[Cslist] Fwd: Comunicato Sentenza Genova 2012 – No al terrorismo di stato
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Sun Jul 22 12:16:34 CEST 2012
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Subject: Comunicato Sentenza Genova 2012 – No al terrorismo di stato
Date: 19.07.2012 13:20
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SENTENZA GENOVA 2012 - NO AL TERRORISMO DI STATO
IL CONFLITTO DI CLASSE L'UNICA RISPOSTA. ALLA FINE LA VENDETTA
ARRIVATA. La prima reazione è odio allo stato puro.Odio per
l'autoassoluzione di uno stato, odio per la sofferenza che si è
inflitta con l'assassinio di Carlo Giuliano, odio per le torture, i
sequestri, le minacce, le violenze diventate diritto. Odio per la
sofferenza che si vuole scientificamente infliggere alle compagne e ai
compagni arrestati e grande senso di vicinanza, condivisione e infinita
solidarietà per loro ed è la solidarietà di chi sa di essere dalla
stessa parte della barricata. Ma sapevamo già tutto di questa SENTENZA
GI SCRITTA.E non avevamo nessun dubbio che il vero risultato finale
fosse L'AUTOASSOLUZIONE DELLO STATO E LA VENDETTA CONTRO CHI C'ERA. Non
avevamo alcuna illusione a Genova nel 2001 sull'emendabilità del
capitalismo e non ne abbiamo nessuna, oggi nel 2012, sull'applicazione
feroce, terroristica e preventiva della repressione Il massacro in
piazza di allora si è concluso oggi con la condanna nello specifico dei
compagni e delle compagne sotto processo e, in generale, di tutti
coloro
che, nelle diversità e nelle contraddizioni, quelle piazze hanno fatto
vivere. Un macigno è caduto su quelle giornate che per molti sono state
uno spartiacque e che per la nuova generazione di compagni e compagne -
anche abbacinate dal falso mito dei riot di Seattle e dalla generica
indicazione della lotta alla globalizzazione - hanno rappresentato la
definitiva caduta delle residue illusioni progressive della democrazia
borghese.Ma occorre però guardare oltre lo specifico di queste
condanne.Il segnale che arriva con le condanne della cassazione sono
contro ogni eventuale opposizione, sia che abbia la forma della
coscienza critica come nel 2001, sia che abbia la forma della protesta
sociale diffusa e più prettamente una coscienza di classe veramente
antagonista all'esistente. Non si ammette nessun tipo di lotta contro
il
sistema di comando.Lo stato di cose di esistente si vuole (vorrebbe)
intangibile. Attenti quindi no tav, lavoratori in lotta (cooperative,
fabbrica…), movimento per la casa e per i diritti sociali in genere:
lo stato c'è e, in questa fase di crisi cosi devastante, il suo ruolo
principe è la repressione con manganelli e pallottole prima, con la
giustizia ordinaria poi. Non avevamo nessun dubbio. A fronte della
MACELLERIA SOCIALE IN CORSO nessuno si deve azzardare minimamente a
pensare di mettere in discussione l'opera del governo e del potere che
sta portando avanti uno scempio senza precedenti contro diritti sociali
e i salari dei lavoratori. Se a Genova qualcuno guardava ai popoli del
terzo mondo come dirette vittime della crisi, oggi tale crisi arriva
tra
i proletari dei paesi occidentali nelle forme più violente. E quindi lo
stato fa il suo dovere: salvare banche e padroni e far pagare i
lavoratori. LE SENTENZE DELLA CASSAZIONE MANDANO QUESTO MESSAGGIO AI
MOVIMENTI. E chi si aspettava giustizia aveva dimenticato una cosa
semplice: la magistratura è parte integrante del sistema statuale
esistente così come il potere legislativo e il governo. Uno non potrà
mai sconfessare l'altro e, alla fine, se la direzione intrapresa è
quella della progressiva svolta autoritaria (con un governo dei tecnici
creando una vera sospensione dei meccanismi della stessa democrazia
parlamentare) per mantenere il sistema produttivo esistente, allora non
si avrà che una definita compattezza nell'agire. Ci chiediamo quindi,
quanti siano ancora oggi gli illusi che credono nell'emendabilità di
uno stato ben definito nei compiti di difesa di un sistema basato sullo
sfruttamento di una classe nei confronti dell' altra. Non esiste più
(semmai fosse esistita) quella idea di compromesso sociale che nel
dopoguerra aveva dato un ruolo negli assetti di gestione
dell'esistente.
La stessa concertazione sociale e sindacale è bandita, cadono quindi le
ultime chimere. E' la lotta l'unico modo per ricominciare avere il
ruolo
politico che la storia richiede. Occorre quindi fin da subito che ogni
lotta esprima nella sua particolarità un riflesso della generalità.
Difendere un posto di lavoro, una casa, un territorio sono parte
integrante di una battaglia generale per porre la questione diritti
come
imprescindibile e incompatibile con il sistema economico esistente. La
cosa certa è che di fronte alla repressione (nelle varie forme si
esprima) non ci si deve fermare. Le lotte devono continuare e la
solidarietà deve essere ancora più forte. Questo non è il mondo che
vogliamo e su questo non abbiamo nessun dubbio.Per una trasformazione
radicale dell'esistente, per una società senza classi ne sfruttamento !
IL CONFLITTO DI CLASSE L'UNICA RISPOSTA POSSIBILE !SOLIDARIET A TUTTI
I
COMPAGNI E LE COMPAGNE ARRESTATI ! I compagni e le compagne del Centro
Sociale VittoriaMilano 19.07.212
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