[Cslist] [Fwd: Presidio contro l'aggressione alla Libia]

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Fri Apr 22 10:28:08 CEST 2011


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Subject: Presidio contro l'aggressione alla Libia
From:    "CSPAAAL news" <cspaaal at alice.it>
Date:    Fri, April 22, 2011 9:58 am
To:      "CSPAAAL" <cspaaal at gmail.com>
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Domenica 24 aprile

dalle ore 17 a Marina di Massa

al Pontile



PRESIDIO

contro l'aggressione imperialista alla Libia



Partecipiamo e dimostriamo che non siamo

indifferenti a questa nuova guerra per il profitto



CSPAAAL

Comitato di Solidarietà con i Popoli dell'Asia,
dell'Africa, dell'America Latina

WEB:  <http://cspaaal.blogspot.com> http://cspaaal.blogspot.com -

MAIL: cspaaal at gmail.com



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ALLA CONQUISTA DEL... GAS
Contro l'aggressione imperialista, dalla parte del popolo libico

L'intervento “umanitario” è, infine, cominciato. Paesi ex-colonialisti ed
ex-schiavisti hanno deciso, in nome di quei diritti umani da essi
sistematicamente calpestati, di applicare anche alla Libia il “trattamento
Jugoslavia”: guerra e smembramento del territorio in entità nazionali
separate. Lo hanno fatto per interessi economici, per il gas, per rinsaldare
il controllo di quel Nord Africa attraversato (anche di recente) da profonde
tensioni sociali? No di certo (dicono loro). Lo hanno fatto (dicono sempre
loro) per difendere i civili libici dai massacri del criminale Gheddafi,
quello stesso criminale che per anni l'Italia ha pagato per essere il fedele
e spietato gendarme dei flussi migratori africani diretti verso l'Europa,
grazie anche ad un trattato avviato dal governo di centro-sinistra
Prodi-Ferrero-Mastella e non concluso solo perché valutato “troppo oneroso
economicamente”: in sostanza, Gheddafi voleva troppi soldi, ma per il resto
il trattato poteva andare.

Gli “interventisti umanitari” hanno rispolverato il solito e ben collaudato
armamentario già usato per Somalia, Jugoslavia, Iran, Afghanistan, ecc... ed
hanno scatenato l'attacco per rovesciare una situazione che stava evolvendo
ormai chiaramente verso la sconfitta militare dei rivoltosi (la cui
direzione politica è caratterizzata da personaggi del vecchio regime
appoggiati da settori ribelli dell'esercito e da vecchi arnesi
filo-americani). Ma qual'è la partita che si sta giocando sulla pelle del
popolo libico? È la solita partita che si gioca da anni, la partita della
diversa ripartizione delle aree di influenza nel mondo e della predazione
delle ricchezze dei paesi aggrediti da parte dei paesi aggressori.

L'astensione dei paesi cosiddetti "BRIC" (Brasile, Russia, India, Cina) e
della Germania sulla risoluzione del Consigli di Sicurezza dell'ONU che
istituisce la No Fly Zone sulla Libia e che in sostanza da “via libera”
all'intervento militare, evidenzia in modo chiaro il punto della questione.
La divisione non è tra paesi “cattivi” e paesi “buoni”, tra paesi
“sensibili” e paesi “insensibili” alla difesa dei diritti umani, tra paesi
“pacifisti” e paesi “guerrafondai”... La divisione è tra potenze economiche
emergenti e potenze economiche declinanti, con le potenze declinanti che
tentano di frenare il proprio declino economico e di rafforzarsi nella
competizione inter-imperialistica globale a colpi di intervento militare.
Queste potenze declinanti (USA ed Europa Occidentale) tentano di usare
l'arma delle armi per conquistare o riconquistare aree di influenza e
mercati delle materie prime. Queste potenze si muovono assieme, ma non hanno
gli stessi obbiettivi strategici. USA e Francia, ad esempio, mirano a due
obbiettivi opposti: la prima a minare l'autonomia energetica francese (e in
generale europea), la seconda mira ad estenderla. Ed anche Francia e Italia
hanno obbiettivi opposti: i francesi vanno a riprendersi in Cirenaica un
“posto al sole” dopo i tempi delle rivolte anti-coloniali; l'Italia si è
unita alla coalizione non per occupare bensì “per non farsi occupare” ovvero
per non farsi scippare interessi faticosamente conquistati in questi anni.
Lo ha chiarito benissimo il Ministro La Russa che ha detto che non si danno
le chiavi di “casa propria” a qualcuno senza controllare che cosa ne fa.

Questo è il quadro in cui si sviluppa l'aggressione alla Libia, un quadro di
cui non sono protagonisti né gli amici di Gheddafi, né i nemici di Gheddafi
anche se saranno loro - ovvero il popolo libico - a pagarne tutte le dure
conseguenze. E chi ancora continua a trastullarsi con Gheddafi si - Gheddafi
no fa il gioco, consapevolmente o meno poco importa, delle potenze militari
che stanno devastando la Libia uccidendo migliaia di persone “semplicemente”
per difendere o conquistare interessi economici.

In questo momento è importante che tutte le persone e le forze politiche e
culturali che si definiscono antimperialiste si mobilitino per denunciare la
natura predatoria dell'aggressione e per esprimere la propria solidarietà
con il popolo libico; non solo, ovviamente, con la parte che sta sotto i
missili all'uranio impoverito e al fosforo bianco degli “occidentali”, ma
anche con la parte che oggi esulta insensatamente all'intervento salvifico
di Sarkozy e soci senza rendersi conto che se l'aggressione avrà successo il
destino dei territori “liberati” sarà quello di diventare “cortile di casa”
di alcuni paesi europei e occidentali. E nel cortile di casa c'è
sfruttamento, non libertà.

Se Gheddafi deve essere eliminato (come merita anche per la brutale
repressione degli immigrati) a farlo deve essere una rivolta popolare
socialista che riprenda e conduca avanti il cammino progressista degli
esordi della Jamahiriya, non certo le rivolte sostenute dalle “bombe
umanitarie” dei paesi imperialisti.

19 marzo 2011

CSPAAAL
Comitato di Solidarietà con i Popoli dell'Asia, dell'Africa, dell'America
Latina
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