[Cslist] [Fwd: Inoltra: articolo elettroshock su umanità nova]

telviola at ecn.org telviola at ecn.org
Tue Mar 4 16:06:36 CET 2008


-------------------------- Messaggio originale ---------------------------
Oggetto: Inoltra:  articolo elettroshock su umanità nova
Da:      "telefono viola di milano" <telefonoviola1996 at yahoo.it>
Data:    Mar, 4 March 2008, 10:18 am
A:       telviola at ecn.org
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--- In C_RAP at yahoogroups.com, <antipsichiatriapisa at ...> ha scritto:

A volte ritornano. I nuovi crociati dell'elettroshock


"Dobbiamo smetterla una volta per tutte di descrivere gli effetti del
potere in termini di negazione. Il potere 'esclude', 'reprime',
'censura', 'estrania', 'camuffa', 'occulta'. In realtà il potere
produce. Produce realtà. Produce domini di oggetti e rituali di
verità." (Michel Foucault)

Proprio mentre infuria l'attacco clericale e fascista (chiamiamo le
cose
con il loro nome) alla legge 194, ed attraverso questa alle conquiste
delle donne, arrivano altri segnali, provenienti dalla parte più
reazionaria della società, che potrebbero preludere a nuove campagne
liberticide.
Il prossimo aprile saranno passati 70 anni da quando venne
sperimentata
la "terapia elettroconvulsiva", meglio nota come elettroshock, e forse
non è un caso che proprio in questi giorni [1] un gruppo di psichiatri
italiani ha annunciato di voler presentare una petizione nella quale
viene chiesto a questo ed al prossimo ministro della Salute che "venga
istituito un servizio di TEC almeno per ogni milione di abitanti" [2].
L'elettroshock nasce dal lavoro di un neuropsichiatra ungherese
convinto
che la schizofrenia e l'epilessia fossero malattie che si escludevano
a
vicenda: la sua "cura" consisteva quindi nel provocare, tramite la
somministrazione di farmaci, degli attacchi epilettici nei pazienti
con
diagnosi di schizofrenia. Nonostante questa idea si sia rivelata
completamente errata, due psichiatri italiani (Ugo Cerletti e Lucio
Bini) pensarono di sostituire i farmaci con delle scosse elettriche e,
nel giro di qualche anno, il loro sistema venne adottato in tutto il
mondo nella cura di numerose malattie psichiatriche. Le ragioni della
diffusione di questa terapia furono molteplici: era più economica di
quella farmacologica, gli eventuali effetti positivi erano veloci, era
facile da somministrare. Da considerare poi anche il risvolto
economico,
costituito dalla costruzione e vendita delle apposite attrezzature.
La maggior parte delle ricerche fatte sull'efficacia dell'elettroshock
affermano che questa terapia funziona soprattutto quando viene
applicata
ai pazienti con diagnosi di "depressione maggiore" e produce effetti
collaterali considerati "irrilevanti", se così si possono definire la
perdita della memoria recente (ma a volte anche passata) o i
cambiamenti
di carattere. Resta però il fatto che nonostante siano passati tanti
anni, ancora oggi non si conoscono con sicurezza i danni che un
trattamento del genere provoca al cervello e neppure il perché a volte
questa terapia funzioni. Alcuni dei suoi sostenitori tendono poi a
mettere poco in evidenza il fatto che difficilmente si tratta di una
cura risolutiva, vale a dire che non basta un ciclo di trattamenti.
L'elettroshock deve essere somministrato per lunghi periodi (anche
anni) e, tra un ciclo di scosse e il successivo, il paziente deve
essere
comunque trattato con psicofarmaci. Negli anni '40 l'elettroshock fu
normalmente utilizzato da medici del III Reich, sia come strumento di
ricerca che come un sistema rapido per sbarazzarsi in modo definitivo
dei malati psichiatrici. In tempi molto più recenti tutti ricorderanno
le foto che mostravano gli eroici paracadutisti italiani che,
improvvisati psichiatri, si divertivano a somministrare scosse
elettriche ad una persona impossibilitata a difendersi.
Le fortune dell'elettroshock iniziarono a declinare negli anni '60 e
'70 quando si sviluppò un movimento di opposizione alla psichiatria
ufficiale, alle sue teorie e alle sue cure, considerate giustamente
funzionali al sistema di potere capitalistico. Vennero pubblicati
studi
nei quali si dimostrava che, secondo le statistiche ufficiali, i
poveri
erano più matti dei ricchi, in quanto le diagnosi avevano uno stretto
rapporto con la classe sociale del paziente: i ricchi avevano
"l'esaurimento nervoso" i poveri erano, più semplicemente "pazzi".
Venne anche denunciato che l'elettroshock veniva usato, non solo su
pazienti consenzienti, ma anche come strumento di controllo dei
