[Antipro] [Fwd: I: [contro-psichiatria] psichiatri aguzzini]
telviola a ecn.org
telviola a ecn.org
Mar 18 Gen 2011 08:03:42 UTC
---------------------------- Original Message ----------------------------
Subject: I: [contro-psichiatria] psichiatri aguzzini
From: "luca rancati" <lucarancati66 a yahoo.it>
Date: Mon, January 17, 2011 8:03 am
To: controiltso a yahoogroups.com
"djRom-A" <viola962000 a yahoo.it>
psichiatriafuckyou a yahoogroups.com
qu_bi a yahoogroups.com
redazione_ilfolletto a yahoogroups.com
telviola a ecn.org
telefonoviola1996 a yahoo.it
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--- Dom 16/1/11, antikitera@ <antikitera@> ha scritto:
Da: antikitera@ <antikitera@>
Oggetto: [contro-psichiatria] psichiatri aguzzini
A: contro-psichiatria a yahoogroups.com
Data: Domenica 16 gennaio 2011, 17:01
da www.affariitaliani.it
Malati? Solo agli occhi dei dottori. Viaggio nei reparti psichiatrici. Video
Sabato 15.01.2011 16:23
FORUM/ C'è chi accusa la psichiatria di essere una 'falsa scienza' che
ogni giorno 'scopre' nuove patologie. Ti fidi dei medici? Di' la tua
Dieci giorni di extra-ordinaria follia, a cui ho assistito all'interno di
un reparto ospedaliero di Psichiatria. Raccolgo notizie e dati, da cui
ricavo che i “malati” ragionano, i medici urlano e prescrivono ad
ognuno almeno 4 pastiglie al dì, farmaci che inducono in uno stato di
pericolosa dipendenza, così al terzo giorno di terapie l'effetto si vede:
ogni “malato” è disorientato e sbaglia camera, ma non urla né
piange, tante salme dormienti che non disturbano...
In un altro ospedale la Psichiatria è mista. Uomini e donne nello stesso
spazio, forse per legge appena ristrutturato con file di lucine colorate,
spie dei vari impianti accese giorno e notte. Chi c'è entrato associa
l'immagine alla pista di un aeroporto. In un altro reparto ancora, i
medici si riuniscono in una stanza da cui vedono attraverso un vetro
antisfondamento l'interno di una camera. Dalla camera si vede la stanza
dove gli psichiatri decidono - mentre sanno di essere visti - il nome del
paziente da dimettere, che viene scritto su una lavagna. Nella camera con
vista sugli psichiatri i “malati” si accalcano contro la vetrata per
scrutare le espressioni di chi ha in mano i loro giorni. L'edificio è
circondato da una cancellata. La cancellata è protetta da una recinzione.
Alla sommità della recinzione c'è una rete che chiude lo spazio verso il
cielo, agganciata con cavi alla facciata. La rete impedisce che qualcuno
scappi arrampicandosi
sugli alberi. Dev'essere un postaccio, se prevedete che esseri umani
tramortiti da psicofarmaci diventino scimmioni così disperati da
lanciarsi dall'alto della cancellata rischiando l'osso del collo. Siamo
in una regione governata dalla sinistra.
Entrare in un reparto psichiatrico è più facile di quel che s'immagini.
Ho ricevuto informazioni e verificato. Età tra i 30 e 60 anni. Le
“malate” più anziane vengono tutte dimesse prima delle altre nello
stato evidente in cui sono state ricoverate. Classe sociale: bassa.
Solitudine tra familiari distratti, o anagrafica dopo la morte dei
genitori. Anni di cure. Perché ritornano? La terapia non stava approdando
a nulla. Qualche parente, non troppo paziente, alza il telefono e
sollecita un nuovo ricovero per un depresso, noioso, molto noioso.
VIDEO/ L'urlo lancinante di un ricoverato in un ospedale psichiatrico
Imparo che una una volta che una persona è stata “malato”
psichiatrico - non necessariamente psicotico, problemi alimentari o
depressione bastano – per qualunque motivo cerchi cure al pronto
soccorso dal computer salta fuori il nome associato alla Psichiatria ed il
“malato” sarà ricoverato lì. Succede anche a D. Stava acquistando
una ricarica telefonica, le sue gambe hanno ceduto. Sola. Il tabaccaio ha
chiamato l'ambulanza. D. avverte i volontari della pubblica assistenza di
aver assunto un farmaco che, tra gli effetti collaterali, provoca il
tremore. I militi si occupano di trasporto, le rispondono che lo dirà al
medico dell'ospedale. Al pronto soccorso nessuno le crede e si prende la
responsabilità di tenerla in osservazione. Chiedono se c'è posto nel
reparto donne della Psichiatria. Funziona così. Rifletto sul pregiudizio
che il “malato” psichiatrico deve subire la coercizione a vita.
Uno psichiatra conferma: “Ha ragione, esiste lo stigma della
Psichiatria”. Ragiono: se i medici lo sanno, lo chiamano “stigma” -
e gli psichiatri dovrebbero usare sempre parole appropriate -, perché si
compiacciono di un marchio che nell'antichità s'imprimeva sulla fronte ai
delinquenti o agli schiavi? Il significato, che non sfugge ad uno che di
lavoro fa lo psichiatra, è spregiativo. Un segno distintivo,
caratteristico. Se lo sapete... perché non far progredire la vostra
intelligenza al fine di cancellare lo “stigma”?
Quando il “malato” viene trasportato alle ore 23 la psichiatra E.T.,
reperibile a casa, entra in reparto lamentandosi a voce alta di essere
dovuta venire per convalidare un ricovero. E' intuitivo che persone
insicure e fragili restino turbate nella notte dalle urla di un medico. Di
fatto la convalida significa firmare moduli, lo specialista se ne va prima
che la “malata” sia fisicamente in reparto. Il sabato mattina è
peggio: pochi i medici di turno, tutti gli infermieri litigano tra loro:
la sigla PDR diventa ossessiva, si deduce che c'entrano i turni di lavoro
e la prenotazione della vacanza a Sharm di una collega. Dopo quattro ore
la prenotazione si fa, e chissenefrega della reperibilità. Tutto il
reparto è stato costretto ad ascoltare e non esulta. La “malata” I.
osserva: Qui non si danno pensiero di parlare a voce bassa sapendo che ci
sono persone che non stanno bene in salute. Quid pro quo, dottore?
Chi è sano sta al di qua o al di là dei vetri antisfondamento? Qui siamo
in uno Stato con le frontiere chiuse come porte e finestre, dove tutto il
potere è nella mente dei medici. Tra le “malate” non ci sono
criminali. Forse tentano di esserlo, immaginano di esserlo. Nessuna è
nata criminale, è stata resa “malata” da anni di sistematiche
violenze psicologiche o fisiche, o entrambe. Ascolto le loro storie nei
rari momenti, poco prima della manciata di farmaci, in cui nel corpo resta
forza per parlare. Dentro sono morte. Il loro problema è che hanno
bisogno di trarre più divertimento dalla vita.
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