[Cslist] [Fwd: I: B.I.R.R.A. OFF a VAG 61, con le riviste MONGOLFIERA e ZERO IN CONDOTTA e il BIRRIFICIO DADA, MERCOLEDI’ 18 MAGGIO’011]
telviola at ecn.org
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Wed May 18 15:25:35 CEST 2011
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Subject: I: B.I.R.R.A. OFF a VAG 61, con le riviste MONGOLFIERA e ZERO IN
CONDOTTA e il BIRRIFICIO DADA, MERCOLEDI’ 18 MAGGIO’011
From: "brazo aieie" <transiti_inconsci28 at yahoo.it>
Date: Tue, May 17, 2011 9:56 am
To:
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--- Lun 16/5/11, Vag61 <infovag61 at gmail.com> ha scritto:
Da: Vag61 <infovag61 at gmail.com>
Oggetto: B.I.R.R.A. OFF a VAG 61, con le riviste MONGOLFIERA e ZERO IN
CONDOTTA e il BIRRIFICIO DADA, MERCOLEDI’ 18 MAGGIO’011
A: forum at liste.bologna.social-forum.org, assemblea at liste.vag61.info,
ansa.bologna at ansanet.it
Data: Lunedì 16 maggio 2011, 11:30
B.I.R.R.A. OFF a VAG 61
con le riviste MONGOLFIERA e ZERO IN CONDOTTA e il BIRRIFICIO DADA
MERCOLEDI’ 18 MAGGIO’011 dalle 19
A Vag61, in via Paolo Fabbri 110, un’anteprima della seconda edizione di
B.I.R.R.A. – Bagarre internazionale riviste alternative, il festival delle
riviste indipendenti e dei microbirrifici artigianali che torna a Bartleby
da venerdì 20 a domenica 22 maggio’011. Nel corso della serata, in
compagnia del birrificio Dada di Correggio (Re), la presentazione
dell’esperienza delle riviste Mongolfiera e Zero in condotta. Dalle 19
aperitivo, degustazioni, cena, incontro con i redattori e mostra
“Vent’anni di Bologna attraverso le foto di Mongolfiera e Zero in
condotta”.
- Ore 19 aperitivo e degustazione/presentazione del birrificio Dada di
Correggio (Re)
- Ore 20 cena
- Ore 21 presentazione delle riviste “Mongolfiera” (1984-1995) e “Zero in
condotta (1995- 2003). Saranno presenti alcuni redattori. Durante la
serata sarà esposta la mostra “Vent’anni di Bologna attraverso le foto di
Mongolfiera e Zero in condotta”
MONGOLFIERA
"Mongolfiera" nacque il 29 settembre 1984 da un'idea balzana di un gruppo
di "operai politicizzati" che, negli anni precedenti, avevano lavorato e
lottato nelle fabbriche di Santa Viola e Borgo Panigale. L'idea, oltre che
balzana, era molto "antistorica", perché, attorno alla rivista, si formò
una cooperativa di giornalisti, stampatori, grafici e impaginatori con
l'intento di raggiungere "l'autosufficienza editoriale". Il giornale,
all'inizio, si ispirava al "Time out" londinese e al "Pariscope" parigino,
settimanali di informazione sulla vita notturna e sugli spettacoli. Il
titolo stesso richiamava all'occhio attento che, dall'alto, guardava
quello che avveniva in città. Ben presto, però, "Mongolfiera" si trasformò
in un quindicinale di informazione a 360°, con molta attenzione alla vita
culturale bolognese, alle produzioni alternative, alla politica dal basso
legata alla ripresa dei movimenti che, nei primi anni novanta, tornarono a
farsi sentire
con la zampata della Pantera. "Mongolfiera" ebbe tra i suoi redattori e
collaboratori, autori bolognesi come Francesco Freyrie, Pino Cacucci,
Roberto Roversi, Gilberto Centi, Claudio Lolli, Fabio Bonifacci, il mite
migrante (Francesco Tripodi), diversi comici del Gran Pavese Varietà. Per
molti giornalisti che oggi lavorano nei quotidiani di Bologna
attraversare quell'esperienza fu un'utile palestra formativa.
Nel 1991, il giornale diventò settimanale, con l’obiettivo di offrire “una
nuova bussola” per esplorare Bologna da un punto di vista inconsueto. Con
quella periodicità fu in edicola per più di tre anni, per poi ritornare
quindicinale fino alla sua chiusura nel luglio del 1995. Presso
l’Editoriale Mongolfiera, fu pubblicata, a cura di Franco Berardi (Bifo),
una collana di libretti ispirati all’esperienza di “A/Traverso”, rivista
sperimentale degli anni Settanta. Altre pubblicazioni periodiche furono la
rivista di letteratura "Temporali" e il foglio poetico "Soup". Un'altra
esperienza editoriale che prese vita, accanto a "Mongolfiera", fu quella
della casa editrice Agalev (che, tra le altre pubblicazioni, fece uscire,
prima in Italia, la biografia di Nelson Mandela, quando il leader nero era
ancora imprigionato dal regime dell'apartheid sudafricano).
