[Cslist] [Fwd: antipsichiatria a canapisa 2011; psicofarmaci : droghe legali obbligatorie]
telviola at ecn.org
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Wed May 25 19:39:32 CEST 2011
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Subject: antipsichiatria a canapisa 2011; psicofarmaci : droghe legali
obbligatorie
From: antipsichiatriapisa at inventati.org
Date: Wed, May 25, 2011 8:08 am
To: C_RAP at yahoogroups.com
psichiatriafuckyou at yahoogroups.com
"osservatorio antipro" <canapisa at inventati.org>
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Come collettivo antipsichiatrico contrastiamo la logica proibizionista
che alimenta la medicalizzazione di massa e favorisce l'espandersi della
psichiatria; motivo per cui
anche quest'anno partecipiamo alla manifestazione/ street parade
antiproibizionista CANAPISA che si terrà a Pisa sabato 28 maggio in
piazza S. Antonio alle ore 17 portando le nostre istanze
antipsichiatriche e ribadendo con forza il diritto a manifestare e ad
esprimere le proprie opinioni.
PSICOFARMACI: DROGHE LEGALI OBBLIGATORIE
Oggi l’istituzione psichiatrica continua ad essere uno strumento di
esclusione e controllo, ed ha enormemente ampliato il suo bacino
d’utenza aumentando di anno in anno il numero delle “malattie mentali”
da curare, ossia dei comportamenti “devianti” da uniformare. Tra questi
rientra il consumo di sostanze psicoattive, che, se in passato era
considerato un vizio, un piacere, oggi diviene sintomo di un disagio da
trattare con cure psichiatriche, trasformando un problema sociale in una
questione sanitaria. Grazie al decreto Fini-Giovanardi ed alle nuove
proposte di legge in materia psichiatrica, si è rafforzato il legame
proibizionismo-psichiatria ed i consumatori di sostanze illegali sono
diventati merce per le multinazionali farmaceutiche e per l'industria
del recupero e della riabilitazione sulla base di una doppia diagnosi
che li vede “malati mentali” in quanto drogati e “drogati” a causa della
loro malattia mentale.
Nonostante si dimostri proibizionista nei confronti di chi consuma
volontariamente sostanze, la psichiatria diffonde sul mercato molecole
psicoattive e somministra trattamenti farmacologici che, oltre ad essere
spacciati ipocritamente come “terapeutici”, sono spesso introdotti
coercitivamente nel corpo!
Gli psicofarmaci, oltre ad agire solo sui sintomi e non sulle cause
della sofferenza della persona, alterano il metabolismo e le percezioni,
rallentano i percorsi cognitivi e ideativi contrastando la possibilità
di fare scelte autonome, generano fenomeni di dipendenza ed assuefazione
del tutto pari, se non superiori, a quelli delle sostanze illegali
classificate come droghe pesanti, dalle quali si distinguono non per le
loro proprietà chimiche o effetti ma per il fatto di essere prescritti
da un medico e commercializzate in farmacia.
Siamo contro l'obbligo di cura, infatti non siamo a priori contro
l'utilizzo di psicofarmaci ma pensiamo che spetti all' individuo
deciderne in libertà e consapevolezza l'assunzione. Sentiamo pertanto
l'esigenza di contrastare ancora una volta il perpetuarsi di tutte le
pratiche psichiatriche e di smascherare l’interesse economico che si
cela dietro l’invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita di
nuovi farmaci. Il fine contenitivo di tali sostanze è evidente: la
distribuzione di psicofarmaci è oramai prassi diffusa anche all'interno
di altre istituzioni totali. Nei CIE (centri identificazione ed
espulsione) gli psicofarmaci vengono spesso somministrati sia nascosti
negli alimenti che forzatamente. E' emblematica la storia, avvenuta ad
inizio maggio 2011, di un detenuto (nel CIE di Bologna) a cui sono
stati dati 40 mg (800 gocce) di Tavor, (un fortissimo ansiolitico
comunemente utilizzato per trattare l’ansia e l’insonnia). Considerato
che la dose consigliata dal produttore oscilla tra gli 1 e i 4
milligrammi, risulta chiaro che una somministrazione di 40 milligrammi
non rientri in un approccio terapeutico ma sia bensì finalizzata alla
contenzione chimica; usata al fine di convincere il detenuto a prendere
un aereo che l'avrebbe rimpatriato. Le carceri italiane favoreggiano
l'uso diffuso, abituale (tre volte al giorno) ed indiscriminato di
sedativi, soprattutto benzodiazepine, per tenere a bada attraverso le
cure psichiatriche i detenuti, che, pur non facendo uso di stupefacenti
, vengono così indirizzati verso la psicofamacologia. Invece di avere
come fine primario la salute dei detenuti, i medici diffondono l'uso di
psicofarmaci, che permette di controllare chimicamente l'umore, di
lenire l'ansia della carcerazione. L'istituzione carceraria si serve
della psichiatria per stemperare il conflitto, e garantirsi così un più
semplice controllo della massa dei detenuti, costretti a subire gravi
situazioni di degrado e sovraffollamento.
Collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud- Pisa
antipsichiatriapisa at inventati.org / www.artaudpisa.noblogs.org
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