[Cslist] [Fwd: Inoltra: Perché la carta igienica è un diritto. Perché i diri tti umani non sono carta igienica.]

telviola at ecn.org telviola at ecn.org
Fri Dec 12 19:23:22 CET 2008


-------------------------- Messaggio originale ---------------------------
Oggetto: Inoltra:   Perché la carta igienica è un diritto. Perché i
diritti umani non sono carta igienica.
Da:      "r.b.laing" <viola962000 at yahoo.it>
Data:    Ven, 12 Dicembre 2008, 7:09 pm
A:       telviola at ecn.org
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--- In asitforum at yahoogroups.com, Luigi Colaianni
<luigi.colaianni at ...> ha scritto:


INVITO AD ALLESTIRE
UN ALBERO DI NATALE DI CARTA IGIENICA

Martedì 23 dicembre 2008 - ore 11,00
Appuntamento
in Piazza G. Filangieri a Milano
  (di fronte all'ingresso della Casa Circondariale "San Vittore")


Perché la carta igienica è un diritto.
Perché i diritti umani non sono carta igienica.

-         perché "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti
inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali
ove si svolge la sua personalità" (art. 2 Cost.);
-         perché "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e
sono
eguali davanti alla legge senza distinzioni di
condizioni personali
e
sociali" (art. 3 Cost.);
-         perché "Le pene non possono consistere in trattamenti
contrari al senso di umanità 
" (art. 27 Cost.);
-         perché "Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in
dignità e diritti" (art. 1 Dichiarazione Universale dei Diritti
dell'Uomo);
-         perché "Nessun individuo potrà essere sottoposto a
trattamento o punizioni crudeli, inumani o degradanti" (art. 5
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo);
-         perché, a 60 anni dall'entrata in vigore della nostra
Costituzione e dall'adozione della Dichiarazione Universale dei
Diritti dell'uomo, lo stato di illegalità del carcere reale vanifica
la legalità sancita dallo Stato di diritto.

Dignità e umanità sono infatti negate
quando in carcere mancano:

-         carta igienica, materassi a norma, biancheria intima e
beni
di prima necessità "tali da assicurare la soddisfazione delle
normali
esigenze di vita" (art. 7 Ordinamento Penitenziario) e "necessari
alla
cura e alla pulizia della persona" (art. 8 O.P.);
-         spazio (58.000 detenuti per 37.000 effettivi posti
regolamentari);
-         celle a norma (su 28.880 celle solo 4763, cioè il16,5%,
rispettano i parametri di legge), senza dimenticare che agli
imputati
– il 60% della popolazione detenuta – "deve essere garantito il
pernottamento in camere ad un posto" (art. 6 O.P.);
-         cibo: "Ai detenuti è assicurata un'alimentazione sana e
sufficiente, adeguata all'età, al sesso, allo stato di salute, al
lavoro, alla stagione, al clima" (art. 9 O.P.);
-         salute: per l'Organizzazione mondiale della Sanità "salute
non è assenza di malattie, ma una condizione complessiva di
benessere";
-         personale: educatori, psicologi, assistenti sociali,
mediatori culturali, agenti di Polizia penitenziaria, etc;
-          speranza e fiducia nell'opportunità di avere accesso ad
un
processo equo e celere e, in caso di condanna, nell'opportunità di
accedere ad una punizione che non pregiudichi irrimediabilmente il
reinserimento nella comunità libera:  speranza e  fiducia
sottratte ,
in particolare, ai 1.300 ergastolani condannati al "fine pena mai",
e
messa a dura prova per molte delle persone che il quotidiano impegno
degli operatori interessati non riesce a dissuadere
dall'autolesionismo, spesso portato alle estreme conseguenze;

Si tratta di mancanze tassativamente escluse dalla Costituzione,
dalle leggi e dai regolamenti.

Si tratta di mancanze che mortificano la qualità della vita a
partire
dal rispetto delle più elementari necessità che accomunano tutte le
persone, ovunque siano nate, a qualunque latitudine.
Si tratta di mancanze che si configurano di per sé come trattamento
inumano e degradante, un trattamento che va ben oltre la privazione
della libertà di movimento, traducendosi in pene corporali e
afflizioni accessorie quanto superflue che nessuna comunità
democratica può accettare vengano inflitte in suo nome, tantomeno se
in applicazione della legge.

Le leggi non devono continuare a moltiplicare i comportamenti
definiti
come reato.
I reati da punire con la privazione della libertà devono essere
ridotti.
Anche ove reputata necessaria da leggi capaci di individuare forme
differenziate di punizione, la privazione della libertà non deve
tradursi in qualcosa di simile alla vendetta per i condannati e in
sempre più gravose condizioni di lavoro per gli operatori.

Manca poco al Natale, festa dei cristiani.
Parafrasando Carlo Maria Martini nei "Colloqui notturni a
Gerusalemme"
diciamo:

"Sarebbe terribile continuare, da parte di alcuni,
ad invocare le comuni radici cristiane nella Costituzione europea
ed essere poi incapaci di coerenza nell'amministrazione della
giustizia."





Giorgio Bertazzini
Garante dei diritti delle persone limitate nella libertà


Milano, 10/12/08



Per aderire all'iniziativa inviare una mail a: garante at ...



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Giorgio Bertazzini
Garante dei diritti delle persone limitate nella libertà
Provincia di Milano
Via Settembrini, 32 - 20124 Milano -
Tel. 02.20520.855-02.7740.5190
Fax 02.20520.136
garante at ...
g.bertazzini at ...


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