<table cellspacing="0" cellpadding="0" border="0" ><tr><td valign="top" style="font: inherit;"><BR><BR>--- <B>Gio 13/5/10, torremaura@canaglie.net <I><torremaura@canaglie.net></I></B> ha scritto:<BR>
<BLOCKQUOTE style="PADDING-LEFT: 5px; MARGIN-LEFT: 5px; BORDER-LEFT: rgb(16,16,255) 2px solid"><BR>Da: torremaura@canaglie.net <torremaura@canaglie.net><BR>Oggetto: [tml] SABATO 15 MAGGIO 2010 -RESISTERE - DISTRUGGERE L'URBE TOTALITARIA<BR>A: <BR>Data: Giovedì 13 maggio 2010, 14:34<BR><BR>
<DIV class=plainMail>SABATO 15 MAGGIO 2010 -<BR>TORRE MAURA OCCUPATA<BR>via delle Averle 10<BR>BUS 105/312/556 trenino ROMA-PANTANO<BR>ore 18:30 INCONTRO/DIBATTITO: RESISTERE-DISTRUGGERE L'URBE TOTALITARIA.<BR>CON PRESENTAZIONE DELLO SCRITTO DI ANALISI SUL DOCUMENTO DELLA NATO "URBAN<BR>OPERATIONS IN THE YEAR 2020" A CURA DELLA REDAZIONE DI "NONOSTANTE MILANO"<BR>a seguire: CENA VEGAN e CONCERTO con:<BR>Anti You - What? - Serial Drinkers<BR>birreria, cucina vegan, distro anarchica, demasterizzazione selvaggia,<BR>gran bazar der raccatto, sottoscrizione libera<BR><BR>RESISTERE < DISTRUGGERE L'URBE TOTALITARIA<BR>Assuefatti alle città del controllo, attraversiamo i loro spazi<BR>quotidianamente, ripetitivamente, percorrendo strade identiche l'una<BR>all'altra. Viviamo in una routine ambientata nello scenario di una città<BR>sottomessa ad una pianificazione territoriale altamente sofisticata e<BR>tecnologica: strade disegnate per facilitare l’accesso
alla polizia,<BR>recinzioni e videosorveglianza ovunque, segregazione degli spazi in<BR>funzione del loro utilizzo o delle classi sociali che ne usufruiscono,<BR>un’edilizia abitativa che ricalca sempre più i criteri di quella<BR>carceraria.<BR><BR>La strada tende a scomparire come luogo di convivenza, di protesta, di<BR>rivolta. La perdita di identità dei quartieri, svuotati della propria<BR>capacità di vivere delle relazioni umane dirette e non mediate tra i propri<BR>abitanti, plasma un territorio vuoto di persone, di idee ed immaginazione.<BR>Allo stesso tempo la perdita di memoria storica, anche nei quartieri<BR>“popolari”, porta alla scomparsa di qualsiasi legame vivo con le trascorse<BR>esperienze di rivolta, che sopravvivono in forma di ricorrenze rituali,<BR>spesso semplicemente celebrative.<BR><BR>Il controllo sociale programmato diventa quindi compiutamente totalitario,<BR>nel momento in cui l’ideologia securitaria che lo sostiene
arriva ad essere<BR>inculcata con successo nei singoli individui; è così che i nostri vicini,<BR>spinti e convinti a collaborare, sono pronti a trasformarsi all'occorrenza<BR>in spie. Il terrore di essere attaccati da una folla di delinquenti<BR>affamati, o di dover rinunciare a qualche briciola della tranquillità<BR>prodotta dal miraggio del benessere, spingono chi si sente incluso ad<BR>applaudire alla criminalizzazione e alla repressione degli esclusi e dei<BR>"devianti". Ed è precisamente questa propaganda sistematica della guerra<BR>tra poveri a rafforzare la crescente dinamica di fascistizzazione della<BR>società.<BR><BR>Intanto le città continuano a crescere: la migrazione dalle campagne, o<BR>dalle aree urbane di altre parti del pianeta, converge verso le grandi<BR>metropoli alla ricerca della cosiddetta “vita migliore”, spesso<BR>identificata in un innalzamento della propria condizione economica, che il<BR>più delle volte rimane un
miraggio. L'esplosività di questa situazione è<BR>stata da tempo recepita dalle istituzioni politiche e militari<BR>dell'occidente, come testimonia il documento della NATO "Urban Operations<BR>in the year 2020", in cui si prefigurano le modalità di impiego degli<BR>eserciti in funzioni di controllo e contrasto dell'insorgenza urbana.<BR>Questo inquietante scenario proietta sotto una luce diversa la scelta<BR>governativa di dislocare dei militari nelle strade delle nostre città, solo<BR>apparentemente "folkloristica", ma in realtà volta ad abituare la<BR>popolazione ad uno stato di emergenza permanente; la gestione delle<BR>cosiddette calamità naturali recenti, in Abruzzo come ad Haiti, ce ne<BR>forniscono un significativo esempio.<BR><BR>Sceglie di vivere nelle metropoli, senza volersi rassegnare a subirne<BR>passivamente la deriva liberticida, è una prospettiva di resistenza.<BR>Resistere è agire direttamente, rendersi autonomi dalle decisioni
imposte<BR>dalle istituzioni e responsabili delle proprie vite e dei propri territori,<BR>recuperare le strade come terreno di lotta, forzando le barriere<BR>dell'urbanismo, liberare spazi dal controllo e dal profitto per dare<BR>impulso all'autogestione; senza con ciò accontentarsi di sostituire<BR>all'isolamento imposto dall'alto un isolamento scelto autonomamente.<BR>Sta a noi passare dalla limitata prospettiva di resistenza a quella più<BR>insidiosa, ma allo stesso tempo più stimolante, della riscossa, che<BR>abbracci l'azione sovversiva nella più ostile delle condizioni.<BR><BR>TORRE MAURA OCCUPATA</DIV><BR>-----Segue allegato-----<BR><BR>
<DIV class=plainMail>__________________________________________________<BR><BR>TacticalMedia list<BR>Archivio TM List:<BR><A href="https://squat.net/pipermail/tacticalmedia/" target=_blank>https://squat.net/pipermail/tacticalmedia/</A><BR><A href="http://squat.net/tmc/maillist.html" target=_blank>http://squat.net/tmc/maillist.html</A><BR>Per iscriversi o cancellarsi: <A href="https://lists.squat.net/mailman/listinfo/tacticalmedia" target=_blank>https://lists.squat.net/mailman/listinfo/tacticalmedia</A><BR>Tactical Media Crew - <A href="http://www.tmcrew.org/" target=_blank>http://www.tmcrew.org</A><BR>__________________________________________________</DIV></BLOCKQUOTE></td></tr></table><br>