[Cslist] [Fwd: I: [psichiatriafuckyou] [Pro_Reb] Diffondete gente....]

telviola at ecn.org telviola at ecn.org
Mon Jan 3 17:04:27 UTC 2011


---------------------------- Original Message ----------------------------
Subject: I: [psichiatriafuckyou] [Pro_Reb] Diffondete gente....
From:    " <viola962000 at yahoo.it>
Date:    Mon, January 3, 2011 3:59 pm
To:      telviola at ecn.org
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--- Dom 2/1/11, mari41@ <mari41@> ha scritto:


Da: Oggetto: [psichiatriafuckyou] [Pro_Reb] Diffondete gente....
A: psichiatriafuckyou at yahoogroups.com
Data: Domenica 2 gennaio 2011, 00:12


 




Ogg: [Pro_Reb] Diffondete gente....



Rebeldia non si sfratta, Rebeldia Restiste!
 
Nella giornata di ieri abbiamo avuto la prima visita dell'Ufficiale
Giudiziario, venuto a verificare che i locali di via Battisti fossero
liberi per restituirli alla proprietaria Sviluppo Pisa.
In un martedì natalizio centinaia di rappresentanti di differenti realtà
cittadine hanno risposto all'appello dell'assemblea del 21 dicembre e
hanno voluto accompagnare e sostenere le 31 associazione del Progetto in
questo momento difficile: a loro va tutto il nostro ringraziamento!
Questo ci dà sicuramente la forza e la convinzione, oggi più che mai,
che il Progetto Rebeldia è un bene comune della città intera e che
proprio i cittadini, dal basso, la vogliono difendere.
Ancora una volta si dimostra come l'amministrazione cittadina sia cieca e
sorda ai bisogni delle persone. Più di 60 associazioni o gruppi si sono
autoconvocati ieri in Via Battisti 51, rappresentanti di centinaia di
persone chiedendo di congelare il percorso di sfratto e di trovare il
coraggio politico di finalizzare una soluzione condivisa, che c'è, l'Ex
Asnu, e la risposta è solamente una pressione miope e folle sul percorso
giudiziario affinché si concluda al più presto e la pretesa o
l'illusione che la città creda alle affermazioni del partito di
maggioranza cittadino che dice che siamo noi a bloccare le nostre
attività per mancanza di responsabilità. Il primo cittadino a distanza
di pochi giorni afferma da un lato che il quartiere stazione ha bisogno di
rivitalizzazione sociale facendo finta che Rebeldia non esista e
dall'altro si lava le mani del futuro di 31 associazioni affermando che il
percorso giudiziario è avviato e non si può
 arrestare.
È da tempo che noi affermiamo che lo sfratto sarebbe servito a Sindaco e
Giunta per nascondersi dietro il dito della legge e abbandonare qualsiasi
ragionamento politico e di democrazia cittadina, l'esempio è la mancata
convocazione della CUT, il totale silenzio che ha seguito una nostra
richiesta di incontro protocollata in comune a fine Novembre, l'invio di
31 lettere alle associazioni minacciandole di chiedere le penali, il
tentativo di screditare le rappresentanze locali di ONG nazionali
scrivendo ai livelli più alti e rifiutando di incontrarne i
rappresentanti regionali, e potremmo andare ben oltre, ma le azioni
illogiche e antidemocratiche di questa giunta sono sotto gli occhi di
tutti.
Non solo c'è la paura del confronto con chi mette in dubbio alcune
politiche, ma l'unica soluzione che si trova è quella di ridurre i non
allineati a problemi di ordine pubblico e sicurezza pubblica.
Ieri, come in mille altre occasioni, abbiamo dimostrato come questa
formula magica che secondo il sindaco risolve tutti i problemi, ovvero
tutto ciò che è cittadinanza pensante è un problema securitario è
stata smontata, dissolta e....mangiata a colazione!
 
Per questo invitiamo tutti e tutte ad essere ancora una volta con noi il
15 Gennaio alle 7.30 per il secondo accesso dell'ufficiale giudiziario,
nella speranza che l'anno nuovo porti consiglio e che non si voglia
arrivare in quella data ad un folle atto di sgombero manu militari.
 
Il mondo incantato di Filipperfield… Riportiamolo sulla terra!
 
