[Cslist] [Fwd: [Redditolavoro] Camusso, non in nostro nome!]

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Fri Dec 10 20:39:32 CET 2010


---------------------------- Original Message ----------------------------
Subject: [Redditolavoro] Camusso, non in nostro nome!
From:    "lav" <tavolo4 at gmail.com>
Date:    Wed, December 8, 2010 5:23 pm
To:      redditolavoro at lists.ecn.org
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da http://proletaricomunisti.blogspot.com/

Camusso, non in nostro nome!
NON PERMETTIAMO CHE LA CAMUSSO USI LE DONNE PER LA SUA POLITICA DI DESTRA!

L'ultima uscita in questo senso della nuova dirigente della Cgil è stata
recentemente in occasione
dell'uscita del film inglese “We want sex” sulla lotta delle operaie
in Inghilterra per la parità
salariale; la Camusso coglie al volo una delle battute del film in cui
un'operaia di Dagenham dice
ad un giornalista:”non è abitudine delle donne scioperare senza un
motivo!”, per dire che questa
frase sintetizzerebbe lo “specifico femminile della lotta sindacale: che
non prevede scioperi a
perdere, inutili, di bandiera” (CdS).
A cosa si riferisce oggi la Camusso con: “scioperi inutili, di
bandiera”? Non ci vuole la zingara
per capirlo: è lo sciopero generale richiesto dal 16 ottobre e in tutti
gli altri scioperi e
manifestazioni dai lavoratori e, in contrasto con i desideri della segr.
Cgil, anche da tante
lavoratrici, sciopero che la Camusso non solo continua a rimandare sine
die, ma contro cui sta
facendo pressioni verso la Fiom perchè si convinca che ora non serve, e
si segua, invece, la strada
della trattativa (alla manifestazione del 27 novembre, giorno della sua
investitura a segretaria “La
Camusso ha invitato le tute blu della Cgil a non far cadere in nessun
momento la trattativa.
“Bisogna lavorare sulle proposte”. La sua ora vuole essere una linea
di dialogo con tutti: governo e
Confindustria, Cisl e Uil, perfino Marchionne”- CdS 28/11).

La Camusso per far passare questa sua concezione, in realtà torce,
strumentalizza lo stesso
significato di quello sciopero inglese del 1968, in cui 187 operaie della
Ford di Dagenham per
arrivare ad ottenere la parità salariale dovettero fare uno sciopero ad
oltranza in cui la battaglia
evidentemente non era solo il risultato economico ma si caricava
dell'insieme della condizione di
discriminazione delle lavoratrici e di disparità sociale delle donne.
La Camusso, per far passare la sua concezione in realtà stravolge il peso
che le donne portano anche
in una lotta sindacale, che è proprio opposto a quello che dice la segr.
Cgil, le donne portano
tutto il peso della loro condizione, basta vedere qualsiasi lotta! Ma la
Camusso invece usa lo
“specifico femminile”, da un lato contro le stesse lotte delle
lavoratrici, evidenziando quello che
banalmente viene detto sulle donne, che sarebbero concrete e quindi
vogliono solo risultati
concreti, per soffocarne le spinte di affettivo cambiamento su tutta la
loro condizione generale di
doppio sfruttamento e oppressione ; dall'altro usa “lo specifico
femminile” contro le lotte della
classe in generale.
La Camusso, poi, usa il cosiddetto “concretismo” delle donne per
opporre alla linea necessaria delle
lotte, dello sciopero generale la linea dell'attesa di un governo
“amico”: “Ci vorrebbe un ministro
del lavoro diverso da Maurizio Sacconi “magari come nel film, una
Barbara Castle”, il segretario di
Stato per il lavoro del governo Wilson... che prende in mano la situazione
e decreta la vittoria
delle ragazze di Dagenham” - CdS; “...un nuovo esecutivo “amico” o
perlomeno un po' meno
indigeribile dell'attuale...” - Il Manifesto.

Questo uso delle donne per una politica di destra lo sta facendo
dall'inizio, già dalla sua
candidatura a segretaria della Cgil, dove alla domanda di un giornalista:
“lei sarà la prima donna
alla guida della Cgil, esiste uno specifico punto di vista femminile
sull'economia del lavoro?”, la
Camusso aveva risposto: “Tutte le donne hanno due caratteristiche
comuni. L'abitudine ad occuparsi
di economia di base, a tenere insieme i conti della spesa, spesa e
risparmio, e questa è una delle
grandi forze del nostro paese. La seconda è la capacità di trovare
comunque le soluzioni”.
Ma cosa si intende per “occuparsi di economia di base” se non
occuparsi di “economia domestica”? in
cui il ruolo di “amministratrici” delle donne è tanto utile al
sistema capitalista. La Camusso, che
si spaccia per femminista, delle donne, guarda caso, prende proprio il
lato che ne fa per la
borghesia un pilastro del suo sistema per eternizzare il ruolo di di
sfruttamento con bassi salari
degli operai, l'uso del lavoro domestico e del lavoro di riproduzione per
tagliare i salari, e i
costi sociali, e, in questo, per eternizzare il doppio lavoro e la doppia
oppressione delle donne.
Cosa si intende per “capacità di trovare comunque soluzioni” se non
volere solo qualche riforma,
lasciando intatto il potere economico e politico padronale?

Con la Camusso abbiamo l'abbraccio organico tra riformismo e femminismo
borghese, l'uso del
femminismo borghese per esaltare una politica ultrariformista della Cgil -
che oggi nella fase di
moderno fascismo padronale è, questa sì, quanto di più “perdente”,
“inutile”, e serve solo a
“sventolare false bandiere” già criticate in passato dal movimento di
lotta delle donne, per
lasciare la maggioranza delle donne, delle lavoratrici, precarie,
disoccupate, in condizioni sempre
peggiori e per portare avanti una linea e una pratica di destra.

Quindi, nessuna illusione tra le delegate e le iscritte alla Cgil!
Diciamo alla Camusso: “Non in nostro nome!”.

Le lavoratrici vogliono lo sciopero generale! Ma vogliono anche di più
VOGLIONO LO SCIOPERO TOTALE DELLE DONNE!

E come le nostre compagne operaie inglesi del 1968, lo faremo



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