:center" align="center"><b style><span style lang="IT">DALL’INDIGNAZIONE
ALL’ORGANIZZAZIONE:</span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:center" align="center"><b style><span style lang="IT">NO È LA CRISI, È IL
CAPITALISMO</span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><i style><span style lang="IT">Brevi spunti di riflessione sulle
quattro giornate di mobilitazione (12M-15M) a un anno dalla nascita del
movimento degli “indignados”.</span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT">Un anno fa: 15 Maggio 2011. Il movimento si sviluppa e dilaga. Gli
accampamenti degli “indignados” si moltiplicano a vista d’occhio dopo la prima
occupazione della centralissima “Sol” a Madrid: da nord a sud assemblee,
manifestazioni, iniziative invadono le strade e le piazze di tutto lo Stato.
Nascono come funghi commissioni, gruppi di lavoro, coordinamenti. Si pone in
marcia una intensa mobilitazione contro il sistema politico ed economico del
capitalismo in crisi. Iniziative simili si organizzano anche nel resto dei
paesi dell’UE e in particolare nei famosi PIIGS dove migliaia di persone
solidarizzano con il movimento conosciuto in Spagna come 15M (15 Maggio, giorno
della prima mobilitazione). </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT">Dopo i primi mesi, lo Stato decide di fare un salto di qualità in termini
repressivi: il pericolo della radicalizzazione, della continuità del movimento
a livello internazionale, la continua nascita di nuove “acampadas” in tutto lo
Stato iniziano a preoccupare sul serio. Iniziano i primi sgomberi degli
accampamenti, piovono arresti e denunce. Il movimento comprende che questo
modello di mobilitazione e visibilità non può essere più mantenuto ed è
necessario allo stesso tempo fare un salto di qualità articolando il movimento
in forma decentrata, organizzando assemblee di quartiere, sui posti di lavoro,
in scuole ed università. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><i style><span style lang="IT">Inizia un nuovo lavoro
politico che dovrà confrontarsi con le contraddizioni specifiche dei territori,
portando con se tutto il lavoro politico maturato nei mesi precedenti, nel
tentativo di moltiplicare la capacità di accumulazione di forze e di creazione
di ambiti politici di mobilitazione. </span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT">La Grecia continua a bruciare, si organizzano scioperi generali in
Portogallo e in Italia: i governi di tutti i colori, di fronte alla crisi - ma
soprattutto di fronte alla debolezza della classe a causa del suo impoverimento
economico e alla sua debolezza politica -, colgono l’occasione per dare un’enorme
spinta al processo che da anni portano avanti: la distruzione delle garanzie
della classe lavoratrice a favore del processo di accumulazione del Capitale,
attraverso lo svuotamento delle garanzie proprie del contratto a tempo
indeterminato, un attacco al salario da tutti i punti di vista (diretto,
indiritto e differito) attraverso le riforme del mercato del lavoro, della
sanità, dell’istruzione, dei servizi sociali in generale e delle pensioni.
L’obiettivo: incrementare a dismisura la capacità d’estrazione di pluvalore
relativo ed assoluto per tentare di rilanciare, dopo l’esplosione della bolla
speculativa dei mercati finanziari, l’accumulazione capitalista nella economia
reale.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT">Ovviamente, anche nello Stato spagnolo questo processo viene portato avanti
a pieno ritmo tanto dai governi del PSOE come da quelli del PP negli ultimi
anni. Dopo l’inserimento della “parità di bilancio” dello Stato all’interno della
Costituzione del 1978, il 15 di Ottobre (15-O) il movimento 15M lancia una
nuova chiamata internazionale alla quale rispondono in molti tanto in Europa
come al di là dell’Oceano Atalantico: iniziano a moltiplicarsi i movimenti
“Occupy” negli Stati Uniti, in particolare a New York e Oakland. Una nuova
ondata di movimento dimostra che la mobilitazione non si è ancora conclusa e
che coloro che consideravano il movimento 15M come un “fiore che dura un giorno
solo” si sbagliavano. Al contrario: l’esempio degli indignados è stato ripreso in
molte capitali del mondo, ognuna articolandolo e adattandolo alla propria
specificità. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT">In tutto lo Stato spagnolo nascono nuove assemblee di quartiere, mentre
altre si rafforzano, coscienti che è necessario fare un salto di qualità
politico tentando di sviluppare un ragionamento che superi le posizioni di
compatibilità con il sistema capitalistico che, ancora oggi in buona parte,
egemonizzano il movimento 15-M.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT">Il 20 di Novembre (20-N) in Spagna si organizzano le elezioni a livello
statale. Le urne danno la vittoria al PP. Il sistema dell’alternanza partitica,
che garantisce la continuità delle riforme antiproletarie, consegna al partito
di Mariano Rajoy la responsabilità di proseguire il lavoro già avviato dal
precedente governo del PSOE: portare a maturazione, in perfetta linea con le
