[Cslist] Il 22 dicembre tutte/i a Gioia Tauro
c.s.o.a. A.Cartella
csoacartella at ecn.org
Wed Dec 19 12:57:59 CET 2007
*/Alle realtà di base, ai comitati popolari di lotta, al mondo
dell'autorganizzazione, a tutte le compagne e a tutti i compagni./*
Il c.s.o.a. Cartella, nella continuità dell'impegno politico profuso
nella difesa di questi territori, ha fatto sua la "questione Gioia
Tauro". Salvaguardare i nostri territori, intesi non soltanto come beni
ambientali ma comprensivi di quei saperi e di quella complessità di
relazioni sociali che caratterizzano ogni comunità, ha significato per
noi partecipare a tutte le lotte popolari che hanno attraversato la
nostra terra: il NO alla centrale a carbone di vent'anni fa, quello
contro gli F-16 a Crotone, la battaglia contro il ponte sullo Stretto,
quella contro la realizzazione dell'impianto RSU di Pettogallico, quella
contro la privatizzazione dell'acqua, oltre alla solidarietà militante a
tutte quelle battaglie nazionali per la difesa dei beni comuni e contro
la precarizzazione della vita, a partire dal lavoro.
La Piana di Gioia Tauro riassume oggi tutte le contraddizioni di questo
"sviluppo", fatto di accaparramento di risorse, dall'aggressione e dalla
devastazione dei territori, dall'imposizione di impianti inquinanti
giustificati con il ricatto dell'occupazione.
Sono ormai passati nove mesi da quando abbiamo incrociato lungo il
nostro percorso, donne e uomini che vivendo quotidianamente sulla loro
pelle queste contraddizioni, hanno conquistato la consapevolezza e la
determinazione per alzare la testa. Sono stati mesi di intenso lavoro,
compiuto fianco a fianco con questi compagni di strada, nei 33 comuni
della Piana, per informare su quanto sta succedendo: un intero
territorio svenduto agli interessi delle multinazionali, ovvero gli
interessi di pochi contro i legittimi diritti dei tanti.
E questa battaglia ha ricevuto tante adesioni e numerosi messaggi di
solidarietà, da parte di quelle forze che avrebbero potuto - e dovuto -
determinare un modello alternativo a quello in atto, ma anche e
soprattutto, dalle popolazioni incontrate nelle piazze e nelle tante
assemblee pubbliche.
È questo il caso del Coordinamento dei Portuali di Gioia Tauro,
lavoratrici e lavoratori che non soltanto vivono condizioni e ritmi
produttivi esasperanti, ma subiscono le esalazioni tossiche
dell'inceneritore sito in prossimità dell'area portuale, che ne
pregiudicano la salubrità e la sicurezza durante la loro attività.
Riteniamo grave che alla proclamazione della giornata di sciopero da
loro indetta, doverosa per un'organizzazione sindacale che si occupa
veramente dei diritti e delle problematiche dei lavoratori, non ci sia
stata solidarietà e sostegno, eccetto che da parte della Fiom e dei
Cobas - Scuola, bensì cinici attacchi e dure condanne politiche.
Riteniamo inoltre fondamentale non considerare separate la battaglia per
la difesa di questi territori, da una più generale lotta contro tutte le
mafie. L'asfissiante controllo attuato dalla 'ndrangheta, non soltanto
ha trasformato questa porzione di Calabria in una discarica di scorie
tossiche e radioattive, ma ha messo a tacere qualsiasi voce di dissenso.
Se oggi la Piana vive questa drammatica situazione, è perché chi ha
osato esporsi per esprimere la propria opposizione è stato azzittito per
sempre: questo è il caso di Luigi Ioculano, assassinato per avere avuto
il coraggio di schierarsi contro la mafia e contro la costruzione
dell'inceneritore oggi in funzione.
Combattere la 'ndrangheta significa soprattutto aggredirla nei suoi
interessi. Ed il ciclo dei rifiuti, così come quello del cemento e della
movimentazione terra, sono importanti business per le 'ndrine.
Facciamo appello a tutte e a tutti, perché il *22 dicembre* sia un
grande appuntamento popolare, che metta in piazza le ragioni di chi oggi
resiste e lotta per difendere la propria terra.
Saremo in piazza perché abbiamo tanti SÌ, e in ognuno di questi è insito
un futuro migliore per noi e per i nostri figli.
Saremo in piazza perché *salute, libertà, dignità*, non sono per noi
parole retoriche per raccattare qualche voto, ma pratica concreta di
solidarietà.
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