[Cslist] [Fwd: I: COMUNICATO STAMPA Certezze millantate]

telviola at ecn.org telviola at ecn.org
Sat Sep 26 08:11:05 CEST 2009


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Subject: I: COMUNICATO STAMPA Certezze millantate
From:    "marco cavallo" <punkina150 at yahoo.it>
Date:    Fri, September 25, 2009 5:40 pm
To:      psichiatriafuckyou at yahoogroups.com
         pietro_olmo at yahoo.it
         nobiotech-it at yahoogroups.com
         libertari at yahoogroups.com
         legambienterossa at yahoogroups.com
         c_rap at yahoogroups.com
         controiltso at yahoogroups.com
         collettivo at yahoogroups.com
         telviola at ecn.org
         fori-sociali at yahoogroups.com
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--- Ven 25/9/09, Lega Antipredazione <lega.nazionale at antipredazione.org>
ha scritto:

> Da: Lega Antipredazione <lega.nazionale at antipredazione.org>
> Oggetto: COMUNICATO STAMPA Certezze millantate
> A: Undisclosed-Recipient at yahoo.com
> Data: Venerdì 25 settembre 2009, 10:04
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>   LEGA
> NAZIONALE CONTRO LA
>   PREDAZIONE DI ORGANI
>
>   E LA MORTE A CUORE
>   BATTENTE
>
>   24121 BERGAMO Pass.
> Canonici Lateranensi,
> 22
>
>   Tel. 035-219255 -
> Telefax
>   035-235660
>
>   lega.nazionale at antipredazione.org
>
>   www.antipredazione.org
>
>   nata nel
> 1985
>
>   COMUNICATO
> STAMPA
>
>   ANNO XXV - n.
> 12
>
>   25 settembre
> 2009
>
>    
>
>   COMA VEGETATIVO -
> STATO DI MINIMA COSCIENZA
>   - "MORTE
> CEREBRALE"
>
>   CERTEZZE
>   MILLANTATE
>
>    
>
>   A quanti seguono con
> attenzione lo
>   sviluppo “nebuloso” della Sanità istituzionale nel
> settore degli
>   espianti/trapianti, vogliamo sottoporre l'articolo
> dell'Economist, da noi
>   tradotto, che segnala un lavoro di ricerca sul coma
> vegetativo pubblicato su
>   BCM Neurology del 21/07/09 (“Diagnostic accuracy of
> the vegetative and
>   minimally conscious state: Clinical consensus versus
> standardized
>   neurobehavioral assessment” di Schnakers,
> Vanhaudenhuyse, Giacino, Ventura,
>   Boly, Majerus, Moonen e Laureys), tema di particolare
> attualità nella sua
>   complessità. L'articolo ci è stato trasmesso dai
> colleghi medici inglesi, che
>   lo hanno visto come passo avanti nella critica alle
> certezze sul coma e come
>   speranza di sviluppo di critica alla cosiddetta
> "morte cerebrale".
>
>   L'importanza di questo articolo sta
> principalmente nel fatto che gli
>   stessi neurologi ammettono che non ci sono certezze e che
> sono stati fatti
>   considerevoli errori di diagnosi, quindi è
> incomprensibile che si possa
>   sostenere la “morte cerebrale” a cuore battente ed
> imporla, considerato che
>   anche in quella non ci sono certezze.
>   Questo studio
>   contrappone fra loro due indirizzi autoritari nei
> confronti del paziente,
>   neurologi che rivendicano la loro professionalità e
> abilità di giudizio e
>   altri che ne contestano sia le abilità che l'onestà
> e
>   propongono protocolli di classificazione standard. A
> noi resta il
>   sospetto che, pur in buona fede, si possa profilare un
> protocollo autoritario
>   sullo stato vegetativo similare al protocollo autoritario
> che impone la "morte
>   cerebrale" e quindi il rischio futuro di
> prelievo di organi dei
>   dichiarati in coma vegetativo permanente. Ci sono delle
> Consulte di bioetica
>   che hanno già proposto l'equiparazione dello stato
> vegetativo permanente alla
>   morte.
>
>   Comitato Medico
>
>   Prof.
>   Dott. Massimo Bondì
>
>   L.D.
>   Pat. Chir e Prop. Clin. Univ. La Sapienza
> Roma
>
>   Patologo e Chirurgo
> generale
>
>   Presidente
>
>   Nerina
> Negrello
>
>
>   Buona
>   lettura!
>
>    
>   Sulla
>   diagnosi del coma:
>
>   Sorte
>   avversa per qualcuno...
>   23 Luglio 2009 da
>   The
>   Economist
> edizione
>   stampata
>   Tradotto da Lega Nazionale
> Contro la Predazione di
>   Organi e la Morte a Cuore
> Battente
>
>   Uno studio recentemente pubblicato sostiene
> che molte persone a cui
>   è stato diagnosticato uno stato vegetativo, non lo
>   sono
>
>
>   E' una
>   questione di “etichette”. Veramente possono fare la
> differenza tra la vita e
>   la morte. Una persona in un letto di ospedale con
> un’etichetta con la scritta
>   “stato di minima coscienza” sarà sottoposta ai
> trattamenti di sostegno alla
>   vita a tempo indeterminato. Se sull’etichetta è
> scritto “stato vegetativo”
>   questi trattamenti possono essere sospesi in qualsiasi
> momento. Un profano può
>   non capire la differenza, ma un medico sì.
>
>   O no?
> Caroline Schnakers,
>   Steven Laureys e loro colleghi dell’Università di
> Liège hanno appena
>   pubblicato un preoccupante studio sul