Attenzione attenzione, lanciamo un serio e accorato allarme per la città
di Pisa!
Pisani e non, residenti e studenti, italiani e stranieri, c'è bisogno del
contributo di tutti, le conseguenze potrebbero essere molto gravi e
irreversibili…
Il Sindaco Marco Filippeschi ha smarrito del tutto il senso della realtà,
i cittadini preoccupati cercano da tempo di riportarlo nel mondo di tutti
i giorni, ma invano… Non ci riescono…
Non ci riesce nessuno e nessuno sa dire dove viva attualmente il nostro
Primo Cittadino; qualcuno sostiene di averlo visto passare come il mago
Copperfield attraverso le Mura (si dice cercasse un fantasmagorico Parco
delle Mura che non compare neanche nei progetti della Sesta Porta…),
altri sostengono che non esca mai dal mondo virtuale di FaceBook… In
ogni caso si deve essere smarrito in qualche dimensione ultratemporale.
Non c'è altra spiegazione.
Le ultime parole che sono state rilasciate dal Sindaco non lasciano dubbi;
Filippeschi è intervenuto su una questione rilevante e delicata come
quella del Quartiere Stazione e del ruolo del Dopo Lavoro Ferroviario. Ha
detto parole importanti, ha sostenuto che è necessario «rivitalizzare il
nostro tessuto associativo», si è augurato una moltiplicazione delle
iniziative sociali in zona Stazione, in un quartiere che ha un «grande
bisogno di presidio sociale e d'identità» e in cui «ogni sforzo ha
molto più valore»…
Ha poi detto che il Comune è pronto a dare il suo contributo grazie al
Progetto Sesta Porta, che partirà a breve, «dopo ritardi dovuti
all'occupazione abusiva dei vecchi capannoni Enel».
Eppure il Sindaco sa benissimo che nei vecchi capannoni Enel esistono da
anni 31 associazioni che senza chiedere soldi a nessuno hanno dato vita a
una miriade di attività sociali, che offrono servizi per cittadini
italiani e stranieri, che fanno convivere veramente mondi differenti,
senza riempirsi la bocca di chiacchere. Il Sindaco sa benissimo che il
Progetto Rebeldìa collabora da sempre con le strutture del DLF, nelle
quali ha organizzato tre edizioni del Mondiale Rebelde, torneo di calcetto
antirazzista patrocinato dalla Uisp a cui hanno partecipato più di 20
squadre di tutte le nazionalità; sa benissimo che ha messo in piedi due
edizioni del Carnevale Migrante insieme alle comunità straniere e molte
associazioni pisane, sfilando per le strade della Stazione con giochi e
danze, dimostrando che l'immigrazione non è uguale a degrado. Sa
benissimo che nel 2008 il Progetto Rebeldia ha promosso nel Quartiere
insieme a Legambiente e al Corso di
 Laurea in Scienze per la Pace un progetto di partecipazione e
progettazione urbana, con il patrocinio e il coinvolgimento della Rete
Nuovo Municipio, dell'Associazione Più Sud, del settimanale Carta e
della Fondazione Michelucci. Questo progetto, «Voci di Quartiere», ha
raccolto più di 800 questionari per ripensare insieme la vita di una
zona molto particolare, dove nuovi cittadini si mescolano a residenti
storici e a persone di passaggio; ha formato tavoli di lavoro dedicati
alla viabilità, al verde pubblico, al patrimonio artistico e culturale,
alle marginalità sociali, allo scambio tra italiani e stranieri, da cui
sono venute fuori proposte concrete che puntavano a una riqualificazione
complessiva del quartiere e che hanno cercato di tenere insieme tutte le
diverse esigenze espresse dai cittadini; tra le tante, era emersa proprio
la proposta di fare del DLF la Casa delle Culture della Stazione.
Non solo: il Sindaco sa benissimo che prima che fosse approvato il
progetto definitivo della Sesta Porta, il Progetto Rebeldía aveva
presentato un pacchetto di sette proposte elaborate da un pool di tecnici,
che mirava a integrare le attività di Rebeldía con la Sesta Porta, nel
rispetto delle esigenze di tutti. Queste proposte, bocciate senza
presentare motivazioni dal Comune, sono state poi valutate come
perfettamente realizzabili dallo stesso Studio Valle, esecutore tecnico
della Sesta Porta.
Insomma, il buon Filipperfield fa finta di non sapere tutte queste cose e
cancella il Progetto Rebeldía con un tocco della sua bacchetta magica,
tranne poi augurarsi con grandi discorsi che si rivitalizzi il tessuto
sociale della Stazione. Vogliamo ricordare al Sindaco che nella realtà
non basta un click per costruire mondi e tessere socialità: ci vuole
fatica, impegno, e presenza fisica nei luoghi in cui si opera. Bisogna
parlare con la gente dal vivo, ascoltarla e provare a proporre mediazioni.
Da un Primo Cittadino ci si aspetta la valorizzazione di quelle realtà
che tutti i giorni lavorano sul territorio per creare cittadinanza attiva
e offrire servizi gratuitamente. Il Progetto Rebeldía lo fa da anni, e da
anni collabora con il DLF.
Invitiamo Filipperfield a smettere di attaccarci e di sperare nella nostra
scomparsa. Può confidare nello sgombero manu militari delle attività del
Progetto Rebeldía, certo; così facendo però non fa che offendere
l'attività di tante e tante associazioni che ogni giorno cercano di
costruire davvero un mondo migliore, di centinaia di attivisti che
investono tempo impegno e creatività in questo e di migliaia di cittadini
che credono che il Progetto Rebeldía possa essere davvero una risposta
possibile alla desertificazione del sociale. Ci pensi bene.
 


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