rinchiusi all'interno dei manicomi e delle case di cura. In altre
parole serviva, insieme agli psicofarmaci, a "tener buone" le persone,
oltre che a fornire materiale di studio per le ricerche accademiche.
Meno conosciuti gli usi, che pure sono in parte documentati [3], da
parte degli apparati di repressione statali come metodo di tortura o
punizione di soggetti pericolosi per il potere. Sempre in quegli anni,
vennero criticate oltre che le categorie interpretative della
psichiatria ufficiale anche le istituzioni totali, come i manicomi,
che
ne erano una conseguenza concreta.
Anche grazie al collegamento tra questo movimento di "antipsichiatria"
con quello di contestazione generale che in quegli anni sconvolgeva
mezzo mondo, l'elettroshock iniziò a non godere più di una buona fama,
e - sebbene non fosse esplicitamente vietata - la sua applicazione
iniziò a diminuire gradualmente ma costantemente nel tempo. Fino a
qualche anno fa, l'elettroshock era infatti considerata una terapia
oramai "in disuso" da utilizzare, con le dovute precauzioni, solo in
pochi e selezionatissimi casi.
Attualmente, in Italia, esistono comunque almeno una dozzina di centri
dove viene normalmente praticata, anche se in questi ultimi anni è
stata
quasi completamente sostituita dalla terapia farmacologica.
Addirittura in una recente legislatura, venne presentato un progetto
di
legge per l'abolizione totale della terapia elettroconvulsivante [4] e
sempre nello stesso periodo fu chiesto un parere alla Commissione per
la
Bioetica che pilatescamente rispose: si "ritiene che non vi siano
motivazioni bioetiche per porre in dubbio la liceità della terapia
elettroconvulsivante nelle indicazioni documentate nella letteratura
scientifica." [5]. In seguito a questa, il Ministro della Sanità
diffuse una circolare [6] nella quale affermava che non ci fossero le
basi per una "sospensione totale e generalizzata dell'uso"
dell'elettroshock.
Oggi, facendosi forti del momento storico che stiamo attraversando,
che
vede un generale arretramento di tutti i movimenti di opposizione allo
stato di cose presenti ed un incalzare di quelle legate ad un passato
oscuro, il gruppo di psichiatri citato all'inizio ha deciso che il
tempo è maturo per rilanciare la pratica di massa dell'elettroshock.
Una terapia che oggi si preferisce chiamare con una asettica sigla,
"TEC" (Terapia Elettro Convulsivante) che la fa somigliare fin troppo
ad altre tecniche (ad esempio la "TAC", Tomografia Assiale
Computerizzata) sicuramente meno problematiche.
Oltre al significato politico che assume in questo momento una
richiesta
del genere, va sottolineato che l'elettroshock sottintende una
concezione della personalità che è principalmente (se non solo) il
risultato di una eredità genetica o determinata da fattori biologici,
mentre viene completamente sottovalutata l'influenza ambientale e
sociale sullo sviluppo del carattere di una persona. Questa concezione
porta inevitabilmente ad indicazioni terapeutiche tese a privilegiare
terapie "pesanti" (farmacologiche, elettroshock, psicochirurgia)
piuttosto che "leggere", come la psicoterapia.
Gli studi effettuati [7] in questi 70 anni non hanno dato una risposta
definitiva sull'efficacia della terapia elettroconvulsiva mostrandone
di volta in volta benefici e limiti, né hanno chiarito del tutto le
patologie che dovrebbe curare. Questo significa che l'elettroshock non
è certamente, come vorrebbero farci credere coloro che propongono di
rilanciarla, la cura migliore, se non l'unica, per alcune patologie.
È invece qualcosa di paragonabile ad una operazione molto rischiosa,
alla
quale sottoporsi solo volontariamente come estremo tentativo per
provare
ad uscire da una condizione di vita altrimenti insopportabile.
Qualcosa
che dovrebbe lasciare il posto a terapie meno distruttive piuttosto
che
diventare un campo di sperimentazione o di lucro per gli psichiatri in
carriera, o un sistema di controllo del potere.

Pepsy


Riferimenti
[1] Corriere della Sera del 15/2/2008.
[2] http://www.terapiaelettroconvulsiva.it/pratica.htm
[3] http://www.mindcontrolforums.com/news/eleo-treat.htm
[4]
http://www.camera.it/_dati/leg13/lavori/stampati/sk7500/articola/7258.
htm
[5] http://www.governo.it/bioetica/testi/220995.html
[6] http://www.tmcrew.org/stopshock/bindi.htm
[7] Per un panorama scientifico degli studi sull'elettroshock si veda
http://www.cochrane.org/reviews/en/ab003593.html e
http://www.cochrane.org/reviews/en/ab000076.html

--- Fine messaggio inoltrato ---





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