direttive europee e la “nuova” BCE di Mario Draghi, il processo di riorganizzazione
del sistema produttivo e finanziario. A colpi di decreti reali, come un rullo
compressore, si approvano decine di “riforme” che tentano di calmare i
tentativi speculativi e far si che la Spagna si presenti agli occhi dei mercati
internazionali come un paese con nuove opportunità per il Capitale di
valorizzarsi. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT">Nel marzo di quest’anno si organizza un nuovo sciopero generale di 24 ore
contro la riforma del mercato del lavoro e contro le misure “anticrisi”, a
distanza di sei mesi dalle elezioni e a un anno e mezzo dall’ultimo sciopero
generale <i style>(per approfondimenti si veda anche
l’articolo “29-M: quando la classe operaia spagnola si ferma per lottare e
difendere i propri diritti”, presente su vari siti di movimento)</i>. Una
mobilitazione enorme che blocca interi settori produttivi, con manifestazioni
oceaniche, che però non raggiunge l’obiettivo di bloccare gli attacchi del
nuovo governo. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT">Mentre si susseguono, <i style>con la giustificazione
del risanamento del deficit come motivazione principale,</i> feroci tagli ai
servizi sociali, riduzioni salariali e dei diritti degli impiegati pubblici, il
sistema finanziario spagnolo continua a perdere colpi sul mercato
internazionale: il FMI, il BCE e le agenzie di rating iniziano a puntare il
dito sulle banche spagnole. Le stesse che in questi ultimi anni hanno
accumulato enormi profitti grazie alla speculazione finanziaria, adesso si
trovano in una situazione gravissima: i famosi titoli “tossici” (sprattutto
immobiliari) rappresentano ormai una parte troppo importante degli investimenti
dei colossi bancari spagnoli come SANTANDER, BBVA, CAIXABANK ed in particolare
di BANKIA (capitanata dal CAJA MADRID). Lo Stato nuovamente interviene per
salvare il settore con l’iniezione di milioni di Euro di denaro pubblico per
l’acquisto dei titoli “tossici”: nuovamente si socializzano le perdite mentre i
precedenti profitti accumulati rimangono nelle “tasche” del Capitale. Come
giustamente afferma Giulio Palermo nel suo scritto “Riformismo e
Anticapitalismo nel movimento No-Debito”: <i style>“...il
ruolo dello Stato nell’economia non è affatto cambiato in questi ultimi anni.
Il dato nuovo è invece un altro: se oggi tutti chiedono urgentemente il
pagamento del debito pubblico è perchè se lo Stato non paga, le banche
falliscono. Per questo si devono salvare gli Stati: per salvare le banche.”</i></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT">Dopo un primo Maggio dove ancora una volta scendono in piazza centinaia di
migliaia di persone contro i tagli e le misure anticrisi, si continua ad avere
di fronte il problema di come gestire una risposta politica complessiva
all’enorme attacco che la classe subisce. Centinaia sono le iniziative, le
mobilitazioni e gli scioperi settoriali che si sono organizzati per tentare di
strutturare questa risposta. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT">12Maggio-15Maggio (12M-15M) 2012: è passato un anno da quando migliaia di
persone sono scese in piazza e hanno iniziato ad accamparsi nei luoghi centrali
delle grandi città dello Stato spagnolo. Finalmente una nuova ondata di
movimento tenta di dare forma al rifiuto di un sistema in piena crisi
strutturale. Una crisi che ha portato con se miseria e disoccupazione a tutti i
livelli e che ha colpito in maniera devastante la classe lavoratrice,
distruggendone diritti e garanzie. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT">Il movimento 15-M dopo un anno continua a contribuire a questo processo
collettivo di accumulazione di forze e di sviluppo dell’organizzazione: per
ricordare la nascita del movimento e fare il punto della situazione si
promuovono una quattro giornate in tutto lo Stato. Collettivi politici,
sindacati di base, collettivi studenteschi, assemblee di quartiere,
associazioni di vicini e culturali partecipano e contribuiscono
all’organizzazione della mobilitazione, mentre i sindacati concertativi CCOO e
UGT, nonostante comunicati formali di appoggio alle iniziative, si tengono del
tutto al margine contribuendo in poco o in niente alla riuscita dell’evento.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT">Il primo momento sarà il 12 Maggio in cui in più di 80 città si organizzano
manifestazioni e mobilitazioni di vario tipo. Si organizzano mobilitazioni
anche ad Atene, Roma, Lisbona, Francoforte, Parigi, Londra e New York con il
movimento “Occupy Wall Sreet”. La risposta è enorme ed articolata: a Madrid si
organizzano 4 “colonne” dai punti cardinali della periferia della città che
marceranno fino ad arrivare alla “Puerta Sol” nel centro cittadino. La piazza
sarà incapace di contenere le decine di migliaia di persone che hanno deciso di
scendere in strada. Il permesso concedeva ai manifestanti di rimanere nella
piazza fino alle 22 della sera, ma la concentrazione ha sfidato
l’autorizzazione rimanendo fino alle 5 del mattino, momento in cui, visto il
