[Cslist] TRADUZIONE ARTICOLO EL MUNDO SU RIFORMA PENSIONI
zeistar
zeistar17 at gmail.com
Fri Feb 4 19:29:46 UTC 2011
Care/i compagne/i,
Come in tutti gli Stati dell'Unione Europea, la falsa motivazione apportata
dal Governo del PSOE per giustificare la riforma delle pensioni, è
rappresentata dall'impossibilità, da parte del sistema pubblico, di reggere
l'evoluzione demografica della popolazione, pena: il crollo del sistema di
protezione sociale per i futuri pensionati.
I reali obiettivi in realtà sono altri: costringere i lavoratori a lavorare
più anni per assicurarsi un pensione, che in ogni caso sarà più bassa del
passato, favorire la "privatizzazione" delle pensioni attraverso la
creazione di fondi privati (a cui partecipano direttamente anche i sindacati
concertativi CCOO e UGT!) e defiscalizzare le imprese che assumeranno
giovani lavoratori disoccupati. Infatti, pochi giorni dopo la firma del
preaccordo sulle pensioni, i sindacati CCOO, UGT, la Patronal e il Governo
hanno firmato un nuovo "Patto Globale" in cui, tra i numerosi aspetti
dell'accordo, lo Stato assicura una defiscalizzazione, che potrà toccare
anche il 100%,, se le imprese assumeranno giovani disoccupati anche a tempo
parziale.
Vi invio la traduzione di un articolo apparso sul quotidiano "EL MUNDO" che
fa una breve analisi dei punti più importanti della riforma delle pensioni
dello Stato spagnolo. L'articolo, principalmente descrittivo, permette degli
importanti spunti di riflessione, in particolare se si comparano gli
elementi e le scelte di fondo della riforma con quella che fu la riforma
delle pensioni nello Stato italiano, dimostrando, ancora una volta, come le
direttive promosse dall'Europa del Capitale, in piena armonia con le
indicazioni del FMI, hanno come obiettivo principale quello di aumentare il
livello di sfruttamento della classe lavoratrice, riducendo drasticamente
quella parte del salario sociale complessivo, chiamato salario differito.
Saluti comunisti
*Chi vince, chi perde e quanto fa risparmiare la riforma?*
*di Francisco Núñez*
Pochi giorni dopo la riunione hispano-tedesca con Zapatero e la Merkel in
testa, così come era previsto, il Governo approverà oggi il progetto di
riforma delle pensioni accordata con i sindacati.
*Qual’è il cambiamento principale che apporterà la riforma?*
Si è creata una enorme cortina di fumo per nascondere il reale cambio che
produrrà la riforma. La modifica più importante, dal punto di vista
economico, è rappresentata dal fatto che nessuno potrà accedere al
prepensionamento fino ai 63 anni, due in più rispetto a ciò che accadeva
fino ad oggi. È il ritardo effettivo che si pretendeva (fino ai 65 anni e
mezzo), e che avrà un elevato impatto economico, in particolare nel breve
periodo. In più, il Governo rende più dura la riduzione (della prestazione
pensionistica, NdT) per ogni anno di prepensionamento, che attualmente
risultava meno forte. La riforma stabilirà un 7% di riduzione per anno di
prepensionamento dai 63 ai 67 anni, e non fino ai 65, indipendentemente
dagli anni di contribuzione.
*Perchè risulta importante?*
Perchè raggiunge l’obiettivo dell’allungamento reale dell’età pensionabile.
Questo cambio inoltre è *invisibile* dal punto di vista politico. Questa è
stata la ragione principale degli scioperi di massa in Francia (l’età minima
per avere diritto alla pensione è passata dai 60 ai 62 anni). Il Governo ha
intrattenuto l’opinione pubblica con l’annuncio dell’allungamento dell’età
pensionabile fino ai 67 anni per occultare il vero interesse della riforma.
Adesso invece, il fatto che esistano due età diverse per raggiungere la
pensione, appare come una concessione e una vittoria sindacale. Una prima
“età” che avrà la pensione a 65 anni, in cui si dovranno pagare i contributi
per 38,5 anni, e che beneficierà coloro che accumulano molti anni di
contributi (il cui numero di persone scomparirà progressivamente). Un’altra
a 67 anni, per un altro gruppo di persone che mai raggiungeranno tanti anni
di contribzione.
