[Cslist] [Fwd: Inoltra: Torino. Punto info e assemblea popolare No Tav in via Eritrea]
telviola at ecn.org
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Tue Feb 2 12:08:29 CET 2010
---------------------------- Original Message ----------------------------
Subject: Inoltra: Torino. Punto info e assemblea popolare No Tav in via
Eritrea
From: "marcoc" <punkina150 at yahoo.it>
Date: Tue, February 2, 2010 10:14 am
To: telviola at ecn.org
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--- In "Federazione Anarchica Torinese - FAI" <fat at ...> ha scritto:
Torino. Punto info e assemblea popolare No Tav in via Eritrea
Mercoledì 3 febbraio alle 17 e punto info in via Eritrea angolo corso
Francia di fronte al palazzo degli oblò, dove è previsto uno dei
sondaggi per il TAV e dove l'impatto dell'opera sarà particolarmente
devastante.
Alle 18 assemblea popolare.
Alle 19 aperitivo No Tav.
Portate qualcosa da mangiare e da bere da condividere con gli altri.
A cura di Torino e cintura sarà dura. No Tav No Trivelle!
Di seguito un testo di informazione che stiamo distribuendo:
Negli ultimi quindici giorni i No Tav dato vita a presidi, bloccato treni
e autostrade, fatto informazione e contrastato i sondaggi per la nuova
linea ad alta velocità tra Torino/Lyon.
Da Torino alla Val Susa si sono moltiplicate, giorno dopo giorno, notte
dopo notte, le iniziative di lotta, che hanno coinvolto migliaia e
migliaia di persone. Al corteo del 23 gennaio a Susa hanno partecipato
40.000 persone.
Le trivelle le hanno piazzate di notte, impiegando centinaia di uomini in
armi, spesso in luoghi degradati e inaccessibili come la discarica di
Torino. Ogni volta hanno incontrato resistenza.
I media hanno gridato vittoria ma in valle come a Torino abbiamo
dimostrato che le uniche ragioni dei si tav sono quelle della forza e, con
la forza bruta, la militarizzazione di intere città e paesi, l'imposizione
con blindati e manganelli, non faranno molta strada.
Se per fare un buchetto devono impiegare 1000 uomini in armi gli servirà
l'esercito per impiantare i primi cantieri.
Intorno ai fuochi dei presidi di Susa, S. Antoninino, Condove, Chiusa,
Collegno, Torino, Venaria sono passate centinaia di persone. Ogni sera
abbiamo condiviso il cibo e discusso in lunghe assemblee e in piccoli
gruppi.
Quattro anni sono bastati ad incrinare il fronte istituzionale, dove le
sirene del potere, del denaro e del prestigio suonano più forti, ma non
hanno intaccato un movimento che vive della consapevolezza che velocità,
crescita, progresso sono miti utili solo ad aumentare i profitti di chi,
ogni giorno, lucra sulle nostre vite, portandosi via, la vita e la salute
di chi, per campare, deve lavorare. I signori del cemento e del tondino e
i politici, di destra e di sinistra che li sostengono.
Non manca chi, a caccia di voti, si converte all'opposizione al supertreno.
Sono seduzioni che incantano pochi.
In questi giorni, ancora una volta fuori dai giochi della politica che
delega ai palazzi il movimento popolare è stato ed è protagonista di una
resistenza che cresce, giorno dopo giorno, notte dopo notte, nella pratica
della relazione e del confronto, nella scelta del blocco e della
comunicazione diretta con tutti.
Oggi come nel 2005 un popolo che resiste, passo dopo passo, vince.
Sarà dura ma ce la faremo.
Molti credono che il TAV sia solo un affare valsusino ma sbagliano. Il Tav
attraverserà la città, taglierà in due la tangenziale, demolirà case. Ci
aspettano decenni di cantieri e di disagi, per far guadagnare i soliti
noti. Gli stessi che hanno distrutto le falde acquifere per fare le
gallerie Tav in Mugello, gli stessi della eterna Salerno/Reggio Calabria,
gli stessi che all'Aquila hanno costruito un ospedale, nuovo,
"antisismico", che si è polverizzato alla prima scossa di terremoto.
Cagnardi, l'architetto che ha preparato il progetto per Torino, ha
chiamato "birillo" una casa ad otto piani sul percorso. Nei tanti
"birilli" che il Tav incontrerà sulla sua strada, ci abitano uomini, donne
e bambini, gente che magari ha fatto fatica a mettere insieme i soldi per
una casa che verrà espropriata a basso costo. Quelli cui la casa non la
tireranno giù, il Tav se lo vedranno (e sentiranno) sfrecciare sotto il
naso.
Ma a noi, alla nostra vita, serve tutto questo?
I dati, confermati anche dai tecnici governativi, dicono di no. Una linea
che collega Torino alla Francia c'è già ed è sotto utilizzata: ogni giorno
ci passano 78 treni e ne potrebbero passare 210 prima che la linea si
saturi e il faraonico scalo intermodale di Orbassano è utilizzato ad 1/3
della sua potenzialità.
Sulla Torino Lione i privati non hanno investito un euro, ma i costruttori
si preparano ad incassarne milioni. Soldi pubblici, presi dalle nostre
tasche.
Nel 2005 le barricate hanno fermato il Tav: i politici gli hanno riaperto
la strada.
Fermarli è possibile. Tocca a ciascuno di noi farlo.
Per info:
No Tav Autogestione
notav_autogestione at ...
338 6594361
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