numero ridotto di persone che avevano deciso di tentare una nuova “acampada” e
la chiara volontà del governo locale e nazionale di non permettere un nuovo
pericoloso precedente emulabile da parte delle altre piazze indignate, la
polizia ha sgomberato la zona. Nuove denunce, nuovi fermi, sempre la stessa
violenza: ancora una volta decine di persone denunciano non solo la brutalità
della polizia ma anche l’uso della violenza all’interno dei commisariati dopo i
fermi. Questo scenario si ripeterà tutti i giorni fino al 15, giorno
dell’assemblea generale a “Sol” e in tutte le piazze dello Stato. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT">Cosí anche nella capitale catalana dove più di 20 mila persone hanno
percorso le strade della città per arrivare nella centralissima piazza
Catalunya. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT">A Valencia, protagonista nei passati mesi di grandi manifestazioni
studentesche contro le riforme europee di scuola ed università tutte represse
con violenza, arresti e denunce, si è registrata la partecipazione di
altrettante persone. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT">In Galicia sono scesi in migliaia in piazza con le manifestazioni di Vigo e
Oviedo. Lo striscione di apertura della mobilitazione di quest’ultima città non
lascia spazi a dubbi sul nuovo salto di qualità del movimento galego: “Non è la
crisi, è il capitalismo”. Anche in Castilla la Mancha, Extremadura e Andalucia
la riposta è stata importante: in quest’ultima a Sevilla e Malaga hanno sfilato
più di 15 mila persone, mentre a Córdoba circa 4 mila persone hanno percorso le
strade del centro cittadino. Il messaggio è chiaro: <i style>“Contro gli attacchi alle nostre libertà e i nostri diritti, dall’indignazione
all’organizzazione”</i>. A Granada la repressione ha colpito i compagni che
erano riuniti pacificamente in assemblea arrestando due militanti, rilasciati
poco dopo senza nessuna denuncia. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT">La valutazione di questa quattro giornate è sicuramente positiva, perchè
dimostra che continua un forte processo di accumulazione di forze - processo
che la nascita del movimento 15-M ha sicuramente favorito in tutti i suoi
aspetti -. È vero anche però che questo movimento ancora non può rappresentare
la soluzione ultima di questo processo. Il 15-M ha dimostrato e fatto emergere la
necessità di una risposta politica complessiva alla crisi a livello statale, ha
espresso la volontà di cambio di una società devastata dalla ingordigia del
Capitale e dei suoi rappresentanti istituzionali. Ma come movimento nato
dall’indignazione e dallo spontaneismo non poteva che strutturarsi, alla sua
nascita, su basi ideologiche dominanti, riformiste e piccolo borghesi, basi
perfino appoggiate inizialmente dalla socialdemocrazia e dalla sinistra
istituzionale (inclusi i sindacati concertativi, CCOO e UGT) con l’intento di
controllarlo e svilupparlo a suo favore. Dopo un anno di assemblee, iniziative
e mobilitazioni il movimento è sicuramente maturato, le realtà e i collettivi
politici preesistenti, i sindacati di base, i lavoratori e gli studenti che si sono
avvicinati col tempo hanno contribuito molto allo sviluppo di una linea di
classe in alcune delle sue componenti. <i style>Una
linea che stenta però a essere egemonica a livello dell’intero movimento</i>.
La risposta internazionale di solidarietà nei confronti del 15M rappresenta un
altro elemento interessante che sottolinea ancora una volta la necessità di un
coordinamento che fuoriesca dai confini nazionali. Le contraddizioni a livello
europeo, i commissariamenti di interi paesi (come la Grecia), le misure sul
deficit in tutti i paesi membri, le ristrutturazioni in tutti i settori produttivi
e del sistema finanziario - in due parole la crisi capitalista a livello
internazionale -, ci dimostra ancora una volta e in forma ancor più evidente di
come gli interessi di classe da difendere sono gli stessi. Nonostante le
contraddizioni abbiano raggiunto un tale livello, ancora ci risulta difficile
iniziare a tessere rapporti stabili tra i movimenti e le organizzazioni, a
sviluppare un dibattito politico di classe che sappia accumunare e organizzare
lotte comuni in tutti gli stati, rispondere politicamente alle misure
repressive della borghesia. Sviluppare il discorso di classe all’interno del
movimento, costruire e tessere connessioni con altre realtà che lavorano
politicamente nella stessa direzione, senza dimenticare l’essenziale lavoro
quotidiano nella classe sui territori, rappresenta ancora una sfida fondamentale
con cui confrontarsi e necessaria per lo sviluppo di un maturo movimento
rivoluzionario a tutti i livelli, a partire da quello europeo.<span style> </span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT">Maggio 2012,</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT">Zeistar, Andalucía.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style lang="IT">Per info e contatti: <a href="mailto:zeistar17@gmail.com">zeistar17@gmail.com</a></span></p>
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