ZERO IN CONDOTTA
Questo editoriale fa venir fuori, con efficacia, l'anima di "Zero in
condotta", un giornale che uscì nelle edicole di Bologna e provincia, sia
come settimanale che come quindicinale, per 167 volte, dall'ottobre 1995
al dicembre 2003
Fin dalla nostra nascita siamo diventati degli specialisti della “acqua
alla gola” e abbiamo fatto di precarietà virtù… Dopo gli anni di
Mongolfiera, siamo ancora qui, arrancanti ma presenti:
- brutti, da vedere (non viaggiamo su carta patinata o in quadricromia);
- sporchi (se qualcuno ha visitato la nostra redazione se ne può rendere
conto: mobilio da “croce rossa”, riscaldamento a bombola o ad
“ammassamento animale” che provoca un originale “effetto stalla”);
- cattivi (le cose che noi scriviamo sulla sonnolenza, sull’assopimento di
questa città, la “scossa” che ogni tanto cerchiamo di darle, i
“pizzicotti” continui a cui sottoponiamo spesso i nostri amministratori
pubblici, sono una caratteristica di queste pagine).
Insomma, l’avrete capito, siamo dei monellacci a cui un bel Zero in
condotta non lo toglie proprio nessuno.
Questo banale gioco di parole sottintende anche la nostra propensione alla
libertà, all’autonomia, all’indipendenza… e queste cose, al giorno d’oggi
(ma anche ieri e ieri l’altro), si pagano care.
Noi, l’avrete visto, non ci accapigliamo per le nomine alla Camera di
Commercio, alla Banca del Monte, alla Cassa di Risparmio. Ci incazziamo
perché il Comune va in ritirata sull’istruzione pubblica, perché il
cemento erode il verde, perché i giovani sono considerati meno di zero da
questa amministrazione. Ci piace la musica e ci incazziamo perché l’Ente
locale continua a sovvenzionare quasi esclusivamente una istituzione
stantia come il Comunale, salotto “cotto” di una borghesia ignorante e
“rifatta” che usa il bel teatro del Bibiena per mettere in mostra i suoi
patetici lifting.
Invece di omaggiare "quelli che contano", le nostre 24 pagine le metteremo
a disposizione dei tossici, dei barboni, dei migranti, degli studenti
fuori sede, delle ragazze, dei rocchettari, dei ravers, degli
ambientalisti “spinti”, dei precari, dei cosiddetti “lavoratori autonomi
di seconda generazione”, dei lavoratori dipendenti (classe sociale non
ancora estinta, come qualcuno vorrebbe farci credere).
Invece dell’Impresa prediligiamo l’impresa sociale, il liberismo lo
combattiamo… preferiamo l’autogestione e la cooperazione sociale.
Siamo di sinistra, sia rossi che verdi (il nero lo usiamo solo
nell’abbigliamento), poco liberali (quasi niente) molto libertari, ci
piace l’ironia… della serie, “duri ma con gioia”. Non siamo “omologati”.
Forse è per tutte queste ragioni che non ci aspettiamo attestati di
apprezzamento o di solidarietà dalla corporativa categoria giornalistica,
appelli per la libertà di stampa da politici, “uomini di cultura”,
magistrati, opinion leader. Non è stato così quando Mongolfiera chiuse nel
luglio ‘95, non lo sarà ora che Zero in condotta apre.
E così ci rivolgiamo a voi, simpatici fratelli che spesse volte abbiamo
“aiutato” sulle pagine dei nostri giornali, agli spazi autogestiti, ai
rock club e ai jazz club, ai piccoli spazi di spettacolo, alle radio
“democratiche” o di “sinistra”. Noi abbiamo dato spazio alle vostra
realtà, alle vostre progettualità, alle vostre programmazioni, ora vi
chiediamo di organizzare, insieme a noi, delle iniziative per far vivere
questa “voce fuori dal coro”.
Ed infine un sostegno, uno sforzo supplementare, lo chiediamo a voi cari
lettori, fedeli compagni di viaggio che ci avete seguito in questa
avventura: vi chiediamo abbonamenti, promozione passa parola, “azionariato
popolare”, diventare soci della nostra cooperativa editoriale.
Noi siamo sognatori, ma quando ci poniamo un obiettivo, con ostinazione
vogliamo perseguirlo.
Negli otto anni di vita Zero in condotta ha raccontato la Bologna dei
centri sociali, delle baraccopoli sul Lungoreno, della cultura
underground, dei migranti e degli invisibili. Ha attraversato le giornate
del No Ocse e la stagione del movimento No Global, dedicando l’ultimo
numero a Carlo Giuliani. Dal 2007 la testata rivive nell’esperienza di
Zic.it, quotidiano on line autogestito.
BIRRIFICIO DADA
Dal sito: “Il Birrificio Dada intende produrre birra artigianale di
qualità, in modo sublime, intrigante, passionale e originale, attraverso
la totale dedizione, ricerca, e sperimentazione per ottenere un prodotto
sempre più apprezzabile, dagli esperti degustatori come dagli assaggiatori
di passaggio”
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