[Cslist] R: Aggressione dopo manifestazione contro Israele

pina.vit at libero.it pina.vit at libero.it
Wed Jun 9 00:22:09 CEST 2010


attrezziamoci, forse è meglio fare meno corsi sulla non-violenza e imparare 
almeno a difenderci. imparare a gestire meglio i nostri cortei e le nostre 
manifestazioni non più come passeggiate passate a chiacchierare con questo o 
con quello e poi ciao a tutti, alla prossima. 
fare politica era e deve tornare ad essere una cosa più seria, ha le sue 
conseguenze..
un abbraccio antifascista
Pina

>----Messaggio originale----
>Da: hackattone at inventati.org
>Data: 07/06/2010 11.37
>A: <cslist at lists.ecn.org>
>Ogg: [Cslist] Aggressione dopo manifestazione contro Israele
>
>-----BEGIN PGP SIGNED MESSAGE-----
>Hash: SHA1
>
>
>Ricevuto da una volontaria internazionale di ARCS che lavora in Libano e
>che, di ritorno a Roma, ha partecipato alla manifestazione.
>
>Non mi pare sia circolato altrove. Farlo girare sarebbe utile, IMHO.
>
>
>Saluti preoccupati,
>Accattone
>
>
>Date: Sat, 5 Jun 2010 09:33:37 +0200
>From: costanzapasquali at gmail.com
>
>12 ore dopo, ancora non ci credo. Ancora mi girano le palle. Ancora quel
>senso di incazzatura, frustrazione, rabbia. Saranno i 3 mesi di corso
>sulla non violenza, la comunicazione orizzontale e tutte le belle parole
>che poi ti chiedi a cosa sono servite.
>
>Alla manifestazione ieri eravamo veramente quattro gatti.  Poche
>bandiere, qualche slogan, mamme velate con bambini nel passeggino,
>qualcuno vende fischietti, qualcun altro una kefiah, più una rimpatriata
>di amici che altro. Una bella atmosfera. Dopo un’oretta di chiacchiere,
>il corteo si muove, direzione piazza del Popolo. Da piazza della
>Repubblica risaliamo via Orlando, poi scendiamo a piazza Barberini, due
>chiacchiere, una birra. A Trinità dei Monti ormai ci siamo tutti
>sciolti. Dietro di noi, un’armata di carabinieri in assetto antisommossa
>“e che deve succedere??”. Ci fanno quasi pure ridere.
>Dai, sono le sette e mezzo, io e Sergio decidiamo di rincamminarci verso
>la stazione. Prendiamo la metro? No dai, è bello, facciamo due passi per
>Roma.
>Risaliamo via di Quattro Fontane, poi svoltiamo per tornare a piazza S.
>Susanna. Sempre in chiacchiera. Nessun distintivo, nessuna bandiera.
>Siamo due passanti come tanti altri, l’idea nemmeno mi sfiora il cervello.
>All’incrocio con la piazza, quattro pischelli in motorino, scarabeo,
>polo col colletto rialzato, casco a “scodella”, ci chiedono, senza
>nemmeno troppo fingere di fare gli attori, se “le strade erano libere,
>la manifestazione è passata, è finita, ma voi venite da lì”. Non ci
>torna, ma lì per lì non ci pensiamo. Certo, salta agli occhi che mai
>avrebbero pensato di unirsi alla manifestazione. Io, ingenuamente, penso
>che forse “volevano solo evitarci”, a noi zecche comuniste che
>manifestiamo per quel popolo ancora più zecca e comunista dei palestinesi.
>Proseguiamo, arriviamo in piazza S. Susanna, svoltiamo a destra per via
>Orlando.
>
>Succede in un attimo.
>Il ragazzetto dal colletto rialzato si avvicina da dietro, finge una
>telefonata al cellulare. Sergio lo vede con la coda dell’occhio, io
>sento solo un botto, il botto del casco sulla testa di Sergio. Agguanta
>Sergio da dietro e inizia a colpirlo violentemente con il casco. Lo
>stringe, lo butta a terra sul marciapiede e continua a picchiarlo con il
>casco, gli tira dei calci in petto. È un pestaggio in piena regola.
>Io inizio ad urlare. Non mi viene in mente di strapparlo, di tirargli un
>calcio, nonostante tiri calci per sei ore alla settimana, ma urlo come
>una pazza, lo inseguo in quei tre metri tra marciapiede, macchine
>parcheggiate e strada. Accanto, in strada, gli altri tre lo aspettano in
>motorino. Lui, finita la sua bravata, urla un “Forza Israele” che suona
>più fuori luogo che mai, monta in sella e scappano. Dieci secondi di
>terrore. Di rabbia, di un’aggressione più inutile e gratuita che mai.
>Rimaniamo lì, nella folla dei passanti, increduli, mentre spiego al 113
>che sì siamo stati aggrediti, no non ci siamo fatti male, sì ho preso la
>targa “però non so se è giusta”, “è giusta o no?!” mi fa il poliziotto
>al telefono, ma che ne sooooo gli vorrei urlare, dov’eravate voi, quando
>fino a 5 minuti fa eravamo ricoperti di carabinieri e nemmeno una scorta
>al corteo che si scioglie. Aspettiamo inutilmente una fantomatica
>volante che “è in arrivo”. Dopo un’ora decidiamo di andarcene, ormai non
>c’è più nessuno.
>
>Una bravata del cazzo, un’azione finto-dimostrativa di pischelli che non
>sanno nemmeno di cosa parlano, ma che non hanno niente di meglio da fare
>durante il giorno probabilmente. Non i fasci di Casa Pound, non gli
>scontri in piazza con il Forum Palestina, no. 4 sedicenni dalla testa
>bacata, occhi neri di odio de che non se sa, che per fare i fighetti del
>pomeriggio e avere qualcosa da raccontare agli amichetti di Ponte Milvio
>il sabato sera, decidono di improvvisarsi piccole SS e di colpire un
>ragazzo e una ragazza. Isolati. Poveri scemi, mica vanno a colpire il
>corteo, mica vanno a rompere le scatole agli organizzatori, mica
>scelgono i cristoni bardati di kefieh. No. Scelgono due così. Che se non
>eravamo noi, sarebbe stato qualcun altro dopo di noi.
>
>Fa incazzare, ma fa anche paura.
>Attenti, stiamo attenti d’ora in poi, che qui, zecche, froci e tutti
>quanti, siamo a rischio “punizione” gratuita. Che qui c’è una parte
>della società che si sente autorizzata, intoccabile, impunita, ad andare
>in giro a picchiare chi “devia”, mossi da un’ignoranza che spaventa, da
>un odio montato a tavolino che fa impressione. Sarebbero ridicoli, se
>non andassero in giro a fare male.
>
>È questo il desolante panorama di questo paese.
>Stiamo attenti.
>
>Costanza
>
>
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>Version: GnuPG v1.4.9 (GNU/Linux)
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