[Cslist] [Fwd: [Antifa] [bo] Due Agosto: Noi sappiamo, noi non dimentichiamo]

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Thu Jul 30 00:07:26 CEST 2009


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Subject: [Antifa] [bo] Due Agosto: Noi sappiamo, noi non dimentichiamo
From:    "Zeppe" <zeppe at posta.indivia.net>
Date:    Wed, July 29, 2009 7:52 pm
To:      antifa at lists.ecn.org
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NOI SAPPIAMO. NOI NON DIMENTICHIAMO

«Io so. Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato golpe
(e che in realtà è una serie di golpes istituitasi a sistema di
protezione del potere). 

Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.


Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei
primi mesi del 1974. 

Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi
fascisti ideatori di golpes, sia i neofascisti autori materiali delle
prime stragi, sia, infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi
più recenti.»

Così incominciava il “Romanzo delle stragi” di Pasolini (1975). Ma in
anni recenti, anche e soprattutto negli appelli alla verità fatti dai
palchi e dagli scranni istituzionali, assistiamo al tentativo di
trasformare la memoria delle stragi in una commedia, dove vengono messi
in scena personaggi improbabili e continui depistaggi. Non potendo tutto
negare, le dichiarazioni di rappresentanti di governo, così come i tanti
libri recenti scritti da postfascisti e le  cicliche rivelazioni
giornalistiche al soldo del regime, tendono ad accreditare una verità
dimezzata: furono alcune “menti bacate” neofasciste a promuovere la
“strategia della tensione” e la violenza stragista degli anni Settanta.
Ma noi sappiamo qual'è il loro gioco: nascondere e far dimenticare i
mandanti e la finalità delle stragi, la loro genesi nelle istituzioni
opache dello Stato italiano, dimostrata in tanti processi. Dalla strage
di piazza Fontana del 1969 fino a quella di Bologna del 1980, l’Italia
ha sperimentato infatti una lunga “strategia delle stragi” condotta da
uomini degli apparati dello Stato e da neofascisti da essi personalmente
organizzati, indirizzati, finanziati e protetti. Quelle bombe
contribuirono a reprimere il movimento operaio e studentesco: il loro
scopo era quello di spaventare, di manipolare l’opinione pubblica, di
promuovere con la violenza un “ritorno all’ordine”. E quei crimini sono
effettivamente serviti per costruire un mondo più ingiusto, ipocrita e
violento. Oggi è importante ricordare che lo stragismo fu di Stato. Non
solo contro tutti i tentativi di depistaggio e di revisionismo, ma
soprattutto perché la memoria diffusa è l’unico antidoto contro la
possibilità che certi eventi possano ripetersi.
Per questo, in occasione dell’anniversario della strage di stato del 2
agosto 1980 alla stazione di Bologna, vogliamo ribadire, con Pasolini,
che noi sappiamo e non dimentichiamo. Vogliamo ribadirlo soprattutto
oggi che la repressione della diversità, delle lotte sociali, dei
desideri di liberazione, dei diritti delle persone si fa sempre più
violenta. E non intendiamo essere complici di chi, ancora una volta,
utilizzerà l’anniversario di una strage per sdoganare il proprio
criminale revisionismo e negare le complicità con il fascismo di ieri e
di oggi.

Invitiamo le donne e gli uomini che considerano la memoria e
l’antifascismo valori etici irrinunciabili a lasciare, dopo il suono
della sirena alle 10.25, il piazzale della stazione e proseguire con noi
nel “corteo della memoria”  verso piazza dell’Unità.

Antifasciste e antifascisti
(riunite e riuniti in assemblea il 27 luglio)





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