> ‘BioMed
> Central
>   Neurology’ che sostiene che forse non è così. Forse
> un medico non può capire
>   la differenza o peggio, preferisce usare la sua
> intuizione piuttosto che usare
>   le ultime tecniche diagnostiche per affermare la
> differenza. Di conseguenza,
>   molte persone potrebbero rischiare la sospensione dei
> trattamenti di sostegno
>   alla vita anche quando hanno segnali intermittenti che la
> loro coscienza non è
>   del tutto scomparsa.
>   I pazienti in stato
> vegetativo sono quelli che
>   non mostrano alcun segno di coscienza e i tribunali di
> molte nazioni possono
>   prendere in considerazione le istanze per
> l’interruzione dell’alimentazione e
>   idratazione, permettendo loro di morire (come è successo
> nel caso molto
>   mediatizzato di Terry Schiavo, in Florida, qualche anno
> fa), per poi
>   espiantare i loro organi per trapianti. I pazienti che
> mostrano segni di
>   coscienza -quelli che sono in grado di obbedire ad un
> comando, per esempio
>   sbattere le palpebre o seguire con gli occhi un oggetto
> in movimento- vengono
>   definiti ‘non vegetativi’ e questa sorte viene loro
> risparmiata. Ci sono delle
>   prove che questi pazienti, a differenza dei pazienti in
> stato vegetativo,
>   possono sentire il dolore e quindi ci si impegna ad
> alleviare la loro
>   sofferenza e a riabilitarli.
>   Tutti sono d’accordo che
> distinguere tra questi
>   due tipi di coma non è mai stato facile. Anzi nel 1996
> Keith Andrews e i suoi
>   colleghi del ‘Royal Hospital for Neurodisability’ di
> Londra hanno trovato che
>   il 40% dei loro pazienti in stato vegetativo erano stati
> diagnosticati
>   erroneamente. All’inizio di questo decennio però i
> medici hanno avuto a
>   disposizione due nuove tecniche e ci si aspettava perciò
> che le cose
>   migliorassero.
>
>
>   Un battito
> di ciglia, e puoi
>   scamparla
>   Uno dei metodi innovativi
> era una nuova
>   categoria diagnostica - lo stato di minima coscienza.
> Questo descrive pazienti
>   che stanno un po' meglio di quelli nello stato
> vegetativo, perché mostrano
>   oscillanti segni di coscienza. Ad esempio, qualche volta,
> ma non sempre,
>   potrebbero passare il test del riflesso palpebrale.
> L’altro nuovo metodo era
>   la “JFK Coma Recovery Scale” (una scala di recupero
> dal coma). Questo consiste
>   in oltre 20 test clinici e si caratterizza nella
> possibilità per i medici di
>   distinguere non solo i pazienti in stato vegetativo da
> quelli in stato di
>   minima coscienza, ma anche quelli che sono usciti dallo
> stato di minima
>   coscienza. Questo metodo è ampiamente accettato in
> quanto dà una diagnosi
>   accurata di queste condizioni. Ma lo stanno
> applicando?
>   Lo studio del team di
> Liège, ritiene di no.
>   Hanno confrontato le diagnosi di 103 pazienti secondo
> l’opinione dei medici
>   curanti e quelle determinate dalla scala di recupero dal
> coma. Di questi
>   pazienti presi in considerazione, 44 sono stati
> diagnosticati dai medici
>   curanti in coma vegetativo, mentre la scala di recupero
> del coma indicava che
>   18 dei 44 fossero in uno stato di minima coscienza.
> Questa è la stessa
>   percentuale di errore – circa 40% - che il dott.
> Andrews aveva rilevato 13
>   anni prima a Londra. Sembra anche che 4 di
>   40 pazienti diagnosticati in stato di minima coscienza,
> ne erano poi usciti.
>   Sebbene i loro medici non l’avessero notato, questi
> pazienti erano a quel
>   punto in grado di comunicare.
>   La conclusione cauta del Dr
> Laurey è che i
>   neurologi non vogliono che la loro abilità diagnostica
> venga rimpiazzata o
>   superata da una scala di recupero. Ritiene che lo stato
> di minima coscienza
>   sia una diagnosi relativamente nuova ed è possibile che
> qualche medico non sia
>   ancora a suo agio con il criterio, ma questa è una
> ragione in più per
>   utilizzare la scala di recupero. Il guaio di una diagnosi
> basata sulla
>   convinzione dei medici, piuttosto che su una misurazione,
> è che essa è
>   soggetta alle influenze esterne, ad esempio delle
> compagnie assicurative che
>   secondo Dr Laurey preferiscono una diagnosi di stato
> vegetativo ad una
>   diagnosi di stato di minima coscienza, perché coloro che
> sono in stato
>   vegetativo non richiedono costose riabilitazioni.
>   Tutto ciò è inquietante.
> E’ vero che lo studio
>   di Liège è una singola ricerca, ma se fosse riproposta
> altrove metterebbe in
>   discussione sia il trattamento dei pazienti più
> vulnerabili, che la serietà
>   dei medici nei confronti degli strumenti a loro forniti
> dalla scienza con
>   fatica.
>
>  
>
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>   contributo, il
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