*Perchè?*
Perchè, per esempio, dal 2000 al 2010 sono “scomparsi” 1,2 milioni di
giovani, al di sotto dei 30 anni, che pagano i contributi. In altre parole,
chi non ha versato i contributi ininterrottamente a partire dai 26 anni e
mezzo potrà avere la pensione solo ai 67 anni. Raggiungere tutti questi anni
di contributi è praticamente impossibile per molti, in particolare per chi
adesso ha meno di 45 anni. Soprattutto perchè alcuni dei seguenti elementi
andranno ad incidere negativamente sul processo di contribuzione: l’attuale
crisi, che sulla questione occupazionale durerà almeno altri sette anni; la
crisi della “punto.com” (si fa riferimento alla bolla speculativa della New
Economy, NdT) nel 2000; o la precedente recessione degli anni che vanno dal
1993 al 1997.
*Quanto risparmierà il sistema?*
I numeri approssimati forniti dal Governo, e già comunicati a Bruxelles,
prevedono un risparmio sulla spesa delle pensioni per il 2027 di quattro
punti del PIL. In questa maniera l’attuale spesa, dell’8%, crescerebbe fino
a toccare il 12% rispetto ad un 16% al quale si potrebbe arrivare se non si
effettuasse alcun cambio. Però, curiosamente, le media dell’Unione Europea
già raggiunge questo livello di spesa pur avendo pensioni più alte. La
differenza risulta essere che la maggiorparte dei paesi comunitari hanno, da
anni, già affrontato in maniera seria il problema e, soprattutto, che gli
Stati contribuiscono al mantenimento del sistema pubblico attraverso
finanziamenti statali. Qui, lo Stato non ha pagato nulla, al contrario.
*Vince qualcuno con l’approvazione della riforma?*
I sindacati, che adesso appoggiano i cambiamenti sostanziali della riforma,
hanno affermato che le future pensioni saranno del 20% più basse rispetto
alle attuali. Se l’allungamento dell’età minima per ottenere la pensione a
63 anni produrrà il maggior risparmio, la seconda in termini di importanza –
e che maggiormente colpirà la quantità di denaro che si percepirà con la
pensione – sarà l’aumento, ai 25 anni, degli anni che si utilizzeranno per
il calcolo della base regolatrice delle pensioni. Prendendo in
considerazione più anni della vita lavorativa di una persona, appariranno
“esercizi” con minore contribuzione o di lavoro temporale con bassa
contribuzione. Potrebbe beneficiare ad alcuni disoccupati maggiori di 50
anni che riempirebbero con contributi antichi gli anni di difficoltà
attuale.
*Si modifica il numero di anni necessari per avere diritto alla pensione?*
All’inizio, no. Sarebbe a dire che, per raggiungere il diritto alla
pensione, saranno necessari almeno 15 anni di contributi. Con questi anni si
potrà ricevere, come succede ancora, il 50% della base regolatrice
(risultato del primo calcolo per determinare la pensione inziale). Non sono
stati effettuati cambi su quest’aspetto perchè molti pensionati (autonomi o
persone che lavorano in casa) rimarrebbero senza pensione contributiva. Però
questa scala, chiamata di sicurezza, viene modifica. In altre parole, si
andrà dai 15 anni di contribuzione ai 37, rispetto all’attuale scala che va
dai 15 ai 35. Quindi, saranno necessari 37 anni di contributi per poter
percepire il 100% della base regolatrice (nel nuovo patto firmato tra i
sindacati concertativi CCOO e UGT, la Patronal e il Governo si è stabilito
addirittura di portare a 38 anni e mezzo gli anni necessari di contribuzione
per raggiungere il 100% della base regolatrice! NdT). Anche gli scalini
intermedi saranno modificati e resi maggiormente omogenei. Ogni anno di
contributi (tra i 15 e i 37) permetterà di percepire, relativamente al 100%
della pensione, un 2,27%. Attualmente è del 3% per i livelli più bassi.
*Colpirà chi attualmente è già in pensione?*
Per il momento no. Ma arriverà qualche cambio nascosto all’interno della
riforma. Per esempio, si creerà un meccanismo di revisione automatica del
sistema relazionato ai salari, l’inflazione o la crescita del PIL. Questo
significa che le attuali pensioni potranno diminuire in determinati momenti
di difficoltà o di cattiva previsione del IPC (Indice dei prezzi al consumo,
NdT), inteso come anticipo dei conti superiore ai prezzi. * *
* *
Fonte: quotidiano EL MUNDO del 28/01/2011
Traduzione a cura di Zeistar, Andalucía.
Per contatti: zeistar17 at gmail.com
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