[Cslist] [Fwd: [Antifa] Nessun oblio per le stragi di Stato e le violenze neofasciste!]

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Wed Mar 17 11:09:15 CET 2010


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Subject: [Antifa] Nessun oblio per le stragi di Stato e le violenze
neofasciste!
From:    "Zeppe" <zeppe at posta.indivia.net>
Date:    Tue, March 16, 2010 6:57 pm
To:      antifa at lists.ecn.org
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http://staffetta.noblogs.org/post/2010/03/16/nessun-oblio-per-le-stragi-di-stato

Ha ragione certo Zic.it
<http://www.zic.it/due-agosto-cala-la-pax-romana/> a evocare la «pax
romana»,quella quiete armata e minacciosa sotto il comando imperiale di
cui Tacito scriveva «ubi solitudinem faciunt, pacem appellant» («dove
fanno il deserto, lo chiamano pace»).

Già perché nel trentennale della strage del 2 agosto 1980 le istituzioni
non sarebbero più disposte a farsi fischiare in piazza o ad altre forme
di civile contestazione. Quanto più lo Stato risulta incapace di
garantire un’effettiva serenità sociale − la salute di chi lavora, la
redistribuzione della ricchezza, l’equità del vivere, − tanto più
l’ordinamento politico istituzionale deve mostrarsi indiscutibile e
incontestabile. Anche a costo della cancellazione della memoria sociale
e del paradosso di una «memoria condivisa» programmata solo per
soffocare il ricordo delle violenze passate.

È giusto: se ne stiano pure rintanati dentro i loro palazzi. Noi, in
pochi o in molti, andremo come ogni anno nella Piazza della Stazione a
portare la nostra verità sulle stragi di Stato, sulla manovalanza
neofascista e sulla strategia della tensione. Una strategia che, pur
adattata a tempi nuovi, allunga le sue ombre anche sul presente.

Guido Crainz ha mostrato la connessione storica tra generiche violenze
neofasciste e stragismo nero dal 1968 al 1980: «lo squadrismo
neofascista lancia l’offensiva più seria mai tentata nell’Italia
repubblicana, con protagonisti diversi e con connessioni differenti: dai
militanti del Movimento sociale italiano alla nebulosa dei gruppi
semiclandestini o clandestini; e sino a uomini variamente presenti
all’interno dell’esercito, dei servizi, dei più diversi apparati dello
Stato. Nel clima che abbiamo evocato, esasperato in modo parossistico
dalla stampa di destra (da “La notte” a “Il Tempo”, e naturalmente
a “Il
secolo d’Italia”), le aggressioni verso sedi e militanti di sinistra - o
presunti tali - raggiungono grande intensità. Il peso della destra negli
episodi di violenza [...] è pari al 95% tra il 1969 e il 1973, all’ 85%
nel 1974 e al 78% nel 1975 [...]. La ricerca coordinata da Marco Gelleni
fa cogliere da vicino il crescente dispiegarsi delle violenze contro
persone o cose compiute dai gruppi neofascisti: dalle 148 del 1969
(contro le 10 attribuite alla sinistra) alle 286 del 1970, sino alle 460
del 1971. Nell’autunno del 1971 la giunta regionale lombarda presenta i
risultati di una propria indagine: vi sono stati 400 episodi di violenza
fascista nella regione dal 1969, uno ogni due giorni. Di lì a poco,
bombe rivendicate dalle SAM (Squadre d’azione Mussolini) colpiranno
l’abitazione del procuratore generale di Milano Luigi Bianchi
d’Espinosa» (G. Crainz, Il paese mancato. Dal miracolo economico agli
anni ottanta, Roma, Donzelli, 2003, pp. 370-371). Poi vennero le stragi.
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